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10 dic 2014

IN QUANTE CITTA' ACCADE ??


«Perchè la lavavetri si è nascosta?»
Una lettrice: ma la polizia ha tirato dritto

È successo domenica mattina ma questa lettrice ci scrive solo lunedì e ci racconta cosa significa, per lei, sentirsi cittadina. Per lei e i suoi figli.
«I miei figli sono abituati a vederla: appoggia la sua roba sul ciglio della strada, in un pezzo di verde sporco e abbandonato subito dopo il sottopasso, sullo slargo che va verso il centro. Lei ha i capelli lunghi e ogni tanto se li spazzola con noncuranza davanti a tutti e in mezzo alla strada. Poi riprende in mano i suoi attrezzi, la bottiglia di acqua sporca e tenta di lavare i vetri alle macchine che sono ferme al semaforo di via San Bernardino».
Inizia così una lettera arrivata alla mail di redazioneweb@eco.bg.it e oramai parlare dei lavavetri in città è cosa nota, neanche più è una notizia, considerando che sono una consuetudine per Bergamo: sono aumentate le persone che chiedono l’elemosina ai semafori, gli accattoni e venditori abusivi in centro e i lavavetri, quasi sempre rom che si appostano nelle vie in entrata e uscita per Bergamo, strade che dovrebbero essere il nostro biglietto da visita per i tanti turisti e, per quanto riguarda San Bernardino, strada vicinissima all’Università.
Ma la lettera prende un’altra piega e non vuole solo informare della presenza della donna che, abusivamente, lava i vetri: «A un centro punto, domenica mattina, la donna si è nascosta, perchè stava sopraggiungendo una volante della polizia locale di Bergamo: si è messa dietro al muro del ponte della ferrovia, un comportamento ridicolo dato che bastava vedere la sua roba sulla strada per capire che era lì e dubito che i poliziotti non l’avessero notata - continua la lettera -. Poi a un certo punto, mentre ero ferma al semaforo con in auto mia figlia, lei mi ha chiesto, candidamente: “Mamma, perchè la signora dalla gonna lunga si è nascosta?”».
«Allora io gliel’ho spiegata la regola, le ho spiegato della presenza della polizia e di cosa è giusto e sbagliato. L’ho spiegato a una bambina di 5 anni appiccicata con il suo faccino al finestrino. E quando sono arrivata in via Carducci e la volante della polizia locale era ferma accanto a me, non ho potuto no tirare giù il finestrino e dire ai due agenti che quella donna era nascosta e che non era giusto quanto stava accadendo in città: per una questione di decoro e di sicurezza».
Ed ecco cosa succede: «La risposta, sempre davanti a mia figlia, è stata che “la città ne è piena e sì, grazie della segnalazione” - continua la lettera -. A quel punto mi aspettavo che la macchina sarebbe tornata indietro, almeno il gesto di andare a controllare. Ma la vettura ha proseguito il suo viaggio lungo la Briantea e la domanda sapevo che sarebbe arrivata: “Mamma, ma la polizia non fa nulla?”. Sono certa che i due agenti avessero qualcosa di più importante e urgente da fare anche se la sensazione non è stata quella. Io ho fatto il mio dovere di cittadina, non so loro come pubblici ufficiali. E un po’ di amarezza ce l’ho: per mia figlia, più che altro e per il suo senso di sicurezza e fiducia nei confronti della sua città».

20 feb 2014

C'E' CHI PREDICA (male) E CHI RAZZOLA (peggio)

Vediamo se capite chi è il personaggio .......
Nonostante tutto questo impegno ha il tempo di fondare una società di consulenza e produzione, la Archimede, che chiude nel 1998.
Intanto i suoi guadagni crescono: nel 1999 per Quelli che il calcio incassa circa 1,3 miliardi di lire e 500 milioni per Sanremo; quindici anni dopo i suoi compensi sono più che raddoppiati: 1,8 milioni per «Che tempo che fa» e circa 600 mila euro per la kermesse canora.
Nel 2001, mentre conduce un comizio di Massimo D’Alema, irride la tv commerciale: «Tra la prima e la seconda parte della costituzione Berlusconi ci metterà la pubblicità?» domanda.
Ma la politica non gli fa mai dimenticare la borsa e così proprio in quei giorni, accompagnato dal suo avvocato, mette a punto un contratto miliardario con la neonata 7 del dalemiano Roberto Colaninno. Dopo neanche tre mesi il suo Fab show viene annullato e lui se ne va con 28 miliardi tra buonuscita e penali.
Ma che cosa ci ha fa con tutti questi soldi?
Da uomo oculato sceglie investimenti sicuri. Come il mattone.
Per esempio ha comprato casa nell’amata Parigi.
Nel 2002 ha fondato persino un’immo – biliare, la Apparvest srl, che nel 2008 è stata liquidata.
Di quella avventura restano due lussuosi appartamenti a Milano, in zona Porta Romana, rispettivamente di 8,5 e 9,5 vani.
Nel savonese bisogna aggiungere sei vani ad Albissola Marina e altre due grandi appartamenti a Varazze (8,5 e 9,5 vani), di cui sono usufruttuari i genitori.
Oculata amministratrice è la moglie Gioia, 46 anni, laureata in lingue.
I due si sono conosciuti nel 1986 durante un concorso di canzoni tra liceali savonesi (Fabio era in giuria e lei vinse) e sposati nel 1994.
Oggi vivono sulle colline di Celle ligure in un vecchio cascinale riattato a supervilla (classe A8), una casa un po’ da cumenda che nel 1998 aveva suscitato diverse polemiche.
(…) La magione è salita a 13 vani e a questa si sono aggiunti due mini appartamenti di 2 e 3 stanze.
Il tutto circondato da 7 mila metri di uliveti.
Va detto, però che, per chi osserva dall’alto, la principale attrattiva risulta la piscina oversize, quasi un laghetto artificiale.
Che, forse, ha ispirato il sermone sulla bellezza con cui F ha aperto l’ultimo Sanremo.

