23 gen 2014

Cartelle Esattoriali

Pagare senza interessi e senza mora. Parte l'operazione sanatoria per le cartelle di Equitalia che riguarderà non solo i tributi erariali, ma anche tributi come il bollo auto e le multe per la violazione del codice della strada. Esclusi, invece, i debiti Inps e Inail. La scadenza è fissata per il 28 febbraio ma sono già 200 i contribuenti che hanno aderito. Secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità, entro fine febbraio i contribuenti hanno la possibilità di pagare in un'unica soluzione, senza interessi di mora e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 ad Equitalia per la riscossione. I cittadini interessati dovranno valutare la loro situazione e scegliere se aderire. In caso di dubbi Equitalia si impegna a fornire assistenza. Si potranno regolarizzare le entrate erariali come l'Irpef e l'Iva e, limitatamente agli interessi di mora, anche le entrate non erariali come il bollo dell'auto e le multe per violazione al codice della strada elevate da Comuni e Prefetture. Restano invece escluse le somme dovute per effetto di sentenze di condanna della Corte dei Conti, i contributi richiesti dagli enti previdenziali (Inps, Inail), i tributi locali non riscossi da Equitalia.

21 gen 2014

AUGURI

18 gen 2014

Mandiamola a casa

CARTA VETRATA/KYENGE A LECCO TRA FALSI DEMOCRATICI
E FAZZOLETTI VERDI SUGLI OCCHI

Ce l’hanno per la pelle e non per l’inutilità operativa del Ministro.
Per le sue origini piuttosto che, nei fatti, per il vuoto spinto prodotto da questo Ministro senza portafoglio portata in giro dal suo fan club come un santino, una reliquia: “noi siamo tolleranti, brave persone, democratiche, noi, infatti, stiamo con la Kyenge”.

Le tappe dell’adorazione toccheranno Osnago e il capoluogo.

Ed è subito scandalo. Comunicati di difesa e di indignazione.

Aiuto, vergogna: è caccia alle streghe dicono i democratici o chi si ritiene tale. (Che non mi pare un bel complimento).

E perché mai?
Qual è il modo alternativo per sapere quando incontrare un politico, un Ministro nella propria città?
Gli telefoniamo?
Ci chiama Lei/Lui?

Non mi pare che la Questura sia priva di strumenti per vietare una manifestazione e tutelare chi vuole incontrarla, ascoltarla.
Ma il dissenso?
E’ vietato?

E chi lo decide di ‘sto passo che questo o quell’altro politico non si può fischiare?

I democratici applaudono.
I democratici si applaudono. Da soli.
Il Ministro Kyenge è lo strumento per sentirsi dalla parte buona.
Chissenefrega che è vuoto spinto di retorica e inconcludenza?

Qui l’aspetto più antidemocratico e ipocrita è proprio quello di un Governo che mette una donna di colore a capo del Ministero dell’Integrazione.
E che caspita. Saremo finalmente democratici sul serio quando non li sbatteremo nel ghetto dell’ovvio, della retorica, ma quando li troveremo soprattutto altrove. In altri Ministeri.

E basta questi (pseudo)democratici in coda dal Ministro, per far credere di esserlo, che si schierano contro le contestazioni perché loro sono per l’integrazione, la pace e la bontà.
Come se fosse un prodotto del supermercato.
Riempiono i loro bagagli a mano di coscienza pulita e solidarietà: “Le chiediamo di proseguire con forza nella sua attività di governo per l’integrazione contro ogni forma di discriminazione, il riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia da genitori stranieri (ius soli), il superamento della Bossi-Fini, la chiusura dei CIE, cioè l’attuazione di quei principi di civiltà dei quali l’Italia non può più fare a meno”

Ecco benissimo, applausi. Per non ridurlo a caso televisivo, a questione di puro ordine pubblico e di puro disordine verbale, presentate la proposta di Legge. Ci vuole un soffio di tempo, potete poi continuare ad andarci in tv. Superate la Bossi-Fini, cancellatela (siete al Governo) e ricordatevi che i Cpt/Cie li avete creati voi, voi democratici, – gli stessi delle bombe e delle missioni finto umanitarie, dei miliardi spesi per cacciabombardieri F35 e tolti alle pensioni e alle politiche sociali, sì voi che ora vi riempite la bocca di “principi di civiltà dei quali non si può fare a meno”.

Basta chiacchiere. A lavorare.