20 feb 2014

C'E' CHI PREDICA (male) E CHI RAZZOLA (peggio)

Vediamo se capite chi è il personaggio .......
Nonostante tutto questo impegno ha il tempo di fondare una società di consulenza e produzione, la Archimede, che chiude nel 1998.
Intanto i suoi guadagni crescono: nel 1999 per Quelli che il calcio incassa circa 1,3 miliardi di lire e 500 milioni per Sanremo; quindici anni dopo i suoi compensi sono più che raddoppiati: 1,8 milioni per «Che tempo che fa» e circa 600 mila euro per la kermesse canora.
Nel 2001, mentre conduce un comizio di Massimo D’Alema, irride la tv commerciale: «Tra la prima e la seconda parte della costituzione Berlusconi ci metterà la pubblicità?» domanda.
Ma la politica non gli fa mai dimenticare la borsa e così proprio in quei giorni, accompagnato dal suo avvocato, mette a punto un contratto miliardario con la neonata 7 del dalemiano Roberto Colaninno. Dopo neanche tre mesi il suo Fab show viene annullato e lui se ne va con 28 miliardi tra buonuscita e penali.
Ma che cosa ci ha fa con tutti questi soldi?
Da uomo oculato sceglie investimenti sicuri. Come il mattone.
Per esempio ha comprato casa nell’amata Parigi.
Nel 2002 ha fondato persino un’immo – biliare, la Apparvest srl, che nel 2008 è stata liquidata.
Di quella avventura restano due lussuosi appartamenti a Milano, in zona Porta Romana, rispettivamente di 8,5 e 9,5 vani.
Nel savonese bisogna aggiungere sei vani ad Albissola Marina e altre due grandi appartamenti a Varazze (8,5 e 9,5 vani), di cui sono usufruttuari i genitori.
Oculata amministratrice è la moglie Gioia, 46 anni, laureata in lingue.
I due si sono conosciuti nel 1986 durante un concorso di canzoni tra liceali savonesi (Fabio era in giuria e lei vinse) e sposati nel 1994.
Oggi vivono sulle colline di Celle ligure in un vecchio cascinale riattato a supervilla (classe A8), una casa un po’ da cumenda che nel 1998 aveva suscitato diverse polemiche.
(…) La magione è salita a 13 vani e a questa si sono aggiunti due mini appartamenti di 2 e 3 stanze.
Il tutto circondato da 7 mila metri di uliveti.
Va detto, però che, per chi osserva dall’alto, la principale attrattiva risulta la piscina oversize, quasi un laghetto artificiale.
Che, forse, ha ispirato il sermone sulla bellezza con cui F ha aperto l’ultimo Sanremo.

