31 mar 2022

1° APRILE

 

Venerdì torno a lavorare.

Per essere più precisi, venerdì mi consentono di tornare a lavorare.


Forse è un pesce d'aprile, 

forse è proprio il giorno giusto a sigillo del ridicolo di due anni di sprovvedimenti governativi.


Due mesi fa avevan deciso che gli ultracinquantenni o si vaccinavano o non potevano andare a lavorare.


- Bisognava salvare il prossimo.

Dovevi però salvarlo solo tu non vacciato o guarito dal covid da più di 6 mesi, 

gli altri, i vaccinati, tripla dose o con green pass rafforzato erano esenti, dal non poter lavorare e dal salvataggio.


Si potevan contagiare e contagiare - e l'han fatto, purtroppo - 

ma per il Governo e il Comitato tecnico scientifico, erano, sulla carta e Qrcode, Capitan America, 

bastava continuare a non farsi i tamponi ogni 48 ore e non dire nulla a nessuno, se asintomatico anche a te stesso.


Il non vaccinato o guarito, pur con tamponi, obbligatori, ogni 48 ore, era al più Clark Kent e quindi fuori. 


Fuori dal lavoro, dai bar, dai ristoranti, dai mezzi di trasporto, dalle biblioteche. Da tutto o quasi.


- Bisognava salvare il prossimo,

che non si è salvato, e soprattutto salvarci da noi stessi. 


Colpirne cento per educarne uno.


Quell'uno che non aveva possibilità di difendersi da un ricatto, da stipendi cancellati per ben quattro mesi.


- Bisognava salvare la apparenze

dopo averci detto: serve il lockdown, le restrinzioni, i cinema  e le disco chiusi, 

la prima dose, poi la seconda, poi ancora la terza, e prossimamente la quarta dose, 

dove il mantra è stato "Salviamo il Natale" 

poi "Salviamo la Pasqua", 

e poi ancora per "salvare almeno le vacanze"

 dai "almeno il Capodanno" ect ect ect.


Bisognava invece salvare l'economia. Che non abbiamo nemmeno salvato.


- Bisognava salvare almeno la faccia

e così i privati han dovuto anche qui nella fiorente Brianza metter i soldi per aprire gli Hub vaccinali 

altrimenti la sanità lombarda manco quella salvava. 

Dopo le mancate zone rosse, 

gli usciamo di casa, 

gli stiamo a casa, 

i dpi farlocchi negli ospedali, 

gli Ospedali in Fiera,

 i positivi nelle rsa,

 dopo il per contagiarne uno ce ne vogliono almeno due.


- Bisognava salvare il Governo,

e allora "andrà tutto bene", 

gli sbirri dai balconi 

e i cani di pezza da scendere a pisciare, 

ma i provvedimenti sembravan sempre estratti da un bussotto da bimbiminchia bendati in cabina di regia.


La mascherina all'aperto non serve, 

no è obbligatoria anche in strada,


 il vaccino Astrazeneca solo over 60,

 no solo under 60,


 si ai giovani, facciamo gli openday per loro, 

è sconsigliato ai giovani,


la seconda dose con lo stesso vaccino, 

non ne abbiamo abbastanza, 

ok va bene anche vaccini diversi.


 I dodicenni non posson salire sui bus per andar a scuola senza green pass 

ma possono andare a scuola. Cazzi loro come.


Posson stare a scuola con gli stessi compagni ma non possono fare sport. 


Se sono positivi sta a casa tutta la classe, 

se un tuo compagno di classe è positivo devi stare a casa anche tu in dad, 

se i tuoi genitori sono positivi puoi andare a scuola.


Se sei un turista serve solo il base, 

se sei un cittadino che paga le tasse no.


 Il tuo green pass vale 12 mesi, 

vale facciano 9, 

dai facciam 6. 


Il tuo green pass è illimitato. 


No, dal 1 maggio è cancellato.


- Bisognava salvare la narrazione

e allora si contan i morti come Covid anche se è infarto basta esser positivi, 

si contano i ricoveri come Covid anche se sei lì per una gamba rotta.


Non si contano i morti come vaccinati se muoiono e basta.


- Bisogna salvare il valore del rigore

e il vicino dal contagio

 e allora niente assembramenti in strada, 

poi l'Italia vince gli Europei e basta non contarli, 

in fondo siam un tutt'uno.


Addirittura festa con bus scoperto e scorta polizia.


- Bisognava salvare non si sa più che cazzo

e allora passan due mesi dall'obbligo del vaccino per gli over50 untori e sicari 

e oplà, tolto con oltre due mesi di anticipo il divieto di lavorare.


Basta il gp base. 

Ma resta l'obbligo del vaccino.


- Bisognava salvare sulla base dei dati,

però ora crescono contagi, indice Rt, curva, 

i vaccinati non han nessun obbligo di tampone, 

controllo e quarantene, tracciamento e segnalazione, 

non sono invisibili al virus nonostante lo abbia detto in tv il virostar Burioni. 


Cazzo ci toccherà mica ri-salvare Pasqua e vacanze..



Venerdì torno a lavorare.



Il Governo invece deve smettere e andare a casa.        

23 mar 2022

Altro storico Utente che se ne va.

 Investire Oggi :

Questo thread non ha nulla da fare sulla sezione piazza affari.
Questa è sezione di borse operativa ( indici e future ) ,
Lo sposto indi nella sezione adatta .
Potrete in ogni momento riaprire un thread in questa sezione rispettando il tema per cui esiste'
Cioè, spiegami: in alto nei tag c’è scritto di cosa si parla in questo thread, da sempre.

Se poi, consideriamo che il 90% dei contenuti postati da me e da DD, sono grafici di future, indici, mercati, dati macroeconomici, materie prime, comparazioni etc...non è sufficiente e se, in tempo di guerra, le notizie possono comportare e comportano ripercussioni su indici, future e mercati, beh allora io resto perplesso, basito e profondamente deluso dal metro di giudizio utilizzato.

Attendo un riscontro, grazie.
Vi è stata forse tolta libertà di parola ?
Quale è il problema di discutere di argomenti consoni ad una sezione nella sezione adatta?
Ci sono le sezioni apposta sul forum.
Chi entra in sezione future, indici e erf si aspetta di trovare discussioni su tali argomenti .
Non è una punizione essere nel caffè, non capisco perché vi dobbiate sempre inalberare e pure arrivare a insultare ( Robert una settimana di ban ).
Potete tranquillamente seguire più thread .
Ne aprite uno in sezione trading e l'argomento principale di discussione sarà il trading , altri qui e discutete liberamente di ogni cosa che vi aggrada .


Quando 24 anni fa ho iniziato a lavorare come Professionista nel mondo della finanza, 

chi mi ha insegnato questo mestiere mi ha detto questo:

"Ricordati bene una cosa: se vuoi lavorare e sopravvivere nel mondo della finanza e dei mercati e quindi ridurre i rischi operativi, la prima ed unica cosa che conta sono le informazioni di cui disponi...e per informazioni non intendo quelle che trovi sui giornali il giorno dopo, che ti raccontano quello che è già accaduto, e nemmeno le informazioni divulgate dal tg che vede tua mamma o il tuo barbiere. Se vuoi sopravvivere e lavorare nel mondo della finanza, devi attingere a più fonti di informazione possibili, possibilmente di qualità elevata/privilegiata rispetto alla media e ne devi disporre nel più breve tempo possibile; perchè le informazioni che hai e il tempo in cui le lavori sono fondamentali nel prendere posizione sui mercati e operare con il minor rischio possibile, ci siamo intesi?!?!".


Quindi delle due l'una: o chi è chiamato a moderare, bannare e spostare discussioni 

non hai mai lavorato nel mondo della Finanza, e quindi non essendo un Professionista, 

non sa cosa sta facendo, ed ignora che grado di rilevanza ha l'avere o il non avere certi tipi di informazioni 

prima di operare sui mercati, oppure lo fa per altri motivi, ben peggiori e che denotano con questo tipo di

 comportamento in maniera chiara ed inequivocabile il fine del loro atteggiamento.


Infine, dici che non è stata tolta la libertà di parola...che non è una punizione scrivere nella sezione "caffè"...

bèh provo a sdrammatizzare la fragilità immensa del tuo intervento: 

quando andrai in vacanza, prenota una camera con una splendida vista sul mare...

arrivi e te la godi...poi all'improvviso, dopo qualche giorno, il direttore dell'albergo, a sua discrezione, 

ti sposta in un'altra camera, con una splendida vista sul retro...tanto non cambia niente no?!?!...

sei sempre al mare...sei sempre in vacanza...e godi di una splendida vista.