SUCCEDE ANCHE QUESTO

E verità venne a galla.
Riporto questo articolo di Riccardo Galli.
SANREMO –”Noti alle forze dell’ordine per truffa per assenteismo dal posto di lavoro”, così la Questura che li conosce.
Ma come, non erano disoccupati disperati?
Sì, ma anche no: in questo simpatico paese può ormai anche capitare che Fabio Fazio conduttore a Sanremo legga in diretta televisiva la lettera-protesta di un gruppo, diciamo così, di professionisti.
Professionisti di cosa?
Del farsi arrivare in uno modo o nell’altro soldi pubblici a casa a fine mese.
Non prendono lo stipendio, è vero, da quasi un anno e mezzo.
E’ anche vero però che per anni lo stipendio lo hanno sì preso, ma in sostanza per non far nulla.
Al netto della vetrina mediatica, del giusto e vero disagio che è figlio della crisi e di un pizzico di piagnisteo che ci contraddistingue, è questa la verità meno nobile ma più reale sulla condizione del gruppetto di dimostranti che ha animato la prima serata di Sanremo.
Non organizzata da mamma Rai, come ha accusato Beppe Grillo, ma forse una sorpresa non così sgradita da viale Mazzini, visto il crollo d’ascolti registrato nella seconda serata, quella senza minacce suicide.
Maria Rosaria Pascale, Antonio Sollazzo, Marino Marsicano e Salvatore Ferrigno.
Sono questi i nomi dei quattro che nella serata d’apertura del Festival della Canzone hanno messo in atto la loro protesta.
La dinamica dei fatti è ormai nota: la Pascale finge un malore per distrarre la security, evidentemente non attentissima, e gli altri ne approfittano per arrampicarsi sulle impalcature e da lì minacciare di gettarsi se non fossero stati ascoltati.
Il tutto per denunciare la condizione loro e dei loro colleghi del Consorzio Unico di bacino delle province di Napoli e Caserta (Cub, si occupa di rifiuti), senza retribuzione da 16 mesi.
I quattro, ovviamente identificati, sono stati denunciati.
Quello che è meno noto però è il loro curriculm, non tanto professionale, quanto quello noto alle forze dell’ordine.
Secondo la questura i quattro sono infatti già noti alle forze dell’ordine per vari reati: truffa per assenteismo dal posto di lavoro, reati contro il patrimonio, interruzione di pubblico servizio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata.
Sono stati sottoposti a Daspo, il provvedimento che impedisce di assistere a manifestazioni sportive ed ora hanno avuto anche una sorta di Daspo canoro, perché la polizia gli ha consegnato il foglio di via obbligatorio per tre anni da Sanremo.
Un curriculum ricco che, anche tolti i reati potenzialmente connessi a forme di protesta come la manifestazione non autorizzata e persino l’interruzione di pubblico servizio e le violenze e minacce a pubblico ufficiale, stride e non poco con le rivendicazioni portate all’Ariston.
E su tutte la voce che più stride è quella di truffa per assenteismo dal posto di lavoro.
Basterebbe questo per rendere grottesca una siffatta protesta, una protesta perché senza stipendio fatta da chi dal lavoro, quando lo pagano, si assenta senza motivo. Ma non così la pensavano i quattro, evidentemente.
Ma c’è di più. Come scrive Renato Franco sul Corriere della Sera: “I consorzi di bacino (quelli per cui lavorano o lavoravano i quattro ndr.) sono finiti tempo fa sotto la lente di ‘Report’ e anche della magistratura perché negli anni hanno assunto dipendenti in numero esorbitante.
Situazione diventata ancora più scandalosa quando il servizio di raccolta differenziata è stato affidato alla municipalizzata Asia.
Di fatto i dipendenti del Consorzio erano pagati per non lavorare”.
E quando erano pagati per non far nulla, cosa che sarebbe anch’essa una lesione dei propri diritti, di protestare i lavoratori in questione non ne hanno sentito il bisogno.
E poi ci sono i reati contro il patrimonio e il Daspo dagli stadi.
Un reato ed una sanzione che difficilmente si immagina come possano essere collegati con le rivendicazioni dei lavoratori e che, anche a non voler pensar male, lasciano supporre che i soggetti in questione non siano esattamente degli stinchi di santo.