SUCCEDE ANCHE QUESTO

E verità venne a galla.
Riporto questo articolo di Riccardo Galli.
SANREMO –”Noti alle forze dell’ordine per truffa per assenteismo dal posto di lavoro”, così la Questura che li conosce.
Ma come, non erano disoccupati disperati?
Sì, ma anche no: in questo simpatico paese può ormai anche capitare che Fabio Fazio conduttore a Sanremo legga in diretta televisiva la lettera-protesta di un gruppo, diciamo così, di professionisti.
Professionisti di cosa?
Del farsi arrivare in uno modo o nell’altro soldi pubblici a casa a fine mese.
Non prendono lo stipendio, è vero, da quasi un anno e mezzo.
E’ anche vero però che per anni lo stipendio lo hanno sì preso, ma in sostanza per non far nulla.
Al netto della vetrina mediatica, del giusto e vero disagio che è figlio della crisi e di un pizzico di piagnisteo che ci contraddistingue, è questa la verità meno nobile ma più reale sulla condizione del gruppetto di dimostranti che ha animato la prima serata di Sanremo.
Non organizzata da mamma Rai, come ha accusato Beppe Grillo, ma forse una sorpresa non così sgradita da viale Mazzini, visto il crollo d’ascolti registrato nella seconda serata, quella senza minacce suicide.
Maria Rosaria Pascale, Antonio Sollazzo, Marino Marsicano e Salvatore Ferrigno.
Sono questi i nomi dei quattro che nella serata d’apertura del Festival della Canzone hanno messo in atto la loro protesta.
La dinamica dei fatti è ormai nota: la Pascale finge un malore per distrarre la security, evidentemente non attentissima, e gli altri ne approfittano per arrampicarsi sulle impalcature e da lì minacciare di gettarsi se non fossero stati ascoltati.
Il tutto per denunciare la condizione loro e dei loro colleghi del Consorzio Unico di bacino delle province di Napoli e Caserta (Cub, si occupa di rifiuti), senza retribuzione da 16 mesi.
I quattro, ovviamente identificati, sono stati denunciati.
Quello che è meno noto però è il loro curriculm, non tanto professionale, quanto quello noto alle forze dell’ordine.
Secondo la questura i quattro sono infatti già noti alle forze dell’ordine per vari reati: truffa per assenteismo dal posto di lavoro, reati contro il patrimonio, interruzione di pubblico servizio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata.
Sono stati sottoposti a Daspo, il provvedimento che impedisce di assistere a manifestazioni sportive ed ora hanno avuto anche una sorta di Daspo canoro, perché la polizia gli ha consegnato il foglio di via obbligatorio per tre anni da Sanremo.
Un curriculum ricco che, anche tolti i reati potenzialmente connessi a forme di protesta come la manifestazione non autorizzata e persino l’interruzione di pubblico servizio e le violenze e minacce a pubblico ufficiale, stride e non poco con le rivendicazioni portate all’Ariston.
E su tutte la voce che più stride è quella di truffa per assenteismo dal posto di lavoro.
Basterebbe questo per rendere grottesca una siffatta protesta, una protesta perché senza stipendio fatta da chi dal lavoro, quando lo pagano, si assenta senza motivo. Ma non così la pensavano i quattro, evidentemente.
Ma c’è di più. Come scrive Renato Franco sul Corriere della Sera: “I consorzi di bacino (quelli per cui lavorano o lavoravano i quattro ndr.) sono finiti tempo fa sotto la lente di ‘Report’ e anche della magistratura perché negli anni hanno assunto dipendenti in numero esorbitante.
Situazione diventata ancora più scandalosa quando il servizio di raccolta differenziata è stato affidato alla municipalizzata Asia.
Di fatto i dipendenti del Consorzio erano pagati per non lavorare”.
E quando erano pagati per non far nulla, cosa che sarebbe anch’essa una lesione dei propri diritti, di protestare i lavoratori in questione non ne hanno sentito il bisogno.
E poi ci sono i reati contro il patrimonio e il Daspo dagli stadi.
Un reato ed una sanzione che difficilmente si immagina come possano essere collegati con le rivendicazioni dei lavoratori e che, anche a non voler pensar male, lasciano supporre che i soggetti in questione non siano esattamente degli stinchi di santo.

13 feb 2014

OCCHIO A COSA SI MANGIA

Ci sono alcuni alimenti che mangiamo tutti i giorni e sono potenzialmente letali per il nostro corpo, cibi innocenti come possono esserlo le mele, le ciliegie o le patate, che se mangiati in maniera sbagliata, in quantità eccessive o con una certa costanza possono portare anche alla morte.
Il primo alimento da inserire in questa lista sono le ciliegie, ma non il frutto in se quanto il nocciolo. A chi non è mai capitato di mangiare una ciliegia e ingoiarne il nocciolo? Quel nocciolo contiene acido cianidrico, sì, proprio cianuro. Per produrre però un’intossicazione vera e propria serve masticare il nocciolo bene quindi il solo ingoiarlo per poi espellerlo intero di per se non dovrebbe essere pericoloso, ma è sempre bene sapere quello che immettiamo nel nostro corpo.
Il secondo alimento da inserire in questa lista di insospettabili sembra altrettanto innocente: le mandorle selvatiche. A differenza delle mandorle coltivate, che sono più dolci, hanno un sapore più amaro e possono essere riconosciute facilmente. Anch’esse, come il nocciolo delle ciliegie, sono ricche di cianuro e, anche se non è facile trovarle, forse è più semplice masticarle rispetto al nocciolo della ciliegia, quindi fare sempre attenzione alla provenienza delle mandorle che mangiamo.
Ed eccoci alle mele, il cibo più innocuo del mondo, lo dice anche il famoso detto che una mela al giorno toglie il medico di torno. Evidentemente chi ha ideato il detto non sapeva che i semini delle mele contengono cianuro. Un semino o due, ovviamente non provocano la morte di nessuno, ma immaginate se ne mangiassimo a manciate…
Un altro cibo potenzialmente letale è il pomodoro, addirittura nel 1800 si pensava che l’intero pomodoro fosse velenoso, si è scoperto in seguito che vanno evitate le foglie e non il frutto della pianta. Le foglie del pomodoro contengono una sostanza, chiamata glycoalkaloid che causa dolori di stomaco e nervosismo, oltre a contenere atropina e altre sostanze tossiche.
Altro cibo potenzialmente dannoso per la nostra salute è il fagiolo. Finché è cotto tutto bene ma se ingerito crudo sprigiona una tossina che causa vomito, diarrea e nausea. Lasciarli quindi sempre in ammollo qualche ora e poi cuoceteli almeno 10 minuti a 100 gradi prima di mangiarli, e attenzione soprattutto ai bambini, che non li ingeriscano per gioco.
Patate, insospettabile alimento amato da tutti, soprattutto dai bambini, ingredienti di tantissime ricette golose e anche di dolci. Se mangiate verdi sono ricche di solanina, una sostanza che provoca vomito. Se le patate verdi sono mangiate in grandi quantità, posso portare, in rari casi, anche all’arresto cardiaco. Sempre parlando di patate: se lasciate troppo a lungo alla luce, o se troppo vecchie, sulla superficie esterna possono crescere dei germogli. Mangiarli potrebbe provocare crampi, mal di testa e in alcuni casi anche coma. 3-6 mg per Kg di peso possono essere letali.