Cosa sta succedendo su I.O. ?

Anche questo Utente se ne è andato. DDUKE.

Investire Oggi :

Vi è stata forse tolta libertà di parola ?
Quale è il problema di discutere di argomenti consoni ad una sezione nella sezione adatta?
Ci sono le sezioni apposta sul forum.
Chi entra in sezione future, indici e erf si aspetta di trovare discussioni su tali argomenti .
Non è una punizione essere nel caffè, non capisco perché vi dobbiate sempre inalberare e pure arrivare a insultare ( Robert una settimana di ban ).
Potete tranquillamente seguire più thread .
Ne aprite uno in sezione trading e l'argomento principale di discussione sarà il trading , altri qui e discutete liberamente di ogni cosa che vi aggrada .
Allora Lady, fammi capire bene. 
Noi a dicembre abbiamo avuto uno scambio in privato,  ci siamo scritti cose ben precise 
e tra queste c'era anche una parolina su cosa sarebbe successo "domani" sulla Russia, 
se non ricordi puoi recuperare lo scambio privato.

Ora, sebbene io su questo forum avessi chiesto ai moderatori di non permettere più le scorribande in altri forum
e, di recente, ho pure scritto pubblicamente ai soliti di andarsene,  è chiaro che se siamo giunti nuovamente 
in questa situazione è perchè i soliti vi hanno bombardato di segnalazioni come bimbi deficienti 
e con la solita richiesta : in quel forum non parlano di mercati ecc...

Tralasciando il fatto che questi SONO I MERCATI e che se si fosse ascoltato, 
molta gente avrebbe salvato le chiappe poichè dell'Ucraina ne parliamo qui dal 2014, 
è chiaro ed evidente a tutti come trattasi solo di censura. 

Mi dici, e mi prendi per il culo così, che non vedi dove stia il problema, insultando la mia intelligenza, 
nel spostare il forum qui ! 

Mi credi così scemo ? 

Voi spostate solo quello che OGGI il regime non tollera. 

Questa è la verità.


Non cancellate, pensando di essere furbi,
ma di fatto lo fate poichè la vetrina in prima pagina ha un certo numero di visitatori,
 anche per il semplice fatto che ci cade l'occhio subito, mentre in basso è di fatto una cantina.

Quello che io non posso tollerare, dando per scontato ormai la dittatura unica,
è la censura che subiamo noi signor nessuno come deputati, giornalisti veri o grandi registi, e che non lo si dica. 

Vedi, non esiste botte piena e moglie ubriaca. 

Avete un interesse a comportavi così ? 

Lo dite e così la gente che non si piega
che pensa e che ricorda quale Nazione l'Italia fosse prima, 
chiude i ponti ma non potete pensare di andare avanti senza pagarne il prezzo.

Ovviamente è un prezzo simbolico, avevo capito che il forum era una scocciatura e non più un guadagno.

Comunque si era detto gennaio, io avevo sospeso la partecipazione perchè disgustato, pochi interventi.

Poi è arrivato quello che tu sapevi, la Russia e i soliti, sempre loro, quelli del vaccino, 
hanno avviato la solita procedura dopo essere stati svegliati, meglio riprogrammati, 
dai media e via giù martellare con il solito modello e voi, come lo scorso anno, ad agire in ugual modo. 

Ma seconde te io sono un veggente ? Dimmi, secondo te io prevedo il futuro ?

Io ho letto interventi che dicevano " ma perchè consentono questo, perchè non intervengono"
 in riferimento a questo forum, li ho letti.

Ancora una volta la plebe chiede la punizione, la censura e la ottiene. 

Conta solo questo, i fatti sono solo questi.

Quindi cortesemente ti chiedo di elencarmi la procedura di cancellazione da IO, 
di me qui non resterà nulla di tutti questi anni. 

Non ho intenzione di avere a che fare con una cosa che ha scelto non una 
ma ben due volte di stare dalla parte sbagliata della storia. 

Ero stato chiaro, educato, gentile, ho ricevuto solo una merda in faccia 
e non me ne frega niente se IO subisce pressioni 
oppure se veramente credete in quel che fate ovvero più realisti del re.


Non c'è più la democrazia, non c'è più la libertà di parola e il comportamento bambinesco 
del "non è la sezione giusta" dopo essersi presi in faccia migliaia di punti indice
 proprio a causa della geopolitica ora, virus ieri, vi copre di ridicolo.


Io credo che la maggior parte di voi pensi che l'italiano sia scemo;
sono d'accordo, l'italiano medio è scemo 
ma su questo forum non siamo più italiani medi da tanto tempo 
oppure mi pensi come quello, guru, che bellamente mi vien a prendere per il culo dicendomi che nego la guerra ? 
A me !!!

Non sono mai andato a sporcare altri forum,
scrivevo qui e su quello di Snapo anche perchè se una passa il tempo a saltare di forum in forum, 
vuol dire che oltre a non aver nulla da dire, non fa neppure un cazzo di niente nella vita. 

Ti avevo chiesto di impedire ciò ! 

Lo avete fatto ? No. 

Perchè non l'avete fatto ? 

Perchè siete d'accordo e la scusa "ci è scappata di mano la situazione" non regge più.

Siamo un fastidio?

Sono un fastidio ? 

Me lo dici e mi levo dalle palle, non mi mandi in cantina per aver botte piena e moglie ubriaca.


Ultima cosa, su IO ci sono un sacco di nazistelli,solo che come i nazistelli sono dei gran codardi 
e non scrivono quello che pensano delle popolazione dell'est in particolare dei russi ovvero che sono dei subumani, 
studiate la storia, e quando finirà tutta questo schifo, covid e guerra, 
e la verità verrà fuori per entrambi gli argomenti, cosa sarà rimasto di IO ? 

Cosa rimarrà di IO ? 

Non saranno certo quei quattro sfigati che vi hanno incitato a mantenerlo.

Per tutti gli altri, una delle tanti fonti sul campo da anni.
https://www.youtube.com/c/VNRangeloni/videos


Siate sempre Voi stessi perchè quando saremo in punto di morte, 
saremo soli come lo siamo ora mentre per gli altri sarà la prima volta.


"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono infine vinci.
 La verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene contrastata, viene accettata come ovvia.
"

“Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà, e allora l’evento storico non incide che materialmente, seppure per decenni. 
La resa e il tradimento hanno invece incidenze morali che possono gravare per secoli sul prestigio di un popolo, 
per il disprezzo degli alleati traditi, e per l’uguale disprezzo dei vincitori con cui si cerca vilmente di accordarsi.
Non mi sembra che tali ideali e convincimenti abbiano un’impronta fascista. Appartengono al patrimonio morale di chiunque”

 

19 mar 2022

bluff di stato

 

Come ha correttamente rilevato chi mi ha preceduto, 

le misure annunciate da Mario Draghi per tornare alla normalità hanno, soprattutto per noi aperturisti,  

un plumbeo colore gattopardesco

 Rispetto a ciò che hanno fatto molti grandi Paesi europei, tra cui la Francia, 

i quali hanno da tempo cancellato in un’unica soluzione tutte le restrizioni,

 il nostro governo dei migliori ne mantiene un nucleo sostanzioso,

 riservandosi di tornare sui suoi passi nel caso la curva epidemica, ossia il solito spauracchio dei contagi, 

dovesse risalire. 

 

Ovviamente, dato che il Sars-Cov-2 è endemico da tempo, 

circolando liberamente tra la popolazione come i suoi parenti del raffreddore, 

chi è al potere può disporre a suo piacimento di un micidiale strumento di pressione politica e sociale,

 per non dire altro.

 

D’altro canto, siamo di fronte alla reiterazione di una colossale mistificazione di massa 

 che dura oramai da oltre due anni. 

Mistificazione, direi, perfezionata dal nostro prestigioso presidente del Consiglio, 

il quale ha con efficace sintesi elencato i falsi presupposti per motivare la prudenziale gradualità 

di ciò che ci viene presentata come una liberazione finale:

 la scienza come giustificazione per l’adozione delle difficili misure fin qui adottate. 

 

Misure stringenti rese necessarie dal contenimento di un contagio che continua a venir descritto 

come l’anticamera dell’obitorio. 

Infine, la dogmatica efficacia di queste ultime in relazione al presunto disastro 

che ha riguardato l’esperienza di chi, proprio per non averle adottate, ha poi dovuto rapidamente correre ai ripari.