7 feb 2014

DARCI DEI FESSI E' POCO

Richard Antwi l’ha pensata così: apro una partita Iva, chiedo i soldi allo Stato e scappo. Gli è andata bene. Ora è in Ghana, nel villaggio ashanti di Jamasi che aveva lasciato nel 1991, e con quei 29 mila euro punta forse a fare il principe. Stessa scelta ha per un suo connazionale, Oscar Owusu, anche lui ghanese, anche lui protagonista di un mordi e fuggi con le casse pubbliche che gli ha fruttato 28 mila euro, incassati e portati in fretta fra le colline della foresta pluviale dell’Africa nera, dicono gli inquirenti. FINTO KEBAB - Mentre Youssef Mohamed avrebbe scelto il ritorno al suo deserto marocchino per ripartire da zero, o meglio, da quei 18 mila euro versati sul suo conto dall’Inps per finanziare un kebab che nessuno ha mai visto. Tre storie analoghe di altrettanti stranieri, forse solo i primi tre di una lunga lista nella quale potrebbero figurare anche vari italiani, come sospetta la procura di Padova dopo aver aperto in rapida successione diversi, distinti fascicoli. L’ipotesi è quella di una truffa colossale ai danni dello Stato italiano, sulla quale stanno indagando gli uomini della Guardia di Finanza coordinati dal pm Sergio Dini che ha deciso di passare al setaccio i registri delle partite Iva aperte negli ultimi anni per capire quanti sedicenti artigiani e imprenditori hanno ricevuto somme per ditte esistenti solo sulla carta ma di fatto fantasma. Negli uffici delle Fiamme Gialle stanno così affluendo i dati dell’Agenzia delle Entrate e delle Camere di Commercio che gli inquirenti dovranno incrociare. LA LEGGE - In sintesi: Antwi, Owusu e Mohamed avrebbero ottenuto le somme dall’Inps in modo fraudolento, sfruttando un articolo una legge, la 223 del 1991, che consente l’erogazione di finanziamenti pubblici a chi rimane senza lavoro se avvia una nuova attività. La forma è quella dell’anticipo in blocco dell’indennità di mobilità che altrimenti sarebbe diluita nel tempo. Nel caso specifico stiamo parlando di tre extracomunitari regolari, che hanno lasciato i loro paesi perché lì non vedevano un futuro; tre uomini che hanno lavorato molto e pagato le tasse in Italia, che si sono fatti ben volere a Tombolo, Cittadella e Campo San Martino, nel Padovano, dove hanno vissuto a lungo e dove si sono integrati e dove Antwi ha pure ottenuto la cittadinanza italiana. Tre operai di tre diverse imprese che hanno poi vissuto un dramma comune: il licenziamento. Detto questo, bisogna anche dire che hanno deciso di chiudere la loro esperienza italiana interpretando in un modo decisamente riveduto e scorretto la legge: con una truffa e una fuga.

SIAMO PROPRIO FESSI

Allora vi giro quello che mi confidato un cliente palestinese... Un pinco pallo in genere pachistano o indiano,apre una kebaberia.....siccome ovviamente in Italia non esistono professionalità locali adatte a riempire un cono di carta di carne di serie c,fa domanda per regolare assunzione di un suo connazionale,che giunge quindi in Italia con regolare permesso di soggiorno e famiglia. Una volta sul posto di lavoro,il dipendente non solo lavorerù n mesi gratis per pincopallo,ma avrà dato a pincopallo stesso una cifra -sui 30mila euri- in nero,per avere diritto ad essere chiamato regolarmente in Italia. D'altra parte il dipendente questi soldi in qualche modo li ri ha indietro,perchè potrà fare affidamento sia lui che la sua numerosa famiglia sul generoso stato sociale italiano: edilizia popolare,sanità,asili,mense,scuole,assegni sociali eccetera..... Finiti gli n mesi di lavoro a salario zero,Pincopallo licenzia il dipendente...poco dopo ne richiama un altro dal paese di origine,e la ruota compie un altro giro. Il motivo per cui proliferano le kebabberie è proprio questo......il profitto deriva dalla svendita indiretta dello stato sociale italiano che fanno i proprietari ai loro dipendenti,non certo dall'intascare 3 euri a panino.....

30 apr 2012

ASPARTAME... se lo conosci...lo eviti

Riporto questo articolo che ho letto, se solo il 10% del contenuto è vero, farei attenzione.

L' aspartame non è stato approvato per l'utilizzo negli alimenti fino al 1981.
Per oltre otto anni la FDA (Food and Drug Administration - Amministrazione degli Alimenti e dei Medicinali) ha rifiutato di approvare l'uso dell'aspartame a causa delle convulsioni e dei tumori al cervello che questa sostanza ha provocato negli animali da laboratorio.
L'FDA ha continuato a rifiutare di approvarlo fino a che il presidente Reagan non prendesse la carica (era molto amico della G. D. Searle - adesso Monsanto) e licenziasse il commissario della FDA che aveva negato l'approvazione dell'aspartame.
Successivamente, il Dott. Arthur Hull Hayes fu nominato commissario.
Ma la forte opposizione per l'approvazione di questa sostanza continuava a tal punto che venne nominata una Commissione Investigativa.
Il responso della Commissione recitava così: "non approvare l' aspartame".
Tuttavia il Dott. Hayes passò sopra la decisione della commissione e approvò ugualmente l'aspartame.

Poco tempo dopo aver approvato l'utilizzo dell'aspartame anche nelle bevande gassate, il commissario Arthur Hull Hayes, firmò un contratto di collaborazione con l'agenzia delle pubbliche relazioni della G.D. Searle.

Danni a lungo termine L'aspartame causa danni "lenti e silenziosi" in tutte quelle persone che sono così sfortunate da non avere reazioni immediate e che non hanno quindi un motivo per evitarlo.
Potrebbero volerci una, cinque, dieci, quarant'anni, ma alla lunga si manifesteranno gravi problemi (alcuni reversibili e altri no) per tutte quelle persone che ne fanno uso abituale.

