18 mar 2022

Mega due

 

No, non è possibile razionalmente credere a un ultimo miglio annunciato da due anni e puntualmente rinnegato. 

Non quando l’aggiornamento tecnico del QR è impostato su poco meno di tre anni rinnovabili

 automaticamente, fino a che, è lecito sospettare, non entrerà in vigore la nuova meraviglia di Colao, 

quell’ ID-Pay che dovrebbe assorbire il greenpass per dilatarsi ad ogni e qualsiasi attività umana 

a cominciare dai movimenti di denaro, incassi e pagamenti. 

Non quando la struttura commissariale di Figliuolo viene sostituita da tanto di 

“Unità per il completamento della campagna vaccinale e per le adozione di altre misure di contrasto alla 

pandemia” facente capo al Capo di stato maggiore della difesa.

 Un presidio militare attivo (almeno?) fino alla fine dell’anno

Non manca il contentino per la burocrazia, con l’incremento di dotazione organica del Ministero della salute,

 vale a dire nuove dirigenze opportunamente lottizzate. 

 

Poi ci si chieda il perché di una pandemia la cui immortalità vale solo per l’Italia.

 

La nuova normalità? Un miraggio

E così sono tre le Pasque rovinate, negate, afflitte. 

Col solito miraggio della “nuova” normalità di lì a venti giorni. 

Ma la normalità nuova ce l’abbiamo già ed è questo incubo ricorrente di una libertà sempre rimandata. 

 

Certo, spariscono – o almeno così ci viene promesso – le zone a colori

Ma che senso avrebbe mantenerle se il greenpass copre tutto come una gigantesca nube fantozziana? 

 

Certo, torna la capienza piena negli stadi: a fine campionato.

 

Certo, parte l’autocertificazione per chi è stato a contatto con un positivo: ma quanti sono stati zitti, 

comprensibilmente, così da spingere il governo ad una furbesca presa d’atto di una realtà nei fatti non gestibile?

 

 Certo, a scuola solo gli alunni positivi resteranno a casa:

 peccato che a quel punto mancherà una manciata di giorni alla fine dell’anno scolastico. 

 

Una presa per il kulo, tanto più che tutto il resto, resta.

 

Lo schema di Draghi e Conte

Ormai è palese lo schema, adottato da Conte e mantenuto da Draghi:

 arrivare con le restrizioni a superare le festività di primavera, 

allentarle, parzialmente, in estate, 

riprenderle in autunno. 

Senza alcuno scrupolo e senza riguardo per come si comporta il resto del mondo, 

sulla base di un superamento indiscutibile della situazione critica.

 Inconfessabili ma evidenti ragioni di opportunismo politico

 si mescolano ad altre ancora meno riferibili di carrierismi, di affari per lo più opachi, 

di suggestioni autoritarie di stampo cinese.

 

Va detto però che tanto scempio il Paese se lo merita. 

Per non avere saputo opporsi, 

per avere obbedito in modo cieco a qualsiasi prescrizione, 

per avere accettato una sottomissione al fanatismo, 

per essersi stupidamente diviso, 

per avere privilegiato l’ideologia al buon senso

 e, da ultimo, all’umanità

 

Ed anche per non avere punito una politica che, specie nelle sue componenti critiche, di opposizione, 

si è saldata rinunciando a qualsivoglia responsabilità nei confronti di 60 milioni di cittadini a questo punto violentati.

 


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