 

In realtà, come ben sa chi si prende la briga di leggere i numeri di una pandemia a bassa letalità relativa, 

l’andamento delle varie curve – contagi, ospedalizzazioni e decessi – di gran parte dei Paesi occidentali 

sembra assolutamente prescindere dalle citate misure, 

le quali possono aver solo rallentato la diffusione del virus in una prima fase, 

ma non lo hanno certamente bloccato. 

 

Così come non lo hanno bloccato le vaccinazioni di massa

 

Eclatante in questo caso l’esempio della eretica Svezia, 

la quale ha seguito sin dal principio i dettami di un’altra “scienza”, non chiudendo nulla

 e conseguendo risultati ben più lusinghieri dei nostri.

 

Purtroppo però, citare altri esempi ancor più eclatanti

 – vedi il caso del Giappone con pochissimi morti e zero chiusure – 

servirebbe a poco per esorcizzare quella citata mistificazione di massa

che ha convinto la maggior parte degli italiani di avere a che fare con qualcosa di simile alla peste bubbonica. 

Tanto è vero che la controprova plastica di tutto questo è fornita dal gran numero di persone le quali, 

malgrado ne sia stato abolito l’obbligo, circolano all’aperto con la mascherina

Assai di più rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, 

in cui la popolazione vaccinata rappresentava ancora una esigua minoranza.

 

Ora, così come mi trovo a ripetere da tempo, mi sembra sempre più evidente 

che alla base di questo inganno democratico senza precedenti, portato avanti con estrema spregiudicatezza, 

vi sia il tentativo di mantenere in piedi un clima di allarme e di paura diffusa, 

così da capitalizzarne gli effetti sul piano elettorale nelle elezioni politiche del 2023.

 

Ed è a mio avviso solo per questo, e non certamente per tutelare la salute di una popolazione 

ancora atterrita malgrado tre dosi di vaccino, che il ministro Speranza,

 leader di un partito irrilevante prima del virus, continua a frenare sulle riaperture, 

assecondato con tanto di pubblici ringraziamenti da Mario Draghi. 


 

18 mar 2022

Mega TRE

 

Presenzialisti pronti a maledire i refrattari. 

Conduttori in combutta per umiliare le poche voci dissenzienti. 

Giornalisti in studio con la mascherina per riattizzare il fuoco dell’isteria. 

 

Alla conferenza stampa di poco fa c’erano “cani da guardia del potere”, alla lettera

 che senza ritegno incitavano Speranza ad accelerare sulle prossime dosi. 

 

Fino alle alte cariche a tutela di un delirante e vergognoso status quo

Mattarella insiste sul boicottaggio mediatico dei “novax”,  

Draghi è arrivato a ringraziare Speranza

il CTS (che verrà sciolto a fine aprile) 

ed i consulenti “per lo straordinario lavoro condotto sulla base della scienza”.

 

Concetto ribadito coi giornalisti subito dopo il Consiglio dei Ministri, 

dove il premier ringrazia Speranza, ringrazia Conte, ringrazia gli italiani, 

che hanno subìto di tutto e di più, ringrazia Figliuolo, 

e così molla un calcio nelle parti basse proprio di Conte,

 ringrazia le regioni, e soprattutto ringrazia il greenpass: 

proprio così, il lasciapassare che “ci ha portato a un +6% di Pil e ha evitato ottantamila morti”

e siamo all’impudenza. 

 

Ma è la voce del regime:

 io posso dire quello che voglio

 e, per quanto assurdo, 

per quanto bugiardo, 

è la verità.

 L’unica. 

 

Anche Speranza ringrazia a raffica, e a buon diritto: 

in qualsiasi altro Paese sarebbe stato defenestrato a furor di popolo. 

E gli vibra nella voce la sofferenza per la pur farlocca dismissione del Panopticon, 

e gli trilla in gola il sollievo quando ribadisce che “le mascherine verranno mantenute” 

e che “dovessero verificarsi nuove emergenze, noi siamo pronti”.

 

Mentre scrive queste note, il cronista viene raggiunto da numerosi lettori che sentono le parole, incredibili, 

di Draghi, e chiedono: ma ci è o ci fa? 

 

Effettivamente è difficile capire se sia saltato l’equilibrio o se, viceversa, 

quell’equilibrio sia lucidissimo nello scatenare l’ennesima provocazione 

a corredo di una raffica di regole che mantengono l’impossibile vivere 

e lo chiamano road map verso la libertà.

 

B U F F ON I

 



Mega due

 

No, non è possibile razionalmente credere a un ultimo miglio annunciato da due anni e puntualmente rinnegato. 

Non quando l’aggiornamento tecnico del QR è impostato su poco meno di tre anni rinnovabili

 automaticamente, fino a che, è lecito sospettare, non entrerà in vigore la nuova meraviglia di Colao, 

quell’ ID-Pay che dovrebbe assorbire il greenpass per dilatarsi ad ogni e qualsiasi attività umana 

a cominciare dai movimenti di denaro, incassi e pagamenti. 

Non quando la struttura commissariale di Figliuolo viene sostituita da tanto di 

“Unità per il completamento della campagna vaccinale e per le adozione di altre misure di contrasto alla 

pandemia” facente capo al Capo di stato maggiore della difesa.

 Un presidio militare attivo (almeno?) fino alla fine dell’anno

Non manca il contentino per la burocrazia, con l’incremento di dotazione organica del Ministero della salute,

 vale a dire nuove dirigenze opportunamente lottizzate. 

 

Poi ci si chieda il perché di una pandemia la cui immortalità vale solo per l’Italia.

 

La nuova normalità? Un miraggio

E così sono tre le Pasque rovinate, negate, afflitte. 

Col solito miraggio della “nuova” normalità di lì a venti giorni. 

Ma la normalità nuova ce l’abbiamo già ed è questo incubo ricorrente di una libertà sempre rimandata. 

 

Certo, spariscono – o almeno così ci viene promesso – le zone a colori

Ma che senso avrebbe mantenerle se il greenpass copre tutto come una gigantesca nube fantozziana? 

 

Certo, torna la capienza piena negli stadi: a fine campionato.

 

Certo, parte l’autocertificazione per chi è stato a contatto con un positivo: ma quanti sono stati zitti, 

comprensibilmente, così da spingere il governo ad una furbesca presa d’atto di una realtà nei fatti non gestibile?

 

 Certo, a scuola solo gli alunni positivi resteranno a casa:

 peccato che a quel punto mancherà una manciata di giorni alla fine dell’anno scolastico. 

 

Una presa per il kulo, tanto più che tutto il resto, resta.

 

Lo schema di Draghi e Conte

Ormai è palese lo schema, adottato da Conte e mantenuto da Draghi:

 arrivare con le restrizioni a superare le festività di primavera, 

allentarle, parzialmente, in estate, 

riprenderle in autunno. 

Senza alcuno scrupolo e senza riguardo per come si comporta il resto del mondo, 

sulla base di un superamento indiscutibile della situazione critica.

 Inconfessabili ma evidenti ragioni di opportunismo politico

 si mescolano ad altre ancora meno riferibili di carrierismi, di affari per lo più opachi, 

di suggestioni autoritarie di stampo cinese.

 

Va detto però che tanto scempio il Paese se lo merita. 

Per non avere saputo opporsi, 

per avere obbedito in modo cieco a qualsiasi prescrizione, 

per avere accettato una sottomissione al fanatismo, 

per essersi stupidamente diviso, 

per avere privilegiato l’ideologia al buon senso

 e, da ultimo, all’umanità

 

Ed anche per non avere punito una politica che, specie nelle sue componenti critiche, di opposizione, 

si è saldata rinunciando a qualsivoglia responsabilità nei confronti di 60 milioni di cittadini a questo punto violentati.

 


Mega-galactica presa perilkulo

 

Se la Storia si ripete in forma di farsa, una farsa in cosa si ripete?

 Il Consiglio dei Ministri di ieri, preceduto dalla cabina di regia, ha partorito una road map

come viene pomposamente definita, che è una sonora presa per i fondelli 

e ha un bel coraggio Dagospia a titolare “Greenpass, liberi tutti” riprendendo un’Ansa: 

di fatto, le nuove misure adottate da Draghi sono tutto un procrastinare, un allungare, 

un rimandare una libertà alla quale ormai nessuno crede più.

Il green pass resta

Usque tandem

Basta scorrere il come sempre tortuoso decreto: 

una incessante sequela di aggiornamenti dal primo di aprile al trenta, vale a dire al mese di maggio.