METANOLO (alcool metilico/veleno) (contenuto nell'aspartame almeno al 10%).
Il metanolo è un veleno mortale.
Alcune persone ricorderanno che il metanolo causò la morte e la cecità di molti consumatori di vino qualche anno fa.
Il metanolo viene liberato gradualmente nel piccolo intestino quando il gruppo metilico dell'aspartame incontra l'enzima chimotripsina.
L'assorbimento di metanolo nel corpo è accelerato considerevolmente quando viene ingerito metanolo libero.
Il metanolo libero si forma nell'aspartame quando viene riscaldato oltre i 30° C.
Questo avviene quando un prodotto contenente aspartame viene immagazzinato e conservato impropriamente o quando viene riscaldato (per esempio, come componente di un qualsiasi prodotto alimentare).
All'interno del corpo il metanolo si trasforma in acido formico ed in formaldeide.
La formaldeide è una neurotossina mortale.
Una valutazione dell'EPA (Enviromental Protection Agency - Agenzia per la protezione ambientale - USA) sul metanolo dichiara che il metanolo "viene considerato un veleno ad accumulo, grazie al bassissimo tasso di escrezione una volta assorbito.
Nel corpo, il metanolo viene ossidato in formaldeide ed in acido formico; entrambi questi metaboliti sono tossici."
I ricercatori dell'EPA raccomandano un limite massimo di consumo di 7,8 mg al giorno.
Un litro di bevanda dolcificata con aspartame contiene circa 56 mg di metanolo.
I consumatori abituali di prodotti contenenti aspartame consumano fino a 250
mg di metanolo al giorno, 32 volte il limite massimo suggerito dall' EPA.
I problemi da avvelenamento di metanolo maggiormente conosciuti sono i problemi relativi alla vista.
La formaldeide è un agente cancerogeno ben conosciuto e causa danni alla retina, interferisce con la riproduzione del DNA e causa difetti di nascita.
Data la mancanza di alcuni enzimi chiave, gli esseri umani sono molto più sensibili agli effetti tossici del metanolo rispetto agli animali.
Di conseguenza, le prove sull'aspartame e sul metanolo fatte a spese degli animali da laboratorio non riflettono correttamente il pericolo per gli esseri umani.
Come precisato dal Dott Woodrow C. Monte, direttore del laboratorio di Scienza degli Alimenti e della Nutrizione dell'Università di Stato dell'Arizona, "non ci sono studi effettuati sugli umani o sui mammiferi per valutare possibili effetti mutageni, teratogenici, o cancerogeni causati dall'assunzione cronica dell'alcool metilico. "
E' stato precisato che i succhi di frutta e le bevande alcoliche contengono piccole quantità di metanolo.
E' importante però ricordare che il metanolo contenuto nei prodotti naturali non compare mai da solo.
In ogni caso, l'etanolo è presente, solitamente in quantità superiore a quella del metanolo.

L'etanolo è un antidoto naturale per la tossicità del metanolo negli esseri umani.

Le truppe americane durante la guerra del golfo furono dissetate con grandi quantità di bevande dolcificate con aspartame che erano state riscaldate oltre i 30° C dal sole dell'Arabia Saudita. Molti di loro tornarono a casa con numerosi disturbi simili a quelli riscontrati nelle persone avvelenate chimicamente dalla formaldeide.
Il metanolo libero nelle bevande può essere stato uno dei fattori che hanno contribuito alla manifestazione di questi disturbi.
Altri prodotti della scomposizione dell'aspartame come la dichetopiperazina (DKP), possono essere stati un'altro fattore scatenante.
In un atto del 1993 che può essere descritto soltanto come "incosciente", l'FDA approvò l'aspartame come ingrediente in numerosi prodotti alimentari che possono venire riscaldati al di sopra dei 30° C.
Cosa ancora più grave, il 27 giugno 1996, senza un pubblico avviso, l'FDA ha rimosso tutte le limitazioni riguardanti l'impiego dell'aspartame permettendo così il suo utilizzo in tutto, compresi gli alimenti che vengono riscaldati o cotti.
La verità circa la tossicità dell'aspartame è molto lontana e diversa da quello che la NutraSweet Company divulga e vuole far credere al pubblico.
Nel febbraio del 1994, il DHHS (Department of Health and Human Services - dipartimento della salute e dei servizi umani) degli Stati Uniti ha reso pubblico l'elenco degli effetti collaterali segnalati alla FDA (DHHS 1994).
L'aspartame ha rappresentato più del 75% di tutti gli effetti collaterali segnalati all'ARMS (Adverse Reaction Monitoring System - Sistema di Controllo degli Effetti Collaterali) della FDA.
La stessa FDA ammette che soltanto L'UN PER CENTO di coloro che hanno dei problemi relativi alla consumazione di quello che mangiano lo comunica all'amministrazione.
Questo vuol dire che i 10.000 reclami ricevuti potrebbero in realtà quantificarsi intorno al milione.
Tuttavia, l'FDA ha un grosso problema nel conservare e rispondere ai reclami che gli pervengono (non hanno mai risposto alla lettera raccomandata normalmente dal WEBMASTER di questo sito internet... una delle principali vittime!) e inoltre tendono a scoraggiare qualsiasi forma di protesta.
La questione è che la MAGGIOR PARTE delle vittime non hanno nessun indizio o informazione sul fatto che possa essere l'aspartame la causa di molti dei loro problemi!
Molte delle reazioni fisiologiche causate dall'aspartame sono pericolosissime e vanno fino alle convulsioni e la morte.

