Se la Storia si ripete in forma di farsa, una farsa in cosa si ripete?
Il Consiglio dei Ministri di ieri, preceduto dalla cabina di regia, ha partorito una road map,
come viene pomposamente definita, che è una sonora presa per i fondelli
e ha un bel coraggio Dagospia a titolare “Greenpass, liberi tutti” riprendendo un’Ansa:
di fatto, le nuove misure adottate da Draghi sono tutto un procrastinare, un allungare,
un rimandare una libertà alla quale ormai nessuno crede più.
Il green pass resta
Usque tandem?
Basta scorrere il come sempre tortuoso decreto:
una incessante sequela di aggiornamenti dal primo di aprile al trenta, vale a dire al mese di maggio.
Il lasciapassare resta in vigore, vuoi nella versione base, vuoi in quella rafforzata,
per accedere praticamente a qualsiasi cosa:
trasporti (con il ritorno del capolavoro di surrealismo che prevede il “QR base” per i mezzi che attraversano
più di 2 regioni ma non per quelli locali: contagio a tachimetro),
teatri,
luoghi di svago,
di ricreazione,
di attività sportiva eccetera.
Lo stesso per le maledette mascherine, che, quanto alle scuole, vengono mantenute sino alla fine delle lezioni, giugno inoltrato.
E per tutti gli altri sono confermate, al chiuso, fino al 30 aprile con tutte le differenziazioni del caso
(quando Ffp2, quando chirurgiche).
Obbligo vaccinale per gli over 50
Il governo non rinuncia alla babelica confusione sull’utilizzo del greenpass, spacciandola per gradualità;
ma si capisce poco, tanto per cambiare, quanto a tempi, scadenze, ambiti di uso.
Rimane, lo sapevamo, l’obbligo vaccinale degli ultracinquantenni fino a metà giugno.
Per loro al lavoro sarà sufficiente il green pass base, non però per il personale di tutti i luoghi di cura,
vincolato fino alla fine dell’anno.
Siamo sicuri finirà tutto?
Dopodiché, chi ci assicura che il 30 aprile sarà realmente la fine dell’incubo?
Questo governo non ha fatto che mentire,
ed è quasi scontato che nuove dilazioni pioveranno, tanto più che i dioscuri del terrore,
come Ricciardi, come Abrignani, come Garattini,
già blaterano anatemi sull’abolizione delle mascherine al chiuso in estate, per la serie:
finché c’è variante c’è speranza e se non c’è ce la inventiamo, diciamo che è attesa, che è inevitabile.
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