 Il lasciapassare resta in vigore, vuoi nella versione base, vuoi in quella rafforzata

 per accedere praticamente a qualsiasi cosa: 

trasporti (con il ritorno del capolavoro di surrealismo che prevede il “QR base” per i mezzi che attraversano 

più di 2 regioni ma non per quelli locali: contagio a tachimetro),

 teatri,

luoghi di svago, 

di ricreazione, 

di attività sportiva eccetera. 

Lo stesso per le maledette mascherine, che, quanto alle scuole, vengono mantenute sino alla fine delle lezioni, giugno inoltrato.

 E per tutti gli altri sono confermate, al chiuso, fino al 30 aprile con tutte le differenziazioni del caso

(quando Ffp2, quando chirurgiche).

Obbligo vaccinale per gli over 50

Il governo non rinuncia alla babelica confusione sull’utilizzo del greenpass, spacciandola per gradualità;

ma si capisce poco, tanto per cambiare, quanto a tempi, scadenze, ambiti di uso. 

Rimane, lo sapevamo, l’obbligo vaccinale degli ultracinquantenni fino a metà giugno

 Per loro al lavoro sarà sufficiente il green pass base, non però per il personale di tutti i luoghi di cura, 

vincolato fino alla fine dell’anno.

Siamo sicuri finirà tutto?

Dopodiché, chi ci assicura che il 30 aprile sarà realmente la fine dell’incubo?  

Questo governo non ha fatto che mentire

 ed è quasi scontato che nuove dilazioni pioveranno, tanto più che i dioscuri del terrore, 

come Ricciardi, come Abrignani, come Garattini, 

già blaterano anatemi sull’abolizione delle mascherine al chiuso in estate, per la serie: 

finché c’è variante c’è speranza e se non c’è ce la inventiamo, diciamo che è attesa, che è inevitabile.

 

 

16 mar 2022

Cartella Esattoriale

 

La cartella esattoriale è un titolo esecutivo

vuol dire che se non viene pagata entro 60 giorni, 

il fisco può pignorare i beni senza il bisogno di rivolgersi al tribunale

Come opporsi se questa presenta dei vizi? 

Innanzitutto, è necessario verificare la data in cui si è ricevuta la cartella. 

Da questa si hanno 60 giorni per fare ricorso

Dopodiché, bisogna verificare quale sia il giudice competente. 

Se la cartella si riferisce al mancato pagamento di imposte, bisogna rivolgersi alla Commissione tributaria provinciale

Se è relativa invece a multe stradali, sanzioni amministrative o al canone dell’acqua domestica, la competenza è del Giudice di pace.

 Se infine la cartella si riferisce all’omesso versamento di contributi all’Inps o all’Inail, il ricorso va presentato dinanzi al Tribunale ordinario, sezione lavoro. 

Per la contestazione è consigliabile riferirsi a un esperto: un avvocato, un commercialista o un ragioniere

È comunque possibile difendersi da soli, se la controversia non supera i 1100 euro dinanzi al Giudice di pace             o 3000 euro qualora si trattasse della Commissione tributaria.

Se la cartella non supera i 20.000 euro, bisogna notificare il ricorso introduttivo alla controparte (l’Agente per la riscossione e l’Ente creditore) ed attendere 90 giorni per la valutazione dell’annullamento della cartella ritenuta illegittima. 

Talvolta, si può ricevere una proposta transattiva (un vero e proprio contratto che annulla la controversia). 

Se nulla di ciò avviene, il contribuente può iscrivere a ruolo il ricorso e procedere. 

Quando si contesta una cartella, lo si può fare o a causa di vizi di forma o di sostanza.

 I primi attengono alla compilazione della cartella, mentre i secondi alla legittimità della pretesa. 

Per i vizi di sostanza, una volta arrivato l’atto di intimidazione, non è più possibile contestare il merito della pretesa. 

E ciò perché, semmai dovessero esserci degli errori da parte dell’Amministrazione, questi andavano evidenziati prima che arrivasse la cartella, ossia al ricevimento dell’avviso di pagamento

Questo tipo di vizi della cartella sono per lo più attenenti alla mancata notifica del precedente accertamento, oppure riguardano l’emissione dell’atto nonostante l’avvenuto pagamento del debito.

Quello dei vizi di forma è un insieme più ampio. 

In generale, è illegittima la cartella che non rispecchi lo schema ministeriale

Questa deve indicare l’imposta a cui si riferisce o la sentenza di condanna. 

Deve inoltre specificare il responsabile del procedimento.

Importante è l’accuratezza relativa ai criteri di calcolo degli interessi

Devono essere analiticamente indicati per ciascun anno, in modo che il contribuente possa verificare che gli stessi siano stati conteggiati correttamente. 

Nel caso in cui la cartella non venga correttamente notificata, per esempio spedita a un indirizzo sbagliato, non è consigliabile impugnare la medesima. 

La sola dimostrazione che il contribuente sia venuto a conoscenza dell’atto illegittimo, “sanerebbe il vizio”. 

È auspicabile, pertanto, che venga ignorata la cartella e poi fare ricorso contro il successivo atto dell’Agente della riscossione

 In quella sede, infatti, va dichiarato di non aver mai ricevuto l’atto intimidatorio precedente. 

L’Agente è obbligato a conservare la copia della cartella di pagamento, anche quando si sia avvalso delle modalità semplificate di diretta notificazione, quindi di raccomandata postale.

“Il concessionario deve conservare per cinque anni la matrice o la copia della cartella con la relazione dell’avvenuta notificazione o l’avviso di ricevimento ed ha l’obbligo di farne esibizione su richiesta del contribuente o dell’amministrazione”: così dice la legge

Ormai, con la digitalizzazione dei documenti, la “matrice” ha perso la sua valenza applicativa. 

Adesso, l’unica modalità di conservazione della cartella è la copia di quest’ultima. 

Per concludere, in caso di indisponibilità della copia richiesta della cartella, il concessionario dovrà rilasciare un attestato che specifica la mancata detenzione dell’atto, curandosi di illustrarne le cause, poiché è evidente che l’obbligo di ostensione non è realmente attuabile.

Che bello fare il "giullare di palazzo"

 Da una parte parlano di “allentare le restrizioni”, 

dall’altra varano un nuovo decreto in cui lasciano Green pass base e mascherine.

 C’è il contentino dell’abolizione del Super Green pass, è vero, ma nulla più. 

 

Da una parte parlano di ritorno alla normalità, 

dall’altra (vedi Speranza, Ricciardi e Abrignani) che cercano subito di sfruttare un nuovo presunto aumento di contagi 

per mantenere l’emergenza.

 

 Sarà per la paura di perdere il lavoro… ?

Fatto sta che è iniziato il nuovo bombardamento mediatico e governativo sulla Omicron BA.2, 

o più comunemente “Omicron 2”. 

 

È la versione del virus Sars-CoV-2 “più contagiosa di sempre”. 

 

Le sue origini, però, non sono ancora chiare.

 Scrive ad esempio Il Tempo

“Sappiamo che è la «sorella» di Omicron, individuata per la prima volta in Sud Africa e che ora è maggioritaria in Italia. Secondo alcuni ricercatori, sarebbe nata in India lo scorso dicembre per poi diffondersi in Cina, Israele, Danimarca,           Australia, Canada e Singapore. Ed ora anche in Europa, Italia compresa. Le prime evidenze che arrivano da Israele, Danimarca e Regno Unito, che stanno già attraversando una fase di prevalenza della variante BA.2, indicano che Omicron 2 ha una capacità di diffusione maggiore del 30 per cento rispetto a Omicron 1. Se questi risultati fossero confermati, saremmo di fronte alla variante più contagiosa mai conosciuta” 

Gli esperti stimano che, qualora dovesse esserci una nuova ondata di Omicron 

“sarà data in prevalenza dalla variante 2 che in questo momento, a livello mondiale, è ormai al 60%, 

come riferito dall’immunologo americano Anthony Fauci. 

Omicron 2 sembra colpire di frequente l’intestino.

 I 6 nuovi sintomi sono nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, bruciore di stomaco e gonfiore.

 Fino a questo momento eravamo abituati a sintomi come febbre, tosse, respiro affannato, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, possibile perdita di olfatto o sapori, mal di gola o voce rauca, congestione nasale”.

 Detto questo, però, è bene sottolineare ancora una volta che quel che conta sono i sintomi gravi,

 le ospedalizzazioni, le terpie intensive e i decessi. 