Queste sono le reazioni e gli effetti collaterali:
- dolori addominali
- a
ttacchi d'ansia
-
artrite
-
asma
-
reazioni asmatiche
-
rigonfiamento, edema (ritenzione dei liquidi)
-
problemi riguardanti il livello dello zucchero presente nel sangue (Ipoglicemia o Iperglicemia)
-
cancro al cervello (studi animali effettuati prima dell'approvazione)
-
difficoltà respiratorie
-
bruciore degli occhi e della gola
-
bruciore nell'urinare
-
difficoltà del pensiero logico
-
dolore alla cassa toracica
-
tosse cronica
-
affaticamento cronico
-
stato confusionale
-
morte
-
depressione
-
diarrea
-
capogiri
-
eccessiva sete o fame
-
affaticamento
-
distorsione della realtà
-
arrossamento del viso
-
perdita dei capelli (calvizie) oppure assottigliamento dei capelli
-
mal di testa/emicrania, capogiri
-
perdita della capacità uditiva
-
palpitazioni
-
orticaria
-
ipertensione (pressione alta)
-
impotenza e altri problemi sessuali
-
scarsa concentrazione
-
predisposizione alle infezioni
-
insonnia
-
irritabilità
-
pruriti
-
dolore delle giunture
-
laringite
-
annebbiamento del pensiero
-
accentuato cambio della personalità
-
perdita della memoria
-
problemi e cambio del ciclo mestruale
-
spasmi muscolari
-
nausea e vomito
-
formicolio e intorpidimento delle estremità
-
reazioni allergiche e simili
-
attacchi di panico
-
fobie
-
riduzione della memoria
-
aumento del battito cardiaco
-
reazioni cutanee
-
convulsioni
-
difficoltà di pronuncia
-
dolori nel deglutire
-
tachicardia
-
tremori
-
Tinnitus
-
Vertigini
-
perdita della vista
-
aumento di peso

L'aspartame peggiora o imita i sintomi delle seguenti malattie:
- Fibromialgia
-
Artrite
-
Sclerosi multipla
-
Morbo di Parkinson
-
Lupus
-
Sensibilizzazione verso molti agenti chimici
-
Diabete e complicazioni diabetiche
-
Epilessia
-
Morbo di Alzheimer
-
Difetti di nascita
-
Sindrome da affaticamento cronico
-
Linfoma
-
Malattia di Lyme
-
Problemi di concentrazione
-
Attacchi di panico
-
Depressione e altri problemi psicologici

Come accade tutto questo: Il metanolo, derivato dall'aspartame, viene liberato nell'intestino tenue quando il gruppo metilico dell'aspartame incontra l'enzima chimotripsina (Stegink 1984, pagina 143).
Il metanolo libero comincia a formarsi quando un qualsiasi prodotto liquido che contiene aspartame viene portato ad una temperatura superiore ai 30° C... questo avviene naturalmente anche all'interno del corpo umano.
Il metanolo viene quindi convertito in formaldeide.
La formaldeide dà luogo alla formazione di acido formico, il veleno delle formiche.
L' acido formico è tossico e viene usato come attivatore degli sverniciatori per i rivestimenti all'uretano ed a resina epossidica. Immaginate che cosa fa ai vostri tessuti!
La fenilalanina e l'acido aspartico costituiscono il 90% dell'aspartame e questi aminoacidi, se assunti con l'alimentazione, vengono usati normalmente dal nostro organismo per la sintesi del protoplasma.
Ma quando non sono accompagnati dagli altri amminoacidi che normalmente ingeriamo in un normale pasto di contenuto proteico [ne usiamo circa 20], diventano neurotossine.
Questo è il motivo per la quale troviamo, sull'etichetta dei prodotti EQUAL e su altri prodotti che contengono aspartame, l'avvertenza riguardante la Fenilchetonuria (PKU).
Il 2% della popolazione soffre di questo disturbo che comporta una estrema sensibilità a questa sostanza, a meno che non derivi dall'alimentazione.
Questo provoca problemi al cervello e diversi difetti di nascita!
Alla fine, la fenilalanina si trasforma in DKP (dichetopiperazina), una sostanza che provoca il tumore del cervello.
In altre parole: L' aspartame si converte in sottoprodotti pericolosi ai quali non esistono contromisure naturali.
Lo stomaco vuoto di una persona a dieta accelera queste conversioni e ne amplifica i danni.
I componenti dell'aspartame vanno dritti al cervello, causando forti emicranie, confusione mentale, convulsioni e problemi di equilibrio.
I ratti e gli altri animali usati come cavie da laboratorio sono poi morti a causa di tumori al cervello.

Malgrado le asserzioni difensive della Monsanto e di altre società:
1. Il metanolo dell'alcool e delle spremute non viene convertito in formaldeide in nessuna misura significativa.
Esistono delle forti evidenze scientifiche per confermare questo fatto riguardante le bevande alcooliche e delle prove ragionevolmente fondate per le spremute.
2. La formaldeide ottenuta dal metanolo è molto tossica anche in dosaggi *bassissimi* come evidenziato da recenti ricerche scientifiche.
3. La tossicità cronica e le reazioni e danni causati dall'aspartame derivano dalla trasformazione del metanolo in formaldeide e da altri prodotti della sua metabolizzazione anche se le industrie cercano di dimostrare il contrario con delle ricerche a breve durata usando una sostanza sperimentale che è chimicamente differente e che viene assorbita diversamente rispetto alla sostanza originale che viene messa in vendita.