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7 feb 2014

DARCI DEI FESSI E' POCO

Richard Antwi l’ha pensata così: apro una partita Iva, chiedo i soldi allo Stato e scappo. Gli è andata bene. Ora è in Ghana, nel villaggio ashanti di Jamasi che aveva lasciato nel 1991, e con quei 29 mila euro punta forse a fare il principe. Stessa scelta ha per un suo connazionale, Oscar Owusu, anche lui ghanese, anche lui protagonista di un mordi e fuggi con le casse pubbliche che gli ha fruttato 28 mila euro, incassati e portati in fretta fra le colline della foresta pluviale dell’Africa nera, dicono gli inquirenti. FINTO KEBAB - Mentre Youssef Mohamed avrebbe scelto il ritorno al suo deserto marocchino per ripartire da zero, o meglio, da quei 18 mila euro versati sul suo conto dall’Inps per finanziare un kebab che nessuno ha mai visto. Tre storie analoghe di altrettanti stranieri, forse solo i primi tre di una lunga lista nella quale potrebbero figurare anche vari italiani, come sospetta la procura di Padova dopo aver aperto in rapida successione diversi, distinti fascicoli. L’ipotesi è quella di una truffa colossale ai danni dello Stato italiano, sulla quale stanno indagando gli uomini della Guardia di Finanza coordinati dal pm Sergio Dini che ha deciso di passare al setaccio i registri delle partite Iva aperte negli ultimi anni per capire quanti sedicenti artigiani e imprenditori hanno ricevuto somme per ditte esistenti solo sulla carta ma di fatto fantasma. Negli uffici delle Fiamme Gialle stanno così affluendo i dati dell’Agenzia delle Entrate e delle Camere di Commercio che gli inquirenti dovranno incrociare. LA LEGGE - In sintesi: Antwi, Owusu e Mohamed avrebbero ottenuto le somme dall’Inps in modo fraudolento, sfruttando un articolo una legge, la 223 del 1991, che consente l’erogazione di finanziamenti pubblici a chi rimane senza lavoro se avvia una nuova attività. La forma è quella dell’anticipo in blocco dell’indennità di mobilità che altrimenti sarebbe diluita nel tempo. Nel caso specifico stiamo parlando di tre extracomunitari regolari, che hanno lasciato i loro paesi perché lì non vedevano un futuro; tre uomini che hanno lavorato molto e pagato le tasse in Italia, che si sono fatti ben volere a Tombolo, Cittadella e Campo San Martino, nel Padovano, dove hanno vissuto a lungo e dove si sono integrati e dove Antwi ha pure ottenuto la cittadinanza italiana. Tre operai di tre diverse imprese che hanno poi vissuto un dramma comune: il licenziamento. Detto questo, bisogna anche dire che hanno deciso di chiudere la loro esperienza italiana interpretando in un modo decisamente riveduto e scorretto la legge: con una truffa e una fuga.

SIAMO PROPRIO FESSI

Allora vi giro quello che mi confidato un cliente palestinese... Un pinco pallo in genere pachistano o indiano,apre una kebaberia.....siccome ovviamente in Italia non esistono professionalità locali adatte a riempire un cono di carta di carne di serie c,fa domanda per regolare assunzione di un suo connazionale,che giunge quindi in Italia con regolare permesso di soggiorno e famiglia. Una volta sul posto di lavoro,il dipendente non solo lavorerù n mesi gratis per pincopallo,ma avrà dato a pincopallo stesso una cifra -sui 30mila euri- in nero,per avere diritto ad essere chiamato regolarmente in Italia. D'altra parte il dipendente questi soldi in qualche modo li ri ha indietro,perchè potrà fare affidamento sia lui che la sua numerosa famiglia sul generoso stato sociale italiano: edilizia popolare,sanità,asili,mense,scuole,assegni sociali eccetera..... Finiti gli n mesi di lavoro a salario zero,Pincopallo licenzia il dipendente...poco dopo ne richiama un altro dal paese di origine,e la ruota compie un altro giro. Il motivo per cui proliferano le kebabberie è proprio questo......il profitto deriva dalla svendita indiretta dello stato sociale italiano che fanno i proprietari ai loro dipendenti,non certo dall'intascare 3 euri a panino.....

6 feb 2014