E su questo fronte c’è da stare tranquilli. 

Quindi di cosa stiamo parlando? 

Quale emergenza?

 “Le persone contagiate difficilmente rischiano di essere ricoverate in strutture ospedaliere. Sul fronte del sistema sanitario sono 8.473 i posti letto occupati nei reparti Covid ordinari. Sono 16 in meno i posti in terapia intensiva:

 il totale dei malati più gravi è ora pari a 502”.

SU 60.000.000 di ITALIANI

Qualcosa non mi convince

 Noi, abbiamo proclamato uno "stato d'emergenza" per un conflitto interno che sta accadendo 

a più di 2000 km. di distanza.

 

Anni fa ce ne siamo sbattuti - anzi abbiamo partecipato - ad un conflitto a 100 km. da casa nostra

e nessuno aveva dichiarato lo stato d'emergenza.


Mah

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15 mar 2022

Psicosi da infermità mentale ?

 

Mentre in Francia si ballava sulle piazze per l’abolizione di gran parte delle restrizioni sanitarie

 (è rimasto solo l’obbligo delle mascherine sui mezzi pubblici e negli ospedali),

 nella mia regione d’elezione, la verde Umbria, la psicopolizia sanitaria intensificava i controlli

così come riportato da alcuni giornali locali.

Secondo un lungo articolo pubblicato da QuotidianodellUmbria.it, detti controlli sarebbero “finalizzati a verificare il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica.” 

Tanto è vero che nell’operazione, che ha visto coinvolti gli agenti dei commissariati di Perugia, Assisi, Città di Castello, Foligno e Spoleto, si sono battuti tanto i quartieri centrali che quelli periferici, con particolare attenzione alle zone commerciali e alle stazioni ferroviarie.

 L’azione, si legge ancora, “si sarebbe concentrata sulle verifiche circa il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e il possesso delle certificazioni verdi all’interno dei centri commerciali, nei cinema sui mezzi di trasporto pubblico, nei bar e nei ristoranti.”

 

Ebbene, dopo aver verificato circa 4.000 abominevoli green pass ed alcune centinaia di attività di vendita al dettaglio,

 è stato scovato un solo soggetto irregolare, se così vogliamo definire il disgraziato. 

Sembra infatti che un dipendente di un negozio di ortofrutta sia “stato sorpreso – così riporta il pezzo citato – 

a prestare la propria attività lavorativa in assenza del previsto green pass”.

 Il poveretto, a seguito della contestazione degli agenti, avrebbe poi dichiarato a verbale: “pensavo di essere in regola.” 

È probabile che il malcapitato era finora vissuto nell’illusione di trovarsi in un Paese normale

cosa che questa demenziale guerra al coronavirus ha clamorosamente smentito.

 

Ora, l’elemento che pare abbia scatenato anche in molte altre parti del Paese un rigurgito di caccia all’untore sia il solito nesso farlocco tra contagi, dati in leggero aumento, e malattia grave.

Malgrado con il crollo dei ricoveri in atto in tutta Italia, sia sempre più evidente che tale nesso serve solo a tenerci in un ingiustificato allarme a tempo indeterminato, già parecchi mezzi d’informazione parlano di una nuova, preoccupante ondata di Covid-19.

 

A questo proposito, sempre citando l’Umbria, così un titolo della pagina locale del quotidiano “La Nazione”:

 “Covid, Umbria nella sesta ondata. Alcuni reparti riconvertiti per far fronte all’emergenza.”

Ebbene, sapete quanti sono i ricoverati in terapia intensiva positivi al Sars-Cov-2 in tutta la regione ?

Su una capienza massima di 140 posti letto? 

 

5, dicasi CINQUE persone intubate.

 

Ogni ulteriore commento sarebbe, a questo punto, del tutto superfluo.

 

Cosa riusciranno ad inventarsi, ancora ?

 

Il 31 marzo è ormai alle porte.  

Cesserà lo stato di emergenza sanitario, che dura ormai da più di due anni, da quando cioè fu dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020. 

Per superare il limite dei 24 mesi previsti dal D.Lgs. n. 1/2018, quindi con scadenza al 31 gennaio 2022, il governo Draghi introdusse una proroga oltre termine con decreto-legge n. 221/2021 (fino al 31 marzo 2022).   

E fin qui son cose che sappiamo e che, come cittadini, subiamo.

Ma cosa succede dal 1° aprile in avanti? 

 Senza una ulteriore proroga espressa, lo stato di emergenza decade in automatico il 31 marzo. 

Il problema resta per tutte le disposizioni introdotte dal 23 febbraio 2020 in avanti, cioè dal primo decreto-legge e dai primi Dpcm emanati per far fronte all’emergenza sanitaria. 

Stiamo parlando della cosiddetta legislazione emergenziale, sarebbe meglio dire “amministrazione emergenziale”, perché rappresentano un insulto all’idea della legge: 

un coacervo di disposizioni in larga parte discriminatorie,

 di difficile applicazione e che non fanno in tempo ad essere emesse che già vengono superate da nuove.

La Legge n. 11 del 18 febbraio 2022, che ha convertito con modificazioni il decreto-legge n. 221 del 24 dicembre 2021, prevede espressamente l’efficacia del green pass base e del green pass rafforzato fino al 31 marzo 2022, data in cui scade lo stato di emergenza.

Nello specifico:

Per il green pass base, dal 1° aprile la sua efficacia decadrà automaticamente in assenza di proroga dello stato di emergenza, in particolare lì dove è previsto: 

per mense e catering continuativi su base contrattuale, 

per la partecipazione ai concorsi pubblici, 

per la frequentazione ai corsi di formazione pubblici e privati e 

per gli avvocati che accedono negli uffici giudiziari (art. 5 del decreto-legge n. 221/2021 modificato dalla Legge n. 11/2022).

Per quel che concerne il green pass rafforzato (detto anche super green pass), 

la validità è parimenti collegata alla scadenza dello stato di emergenza (31 marzo). 

Dunque, in assenza di proroga dello stesso, dal 1° aprile il super green pass non si applicherà più 

ai servizi di ristorazione al banco o al tavolo, sia all’aperto che al chiuso, 

alberghi e altre strutture recettive, 

musei e mostre, 

piscine, palestre e strutture recettive, 

sagre, fiere, congressi e convegni, 

centri termali e culturali,

 spettacoli e competizioni sportive, 

sale da ballo e discoteche, 

strutture del sistema nazionale di istruzione per gli over 12 

e nelle strutture appartenenti alle istituzioni universitarie e di alta formazione artistica, musicale e coreutica, 

nonché alle altre istituzioni di alta formazione collegate alle università, compresi gli studenti delle predette istituzioni,

 oltre all’accesso sui mezzi pubblici 

e l’uso delle mascherine Ffp2 (art. 5 bis del decreto-legge modificato dalla legge di conversione).

L’uso del green pass rafforzato cessa il 31 marzo anche nell’ambito del settore lavorativo pubblico e privato             (art. 5 septies a seguito di modifica, art. 9 quinquies).

 

Un meraviglioso, e quasi inatteso, “liberi tutti”

 Stando alla Legge n.11/2022 sembrerebbe proprio di sì, 

ma c’è da dire che il premier Draghi e il ministro della salute Speranza 

hanno già annunciato che prima del 31 marzo il governo adotterà un nuovo decreto-legge 

per impedire la fine dell’obbligo di possedere la certificazione verde con la cessazione dello stato di emergenza,

 prevedendo graduali allentamenti fino all’estate. 

 

Dunque, dal 1° aprile, green pass base e green pass rafforzato potrebbero continuare ad avere efficacia,

 in una cornice di graduale allentamento fino a giugno. 

Poi si vedrà. 

 

Alla luce delle intenzioni del governo, il 31 marzo potrebbe pertanto restare solo una data simbolica.

 

Il dubbio, legittimo, che il governo voglia solo congelare (e non abrogare) la certificazione verde 

viene da un Dpcm del 2 marzo 2022, che il premier ha adottato nel silenzio pressoché generale. 

 

Il Dpcm prevede infatti che il super green pass abbia in caso di somministrazione della dose di richiamo 

successiva al ciclo di vaccinazione primario, una validità “tecnica” per un massimo di cinquecentoquaranta giorni.

 Questo non vuol dire che il super green pass dovrà essere esibito nei prossimi dieci mesi, 

vuol dire però che l’efficacia dello stesso resta “tecnicamente” valida fino alla fine dell’anno 

in modo che – se ce ne fosse bisogno – possa essere resuscitato. 