Quasi tutti gli studi indipendenti comunque, "stranamente" indicano che l' aspartame può causare gravi problemi di salute.
4. Una scappatoia usata comunemente dalla Monsanto è di sostenere che l' aspartame è "sicuro" ma che tuttavia alcune persone potrebbero avere delle reazioni "allergiche".
Questo tipo di assurdità è tipica della Monsanto.
I test effettuati da loro indicano che l'aspartame non causa reazioni "allergiche".
Questo è il loro modo di provare a minimizzare e nascondere le numerose e gravi reazioni tossiche che la gente sta subendo come conseguenza dell'utilizzo a lungo termine dell'aspartame.

Sommario
Date le seguenti argomentazioni, per i ricercatori diventa definitivamente prematuro scartare il ruolo del metanolo negli effetti secondari dell' aspartame:
1. La quantità di metanolo ingerita grazie all'aspartame è senza precedenti nella storia umana. Il metanolo che si ingerisce dal succo di frutta non si avvicina neanche lontanamente alla quantità di metanolo ingerita con l'assunzione dell'aspartame, particolarmente per le persone che ingeriscono ogni giorno da uno a tre litri (o più) di bevande dietetiche.
Diversamente dal metanolo che deriva dall'aspartame, il metanolo dai prodotti naturali probabilmente non viene assorbito o non viene convertito nei relativi metaboliti tossici in misura significativa come discusso precedentemente.
2. La mancanza di riscontri scientifici relativi ai cambiamenti dei livelli di acido formico e di formaldeide nel plasma non preclude che i danni siano causati da questi metaboliti tossici.
I cambiamenti dei livelli spesso non si possono riscontrare se l'assunzione del metanolo avviene per un breve periodo.
3. I prodotti che contengono aspartame il più delle volte forniscono poche o nessuna delle sostanze nutritive che possano proteggere dall'avvelenamento cronico da metanolo e spesso vengono consumati fra i pasti.
Le persone che ingeriscono questi prodotti per seguire una dieta a basso contenuto calorico spesso hanno delle carenze nutrizionali maggiori rispetto alle persone che bevono spremute fresche.
4. Le persone con determinati problemi di salute o che usano determinate droghe possono essere molto più suscettibili all'avvelenamento cronico del metanolo.
5. Un avvelenamento lento dovuto all'assunzione prolungata di queste sostanze sfocerà in malattie croniche ed in effetti collaterali.
Molte malattie croniche che sembrano comparire improvvisamente in realtà sono maturate gradualmente nel corpo per molti anni.
6. Un numero crescente di ricerche indica che molta gente è altamente sensibile anche a dosi bassissime di formaldeide nell'ambiente.
L' esposizione ambientale alla formaldeide e da ingestione di metanolo (che si converte in formaldeide) derivato dall'aspartame probabilmente ha un effetto cumulativo deleterio.
7. E' stato riscontrato che l' acido formico tende ad accumularsi lentamente in varie parti del corpo. L' acido formico inibisce (secondo alcuni studi) il metabolismo dell' ossigeno.

8. Un sempre maggiore numero di persone quando ingerisce dei prodotti che contengono aspartame per un periodo prolungato di tempo, mostra dei problemi cronici di salute simili agli effetti collaterali dovuti all'avvelenamento cronico da metanolo.
Questo include molti casi di lesione dell'apparato visivo simili al tipo di lesione riscontrato nei casi di avvelenamento da metanolo.
Nota aggiuntiva sugli effetti tossici dell'aspartame: spesso occorrono almeno sessanta giorni senza nessuna assunzione di aspartame (NutraSweet) per vedere un miglioramento significativo.

Controllare con molta attenzione tutte le etichette (comprese vitamine e prodotti farmaceutici). Cercare la parola "aspartame" sull' etichetta ed evitarla. (evitare anche "acesulfame-k" o "sunette")

Per finire, evitare tutte quelle informazioni nutrizionali provenienti dalle organizzazioni che gestiscono le pubbliche relazioni delle industrie alimentari che producono "cibi spazzatura" come la IFIC o dalle organizzazioni che accettano finanziamenti dall'industria alimentare chimica e dei cibi spazzatura come l'Associazione Dietetica Americana.
Se siete dei consumatori di un qualsiasi prodotto contenente aspartame e avete problemi fisici, visivi, o mentali... fate una prova: evitate di assumere aspartame per 60 giorni.
Se, dopo due mesi senza aspartame i vostri sintomi sono spariti, o sono diminuiti, partecipate con noi a eliminare questa neurotossina dal mercato.

Scrivete una lettera alla FDA, mandando una copia a Betty Martini (per provare che l'FDA non conserva i reclami che gli pervengono). Scrivete ai vostri politici. Restituite i prodotti che contengono l' aspartame dove li avete acquistati... e chiedete un rimborso COMPLETO.
Fate un gran casino se non vi rimborsano completamente! Convincete tutti i vostri amici, e familiari... che staranno meglio se smetteranno di usare l'aspartame... e coinvolgeteli a fare lo stesso.
L'aspartame è diventato "un dolcificante approvato" ad opera di alcune persone avide e disoneste che speculano calpestando la vita e la salute della gente.
Visto che sia l'FDA che i politici sono ampiamente compromessi in questo scandalo, soltanto un pubblico INFORMATO ed ATTIVO potrà ottenere la riclassificazione di questo "additivo alimentare" in SOSTANZA TOSSICA e la sua rimozione dal ciclo alimentare umano.

28 set 2011

SENZA PAROLE

Leggendo a dx ed a sx ho trovato questo interessante articolo che naturalmente sarà sfuggito alla maggior parte degli Italiani. E nessun TG ne ha parlato.