 

A parte questo resta il problema del nuovo decreto-legge che sta preparando il Governo.

 Il punto decisivo è: 

può il Parlamento ratificare questo nuovo eventuale decreto o già soltanto il parlarne da parte del premier e del ministro dovrebbe far alzare la voce di un nutrito dissenso?

Ci sono tuttavia altri problemi che vale la pena richiamare.

 

Da tutto quello che si è detto sinora resta escluso l’obbligo vaccinale per tutti gli over 50

  introdotto dal decreto-legge n. 1 del 7 gennaio 2022 (convertito in Legge n. 18 del 4 marzo 2022), 

che resta in vigore fino al 15 giugno 2022, 

nonché l’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori (medici, personale sanitario e amministrativo della sanità, docenti e personale amministrativo della scuola, docenti universitari, militari, forze di polizia e di soccorso pubblico).

 

Come si è detto l’obbligo vaccinale vige fino al 15 giugno 2022 

indipendentemente dalla cessazione a fine marzo dello stato di emergenza,

 pertanto dal 1° aprile ci troveremo di fronte ad una nuova discriminazione: 

da un lato decine di milioni di persone vedranno quantomeno allentare le norme sul super green pass e sul green pass base, 

dall’altro gli over 50 e le categorie obbligate al vaccino 

per le quali la cessazione dello stato di emergenza non avrà alcun effetto giuridico a causa del persistere dell’obbligo vaccinale.

 

Così si crea panico. Grazie Media del terrore.

 

Gira un volantino di un noto supermercato che recita:

 “A fronte della grave situazione internazionale, per garantire continuità di rifornimento 

è previsto l’acquisto massimo di due pezzi di scontrino per olio di semi di mais. Grazie per la collaborazione”. 

 

Le attività commerciali nei giorni scorsi sono state letteralmente prese d’assalto, 

in un clima di psicosi legato alla guerra (il conflitto russo-ucraino) e allo sciopero degli autotrasportatori 

(una mobilitazione, peraltro, stoppata dalla commissione di garanzia). 

Scaffali “ripuliti” lungo tutto lo Stivale, con scene che hanno rimandato la mente al 2020, in piena pandemia da Covid-19.

Roba da non credere: da Nord a Sud la paura ha fatto “novanta”. 

Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole e forestali, nel corso della trasmissione “Caffè della domenica”, su Radio 24, ha però tenuto a precisare:

 “Sono assalti immotivati, non ci saranno problemi di approvvigionamento”. 

 “Effettivamente ci sono materie prime di cui noi ci approvvigioniamo da alcuni Paesi in conflitto o molto vicini al conflitto e che hanno fatto scelte commerciali piuttosto discutibili, come l’Ungheria, però abbiamo anche una forza produttiva che ci consente di dire che problemi ai supermercati non ci saranno. E dobbiamo anche dare un messaggio di speranza e tranquillità ai cittadini, perché in questo momento non ci sono motivi per fare l’assalto agli scaffali del supermercato”.

 

Insomma, l’invito è quello di mantenere la calma, visto che gli orizzonti non sono ancora apocalittici come quelli dei film americani del Secondo dopoguerra. 

Quindi, sì al carboidrato e alla farina ma nelle giuste quantità. 

E poi parsimonia con l’olio, a meno che in casa non ci sia una moglie come quella di Gianni Livore (personaggio interpretato da Corrado Guzzanti) che friggeva qualsiasi cosa a qualunque ora. 

In tal caso, tanta solidarietà e comprensione.

 

Questi sono fuori di testa

 

Alla fine se n’è accorto pure “il Supremo” 

(così ebbe a definirlo il soi-disant “Elevato” Beppe Grillo quando, come un sol uomo, 

si collegarono per dettare la linea alla congiunta dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle

ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani

 “Il caro-benzina è una truffa”.

 

A dire il vero quaggiù nel mondo reale ce ne eravamo accorti da ben prima che i camionisti scendessero sul piede di guerra, si formassero le file di automobilisti fuori dai distributori e nei supermercati scoppiassero risse per accaparrarsi un litro di olio di semi. 

Ma sarebbe inutile fare gli schifiltosi, meglio tardi che mai.

Pertanto, per dirla con Lenin, che fare? 

(qualcuno avverta Luciano Canfora che stiamo discutendo di prezzo della benzina, altrimenti udito il richiamo della foresta c’è il rischio che infili l’elmetto e vado ad arruolarsi nell’Armata Rossa: non resisteremmo al rimorso).

Proviamo a fare di conto. 

Il costo di produzione della benzina è di soli 87 centesimi al litro (sì, avete letto bene: € 0,87). 

Sapete, quindi, perché per fare il pieno dovete accendere un mutuo bancario? 

È presto detto:

 al costo di produzione si devono aggiungere accise che pesano per il 55 per cento

 ed Iva al 22 per cento (Iva che paghiamo pure sulle accise, roba che neppure i cravattari della Suburra, 

con le scarpe di pitone d’ordinanza e un qualche “Spaccapollici” al seguito, oserebbero immaginare).

 

Tagliamo, quindi, anche solo temporaneamente, le accise o almeno la finiamo di tassare con l’Iva pure quelle?

 

Giammai, dalle parti del Nazareno in men che non si dica si escogita un misterioso “Assegno Energia”.

 L’ennesimo sussidio anziché l’abolizione, anche parziale, della più iniqua delle tassazioni.

A pensar male si potrebbe credere che a certa politica i sussidi piacciano così tanto per le ovvie ricadute in termini di consenso clientelare.

 Così come che gli stessi (sussidi) esercitino una attrazione irresistibile per la burocrazia più inefficiente del mondo occidentale (dati Ocse) che di quella politica costituisce lo zoccolo duro elettorale, per la non meno ovvia ragione che ne accrescono il parassitario potere di veto.

Ma quaggiù alla pace eterna teniamo e, quindi, ci limitiamo a propendere per un colpo di sole fuori stagione.

Buon pieno (di benzina) a tutti.

14 mar 2022

Quello che i media italiani tacciono

 

Mentre i media italiani di regime abbandonano la Russia e scelgono di informare sulla guerra in Ucraina 

solo sulla base della narrazione imposta da Washington,  

Electomagazine ha deciso di utilizzare i resoconti di un nostro inviato che resta in Russia. 

Per offrire una informazione più completa anche in questo frangente. 

Consapevoli, come Eschilo, che in guerra la prima vittima è la verità. 

Ma con la certezza che ciò che ci racconterà Lorenzo Trufolo è esattamente ciò che vede, 

senza alcuna velina del Governo.

Sulla scia degli ultimi eventi noti, nel mare magnum di informazioni superficiali, se non proprio di sfacciate disinformazioni, rilasciate come un profluvio e a reti unificate nel sistema mediaticooccidentale”, tra i grandi assenti di questa faccenda, oltre al già defunto metodo empirico delle scienze sociali applicato nelle relazioni internazionali, vi è l’osservazione della quotidianità secondo la prospettiva, già così menzionata da molti,    dell’“altro lato della cortina”, ossia l’ultimo grande capolavoro a stelle e strisce della diplomazia democratica e liberale del duo B-B

Tra le varie notizie parzialmente inquadrate vi è non solo la fuga delle note società finanziarie multinazionali Visa e Mastercard dalla Federazione Russa, ma anche la famigerata cacciata della Federazione dal sistema di messaggistica di pagamenti Swift, un po’ vista da tanti come il “coniglio dal cappello”, ossia come lo strumento di risoluzione efficace di questa crisi internazionale, specie da coloro facilmente impressionabili con termini come “nuclear option” e “third world war” sovente usati dall’Amministrazione d’Oltreoceano dem con toni roboanti.

Ma come stanno le cose? 

Slanciandosi oltre il discorso “fake news” e “russofobia”, il quale ricorda molto l’immagine storica dello спрут, ovvero della “piovra”, usata per descrivere quello che fu l’Impero Russo dei Romanov, occorre anzitutto sapere in cosa consistono queste due tipologie di cosiddette “targeted economic sanctions”. 

Secondo quanto sostenuto nelle precedenti dichiarazioni ufficiali, infatti, le sanzioni economiche imposte da Usa e Unione europea differiscono per obiettivi e metodi: 

andando più nel dettaglio, e superando come ogni sorta di annunci propagandistici e sensazionalistici, si osserva come la Commissione von Der Leyen abbia incluso nel pacchetto Swift sette istituzioni bancarie come ВТБ, Банк Откритие e Cовкомбанк, ma non i maggiori istituti per capitale complessivo come Сбербанк e Гацпромбанк (rispettivamente al primo e al terzo posto nella classifica russa), ossia le più coinvolte nelle relazioni commerciali energetiche e negli interscambi finanziari tra Ue e Federazione Russa, come comprovato dal volume dei rispettivi asset rispetto alle concorrenti sanzionate. 

Le stesse due banche, ancora una volta, non sono state del tutto colpite dalle misure tutto sommato equivalenti adottate dagli Usa: 

infatti, come è possibile leggere nei comunicati della White House, si osserva come ancora una volta a essere colpiti soprattutto sono istituti minori come Откритие, Новиком e Совком, alle quali è proibita (entro 30 giorni dall’entrata in vigore) ogni forma di interazione con compagnie americane e l’accesso ai mercati globali in dollaro oltre che la stessa attrazione di investimenti in valuta statunitense, ma ancora una volta non Сбербанк e Гацпромбанк, alle quali non è stato fatto invece divieto esplicito di sviluppare relazioni economiche con le controparti statunitensi ma sono, invece, soggette al congelamento dei loro deposit account negli Usa e al divieto di sviluppare le stesse relazioni usando il dollaro come valuta di riferimento.

Secondo la White House e l’Us Treasury Department, infine, questi packages of measures impediranno ai servizi finanziari russi l’accesso al mercato globale e l’attrazione di investimenti fissi in dollaro. 

Nella fattispecie, società come la Sber, a capitale maggioritario pubblico, hanno sviluppato una resilienza maggiore in questi anni creando un ecosistema di società parallele ed associate attive in più settori sul mercato e comunque escluse dal pacchetto attuale Usa-Ue.

Un’altra nota a margine meriterebbe l’esclusione dal pacchetto sanzioni del settore agrario e farmaceutico della Federazione Russa, oltre che l’inclusione degli istituti finanziari e delle grandi società russe coinvolte in prima linea nel programma spaziale statunitense, destinate ad essere sostituite da compagnie inedite sul mercato come Space X e Blue Origin

Pertanto, pare inevitabile che una delle più evidenti conseguenze di questa partita è il decoupling netto tra Ue e Federazione Russa, segnato dall’interruzione ormai ufficiale di ogni tipo di relazione sulle piazze finanziarie visto l’abbandono ufficiale di Sber del mercato europeo nell’ultima settimana.

E discorso simile va applicato nell’ambito energetico, ovviamente: 

aumento del 67 per cento dei costi medi del gas

aumento dell’inflazione netta dell’area euro, record in termini percentuali dalla fine del 2013, 

e ritorno al carbone

acquisto in massa del Gnl americano imparagonabilmente più costoso e inadatto agli stock tradizionali europei.

 In tutto ciò pare ovvio che la Federazione Russa si troverà a dover produrre meno gas per l’Europa, dato anche l’affossamento del Nord Stream 2, per giunta con introiti netti proporzionalmente molto più elevati e firmando accordi mutualmente vantaggiosi con partner di prim’ordine in Asia, come la Prc, come ultimamente avvenuto per il trentennale Soyuz Vostok, via Mongolia, da impostare in euro e non più in dollari (qualcuno ricorda il parallelismo in Europa con quali paesi di transito e di destinazione?). 

Ed è proprio all’Asia che Vladimir Putin guarda, e una manifestazione interessante ne è senz’altro la recente mozione Onu sulla Guerra d’Ucraina, come dapprima affermato non solo nella visita di Stato dei Giochi di Pechino ma anche in un famoso scritto sulle relazioni sino-russe. 

Il conflitto in Ucraina non è che un acceleratore di eventi: 

la via della de-dollarizzazione del commercio mondiale sta passando da qui, con la stipula di accordi strategici tra Sberbank e Banca centrale cinese per l’emissione su vasta scala della debit card Union Pay, in contrapposizione alla Visa;

il potenziamento del circuito nazionale di pagamento interno МИР, in contrapposizione alla Mastercard, sviluppato già nel 2015 sulla scia delle sanzioni Ue per la questione della Crimea e che oggi vale il 30 per cento delle debit card emesse sul mercato russo; 

il potenziamento di sistemi di messaggistica bancaria e financial transfer system alternativi allo Swift in Eurasia come il russo Spfs (sulla cui estensione alla Eaeu già si vocifera da anni), il cinese Cips e l’indiano Sfms

Tutte alternative ponderate sulle ripetute dichiarazioni di Putin sul pericolo dell’uso del dollaro come “sanctions weapon” nelle dispute politiche internazionali.

Decoupling, de-dollarizzazione, multipolarismo, asiatizzazione: 

parole chiave menzionate già da intellettuali di spicco come Parag Khanna, in “The Future is Asian”, o ancor più lontano predetto da Georg Wilhelm Friedrich Hegel nella teorizzazione del “corso eliodromico della Storia”. 

Qui giace il “Prossimo Vicinato” russo, il famoso “Ближнее Зарубежье”: 

l’Unione economica eurasiatica, la Csto, il trattato di amicizia sino-russo, la Siberia e l’Oceano Pacifico

La Sri, l’idea di una globalizzazione estranea ai capisaldi etici dell’internazionalismo liberale, l’“harmonious world” confuciano, i cinque Principles of Peaceful Coexistence

L’Ucraina, Paese inteso come spartiacque riassunto coerentemente nella sua storia e nel suo nome, è al centro di un processo storico di transizione epocale: e come affermò Hegel, la storia è come il banco di un macellaio.

Poverina

 

«Ecco cosa ottieni quando prendi la più grande potenza globale mai concepita dagli esseri umani 
e la consegni a un imbecille». 
 
Difficile essere più lapidari di così.
 
 Il giudizio è apparso sul Washington Times, il quotidiano conservatore della capitale. 
 
E «the imbecile», l'imbecille in questione, è la democratica Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti. 
 
L'accusa è giustificata da un episodio del quale in Italia nessuno si è accorto. 
 
O, per essere più precisi, del quale nessuno ha dato notizia.
 
Perché la missione europea della Harris è stata raccontata da tutte le testate, 
ma nessuno ha ritenuto degno d'interesse ciò che è avvenuto durante la conferenza stampa
 che il braccio destro di Joe Biden ha tenuto l'11 marzo a Varsavia, assieme al presidente polacco Andrzej Duda. 
 
E che invece ha fatto il giro dei media del mondo,
 dal quotidiano inglese The Telegraph
 all'indiano The Indian Express,
 passando per i talk show di Pervyj Kanal, sui quali il video della Harris è stato mostrato a ripetizione.
 

A lei e a Duda è stato chiesto se gli Stati Uniti siano disposti ad accogliere i rifugiati ucraini, 
o se intendano in qualche altro modo alleggerire la pressione della migrazione ucraina sulla Polonia. 
 
Quando la giornalista ha concluso la domanda,
 i due interpellati si sono guardati come se ciascuno aspettasse che l'altro rispondesse per primo
 
Finché il numero 2 della Casa Bianca non è scoppiato in una fragorosa risata 
e ha detto, iniziando a sghignazzare, che  «a friend in need is a friend indeed»,
 l'equivalente dell'italiano «un vero amico si vede nel momento del bisogno».
 

Quindi ha preso la parola, sempre ridendo di gusto, come è normale che faccia una persona 
alle prese con un argomento molto buffo, anziché con una tragedia fatta di vedove, orfani, ospedali bombardati 
e poveri cristi in fuga. 
 
«È scoppiata nella sua tipica risata schiamazzante», ha scritto il Washington Times. 
 
Che per questo l'ha paragonata al Joker, il cattivo di Batman e del film interpretato da Joaquin Phoenix,
 ma «senza quel trucco sbavato e sgargiante».
 
Risata «tipica» perché quello della Harris è un vizio.
 La stessa cosa le era successa in agosto, a Singapore. 
Le avevano chiesto un commento sulla situazione in Afghanistan, 
dal quale Biden aveva richiamato le truppe statunitensi, lasciando la popolazione nelle mani dei talebani,
 e nemmeno in quell'occasione era riuscita a trattenere grasse risate.
 

Episodi che hanno contribuito a far impennare la quota di americani che disapprova il suo operato, 
schizzata dal 43% di inizio mandato al 52% attuale, a fronte di un consenso crollato al 40% (peggio di Biden, persino).
 
Superfluo aggiungere che la Harris, prima vicepresidente donna degli Stati Uniti e possibile futura candidata alla presidenza, durante il mandato di Donald Trump era sempre stata in prima fila tra coloro che lo accusavano di «incompetenza» e «insensibilità».
 