"DI MARCO DELLA LUNA

marcodellaluna.inf

Spero di aver frainteso gli articoli a pag. 6 di MF (www.milanofinanza.it) di oggi – articoli invero assai poco chiari. Se così non è, si tratta di questo: Monorchio e Salerno-Aletta propongono, e i partiti mostrano trasversale interesse, di ridurre il debito pubblico del 40% in 20 anni e di rifinanziare l’economia come segue:

1)”Prestito forzoso” garantito con ipoteca sul 50% del valore non già ipotecato degli immobili dei cittadini; destinato a dare liqudità ad un “fondo” in cui mettere tutti gli immobili vendibili dello stato (attesi 700 miliardi in 20 anni), da usare per ridurre il debito pubblico – cioè comperare titoli del tesoro;

2)Altro prestito forzoso per il 10% del valore degli immobili dei cittadini, che dovrebbero comperare obbligazioni collocate da bance locali per finanziare pmi;

3)Pagamento dei debiti della pa verso i suoi fornitori italiani da farsi, per una quota da stabilirsi, non in denaro ma in bond ventennali, con ammortamento al 5% annuo e tasso legato all’Euribor sul residuo capitale, non vendibili ma utilizzabili come garanzia per ottenere credito (attesi 200 miliardi in 20 anni – e, aggiungo io, una marea di delocalizzazioni e di ricorsi per discriminazione contro i residenti in Italia).

Questo progetto sposa gli interessi della partitocrazia con quelli di Parigi e Berlino. Infatti i politici si ritroveranno con molto denaro fresco da “gestire”, molti finanziamenti da “concedere”, molti beni pubblici da “vendere”. E francesi e tedeschi si liberano dei pericolosi titoli del debito pubblico italiani che hanno nelle loro banche e nei loro fondi, a spese dei risparmiatori italiani.

I paesi euroforti hanno capito che la classe politica italiana è tale che non potrà mai gestire virtuosamente il paese, non potrà mai risanare il suo debito pubblico, che essa ha creato e continua ad espandere per sostenersi.

Quindi, se vogliono tenersi l’Italia nell’Euro almeno finché non avrà pagato i suoi bond detenuti dai paesi euroforti, questi ultimi, non potendo eliminare la classe politica italiana, dovranno venire a un accordfo con essa. L’accordo perfetto sembra proprio quello che spero che Monorchio e Aletta non stiano proponendo: sfruttando l’emergenza, i politici italiani, la partitocrazia, si prendono il valore del “mattone” dei cittadini, i loro risparmi, e li usano in parte per liberare i “superiori” franco-tedeschi dai bonds italiani, e il resto per i loro soliti business.

Marco Della Luna
Fonte: http://marcodellaluna.info
Link: http://marcodellaluna.info/sito/?p=662
27.09.2011"

24 set 2011

Timone a Dritta - Avanti a tutta forza

Interessante questo articolo :

L’analisi di Credit Suisse parte dalle voci di un imminente default della Grecia. Colpa del mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dalla troika composta da Commissione Ue, Bce e Fondo monetario internazionale (Fmi). Ormai è solo questione di tempo. Il rollover del debito ellenico, coordinato dall’Institute of international finance (Iif), ha raggiunto solo ora l’80%, mentre doveva essere a quota 90% a inizio settembre. E sebbene la prossima tranche di aiuti finanziari del bailout da 110 miliardi di euro varato nel maggio 2010 sarà probabilmente erogata, ancora non v’è certezza sul secondo piano di salvataggio deciso durante il Consiglio europeo del 21 luglio scorso. Infatti oggi la banca tedesca Deutsche Bank ha allarmato gli investitori delle possibili svalutazioni sui bond ellenici, che potrebbero superare il 21% stimato in luglio.
Il focus della banca svizzera si porta poi sulle alternative a un collasso dell’euro. In questo caso ci sono tre possibilità. La prima è che la Grecia lasci l’eurozona, provocando un parziale break-up. In questo caso, considerato ormai dalla comunità internazionale il più verosimile, le perdite potrebbero impattare su tutte le banche che detengono obbligazioni elleniche in modo significativo. Non è possibile tuttavia calcolare al meglio quanto potrebbero essere le svalutazioni da ascrivere a bilancio per gli istituti bancari mondiali.
La seconda soluzione è la creazione di un euro «a due velocità». Da un lato Germania, Austria, Olanda e Lussemburgo. Dall’altro troveremmo la Francia a guidare Italia, Belgio, Spagna e tutti gli altri. Del resto, ricorda Credit Suisse c’è un precedente storico. Fra il 1865 e il 1927 si era formata l’Unione monetaria latina, un tentativo di armonizzazione delle valute di tra Francia, Belgio, Italia e Svizzera. Nel caso di un spaccatura in due, tuttavia, ci sarebbe un vero e proprio blocco, come spiega Credit Suisse: congelamento dei depositi, guerra commerciale, enorme contrazione del mercato dei prestiti bancari. In pratica, qualcosa di molto simile a periodo dopo il fallimento di Lehman Brothers.
Infine, c’è l’opzione considerata «più interessante» dagli analisti del colosso bancario elvetico, l’uscita volontaria dell’Italia dalla zona euro. Sebbene sia considerata come un caso di studio, i vantaggi per Roma non sarebbero pochi. La base industriale italiana è considerata positivamente da Credit Suisse, come anche l’avanzo primario che attualmente sta producendo l’Italia. Il problema maggiore è legato al carattere dell’economia italiana, prevalentemente esportatrice di beni. Se Roma decidesse volontariamente di uscire dall’euro, è probabile che il resto dell’Europa periferica potrebbe finire sotto i colpi di «una imponente pressione deflazionaria», spiega Credit Suisse. Ma non solo. Data l’importanza politica dell’Italia nel progetto di formazione europea, è difficile pensare non ci possano essere altre nazioni della periferia a non optare per la stessa soluzione.
Rimane il problema di fondo. I trattati europei attualmente non permettono un’uscita dall’eurozona. Il Trattato di Lisbona, all’articolo 50, disciplina la secessione dall’Unione europea, ma non dalla moneta unica, la cui adesione è irrevocabile. Non è un caso che il cancelliere Angela Merkel stia spingendo sull’acceleratore per porre delle modifiche ai trattati, in grado anche di garantire una via d’uscita dall’euro. A fare lo stesso ci hanno pensato anche il primo ministro olandese Mark Rutte e il suo ministro delle Finanze Jan Kees de Jager, che due settimane fa hanno scritto una lunga missiva al Financial Times. Nella lettera si proponeva un alto commissario Ue al Budget, con poteri sanzionatori in caso di poca virtuosità di bilancio. E la sanzione estrema ipotizzata era proprio l’espulsione dall’eurozona.
«Il rischio maggiore è che un partito politico in Italia invochi l’uscita dall’euro». Credit Suisse torna a parlare di crisi dell’eurozona e di Euro break-up, il collasso dell’eurosistema. Lo fa parlando dei costi, politici ed economici, ma lo fa parlando anche esplicitamente dell’Italia. «Il più interessante scenario è se l’Italia decidesse di uscire volontariamente», spiegano gli analisti della banca elvetica. Nella ricerca sono calcolate anche le possibilità di un completo collasso, dato attualmente al 10%. Le probabilità tuttavia salgono al 20% nel caso la Francia perdesse il suo rating AAA. E dati gli ultimi segnali che arrivano dalle agenzie di rating, la direzione sembra essere questa.
1.080 miliardi di euro. Questa è quanto potrebbe costare un break-up della zona euro. A patire maggiormente sarebbero le banche dei Paesi periferici che, esclusa l’Italia, potrebbero subire perdite per 630 miliardi di euro. Gli istituti di credito dell’Europa più forte (Germania, Olanda, Austria, Lussemburgo) patirebbero invece almeno 300 miliardi di euro di perdite. Ma a soffrire sarebbe anche la Banca centrale europea (Bce), con almeno 150 miliardi di euro di possibili svalutazioni da compiere. Il tutto senza considerare i costi sociali e politici dell’eventuale fallimento dell’eurozona

18 giu 2011

MATERIE PRIME

Leggendo qua e là, ho trovato questo interessante articolo :

Di Andrea Guarneri - OFTrader SA
Dopo i forti ribassi sulle commodities di inizio maggio, si può osservare come, tra i preziosi, l’oro sia tornato velocemente in prossimità dei suoi massimi assoluti, da cui dista all’incirca il 2 %, a differenza dell’argento che è ancora sotto di un bel 25 per cento. Questo punto di partenza ci permette di osservare come le materie prime, direttamente legate alle prospettive del ciclo economico, siano quelle che stanno soffrendo maggiormente in questo periodo.

Ad esempio all’interno del settore energy, il petrolio sembra ancora soffrire molto, quotando al momento in area 100 $ al barile; si può tuttavia immaginare che la tenuta dei 3 minimi (realizzati rispettivamente il 6, il 12 e il 17 maggio) in area 95 $ sul contratto scadenza luglio sia molto importante: al momento, infatti, se si osservano le scadenze fino a dicembre, non si registra un “allargamento” del contango; i segnali, quindi, rimangono quelli di un possibile recupero delle quotazioni, nonostante vi sia da tenere presente l’ultimo dato sulle scorte settimanali Usa, aumentati di poco meno di 3 milioni di barili, nonostante le attese di una diminuzione di 1.6 milioni.

Tra le materie prime industriali va seguito da vicino il rame, che ha recuperato molto velocemente dal minimo del 12 maggio scorso a 385 $ sul contratto di luglio quotato al Comex, arrivando a 420 $ nella seduta del 31 maggio. Il rame rimane comunque ben distante dal suo record storico di febbraio in area 460 $; l’importanza di questo metallo è nota: fornisce un’indicazione anticipatoria sull’andamento dell’economia cinese, all’origine di molti rialzi dei prezzi di tutte le commodities, negli ultimi anni.

 Passando al settore dei grani sta soffrendo in particolar modo il frumento per la possibilità che la Russia possa riaprire le proprie esportazioni dal 1° luglio prossimo; al contrario, si sta ben comportando il Corn (Mais), per il suo doppio utilizzo sia a livello alimentare, sia per la produzione di etanolo in Usa. In pochi anni, infatti, negli Stati Uniti siamo arrivati molto vicini alla produzione brasiliana dove viene realizzato in grandi centrali di raffinazione della canna da zucchero.

Resta da seguire sempre, per chi investe o fa trading sulle materie prime, l’andamento della valuta in cui sono contrattate. L’attuale situazione del dollaro statunitense è di estrema debolezza, il minimo di maggio del Dollar Index è stato a 72.70 mentre il minimo assoluto, risalente al marzo 2008, dista solo 2 punti percentuali (70.70).