Può essere interessante fare un gioco, di pura fantasia: 
immaginare cosa sarebbe successo se a ridere in pubblico sulla tragedia degli ucraini 
fosse stato proprio Trump, anziché la sua avversaria progressista. 
 
Quanto risalto carta stampata, siti e tg avrebbero dato alla vicenda. 
 
Quanti commenti vibranti di sdegno sarebbero spuntati ovunque. 
 
Con la Harris, invece, silenzio assoluto. 
 
Zitti e buoni.

13 mar 2022

Quelli che erano sul Britannia ......farebbero l'interessi degli Italiani ? NO PER CERTO

 Il Ministro Cingolani sul caro-benzina:

 «Truffa a cittadini e imprese». 

 Basterebbe questo per alzare le sopracciglia e tornare a rileggere le parole precedenti. 

Ma come? 

Un Ministro della Repubblica che dice che il suo stesso Governo sta truffando gli italiani? 

Sì, è proprio così.

 

«Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato,

 non esiste motivazione tecnica di questi rialzi e la crescita non è correlata alla realtà dei fatti 

è una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi. 

Una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini». 

 

Dopo aver pronunciato parole al veleno, il Ministro della Transizione Ecologica è andato oltre, 

spiegando come, oggi, sia necessario

 «stabilire un prezzo massimo oltre il quale gli operatori europei non possono andare, è fondamentale. 

Chiunque esporta gas non può fare i conti senza l’Europa: serve un tetto massimo per il prezzo del gas,

 un costo appetibile da non affossare il mercato; si può discutere intorno ad una cifra di 80 euro megawatt/ora 

che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa» ha proseguito Cingolani, 

sottolineando che da soli non possiamo imporre simili scelte, mentre se l’Europa fosse unita il discorso sarebbe diverso. 

«E se fisso il prezzo del gas, fisso anche il prezzo per l’energia elettrica» conclude. 


Tutto bene fin qui. 

 

Peccato che, allo stato dei fatti, quello di Cingolani sembri un vero e proprio “scarica-barile” (per rimanere in tema).

 Il Ministro, infatti, prima muove accuse generalizzate e poi tenta la retromarcia. 

Ma di chi sono le le responsabilità? 

Chi sono questi speculatori? 

Quali sono le colpe del suo Esecutivo? 

Tutte domande a cui il Cingolani avrebbe dovuto rispondere, viste le sue dichiarazioni. 

Parole che hanno scatenato un vero e proprio terremoto le sue, 

tanto che fonti del Ministero sono poi state costrette a metterci una toppa, dichiarando che 

«Il Ministro Cingolani, parlando di speculazione di mercato, si riferiva al prezzo del greggio e del gas, 

in aumento esponenziale nonostante non ci siano problemi di carenza dell’offerta».

 

Dichiarazioni arrivate troppo tardi, perché dopo le parole del Ministro si sono subito mobilitate alcune associazioni.

 L’Unione Nazionale dei Consumatori ha annunciato un esposto all’Antitrust e alla Procura della Repubblica 

per accertare la tempistica degli aumenti del carburante, chiedendo che Cingolani venga sentito come persona

 informata sui fatti, mentre Assoutenti ha chiesto al Governo di varare 

«un decreto ad hoc per fermare le speculazioni sui carburanti e frenare l’escalation dei listini alla pompa». 

Insomma un vero e proprio autogol quello del Ministro, che si è esposto più come se fosse un membro 

del Codacons piuttosto che un membro del Governo. 


Ma soprattutto, cosa intende fare Cingolani? 

È bene ricordare a chi ci legge che il Ministro ha rilasciato diverse dichiarazioni nel merito.

 Lo scorso 28 febbraio assicurava che «nel brevissimo termine, nell’ordine di settimane, 

non c’è alcun problema di approvvigionamento», per poi ribadire il concetto in data 8 marzo, 

dicendo che «Se dovesse cessare completamente la fornitura dalla Russia,

 le riserve attuali ed il piano di emergenza ci darebbero tempi sufficiente per arrivare alla stagione buona». 

 

Bene, se non fosse che due giorni dopo, uscendo dal G7 sull’energia, ha iniziato a gridare alla “tragedia sociale”. 

Cosa intendono fare il Governo Draghi ed il Ministro Cingolani per calmierare dei prezzi 

che sono ormai fuori controllo?

 Piuttosto che sventolare accuse impersonali verso un’effimera “speculazione di mercato” 

sarebbe il caso che si decidessero ad intervenire seriamente, anche in vista del blocco dei trasporti indetto da lunedì.

 

TOGLIERE LE ACCISE E RIDURRE L'IVA.

TARANTO .....UTOPIA

 

Sono davvero sconvolto nell’assistere allassenza imperdonabile di chi è preposto alla gestione della Regione Puglia,

 di chi è preposto alla gestione della Provincia e del Comune di Taranto,

 all’assenza inconcepibile del sindacato e, purtroppo, alla sistematica assenza del Governo e del Parlamento.

Da dove nasce questa mia convinta preoccupazione, dove trova origine questo mio senso di solitudine

Ebbene, la risposta penso emerga chiaramente da quanto detto dal presidente di Acciaierie Italia, Franco Bernabè

in particolare, ultimamente Bernabè ha precisato: 

“I problemi dell’Ilva sono complessi. Il nuovo piano industriale c’è ed è stato concordato con gli azionisti

Ho difficoltà a vedere cambiamenti radicali. Per cambiare i processi produttivi, bisogna sviluppare l’ingegneria, 

chiedere i permessi, fare le gare, costruire, mettere in marcia, tutti processi molto lunghi ci vogliono anni. 

Non si possono comprimere i tempi.

 Le persone hanno delle attese messianiche, ma non è così che funziona nell’industria”.

 

E alla domanda “la nascita di Dri dItalia (la società totalmente controllata da Invitalia 

che avrà l’obiettivo di realizzare, per la prima volta in Italia, un impianto di produzione del “preridotto”

 (Direct reduced iron), di cui lei è stato nominato presidente, come si inquadra in questo scenario?”, 

 Bernabè ha chiarito:

 “È dimostrazione del fatto che il Governo ha tutta l’intenzione di mantenere i suoi impegni.

 La costituzione della società contribuisce alla realizzazione del piano industriale di Acciaierie 

che comporta la graduale e progressiva sostituzione dell’area a caldo con forni elettrici”.

 

A questo punto il giornalista, giustamente, ha ricordato al presidente:

 “Il Governo nel Milleproroghe aveva dirottato 575 milioni di euro dei fondi sequestrati ai Riva 

dalle bonifiche ambientali alla decarbonizzazione dello stabilimento. Il Parlamento però ha deciso diversamente”. 

E il presidente Bernabè ha subito ribadito:

 “Per fare grandi investimenti ci vogliono risorse finanziarie importanti e Acciaierie d’Italia per la sua storia

 non può accedere al mercato dei capitali privati. Senza quei fondi, occorrerà trovare rapidamente altre soluzioni

Quel che è certo è che il tema Ilva per il Governo è strategico, dunque valuteremo assieme quali strumenti mobilitare

 per finanziare il piano di investimenti”.

 

Ma se le cose stanno così, cioè se per anni il centro siderurgico continuerà praticamente a non esistere 

e se per anni rimarrà ancora la “cassa integrazione”, dobbiamo purtroppo constatare che la grave emergenza Taranto

 rimarrà tale per un arco temporale illimitato. 

E ciò che da molti anni (in modo particolare da cinque anni) questa realtà territoriale sta vivendo 

si trasformerà in una caratteristica strutturale irreversibile. 

Cioè 25.000 posti di lavoro (tra diretti e indiretti) andranno persi e, cosa ancor più grave, questo territorio, 

un tempo chiave della crescita dell’intero Mezzogiorno e dell’intero Paese, diventerà una zavorra ingestibile, 

una zavorra pesante per lo sviluppo dell’intero Paese.

 Tra l’altro, ritengo opportuno ricordare che, come detto prima, la società Dri d’Italia spa ha l’obiettivo di produrre 

il bene intermedio utilizzato per la carica dei forni elettrici, per ridurre la produzione di acciaio a ciclo integrato

 con il carbon-coke

Un passo decisivo per rilanciare e riconvertire, in chiave “green”, il settore italiano della siderurgia,

 in coerenza con la strategia, governata dalla Commissione Ue, di garantire all’Europa “zero emissioni” entro il 2050.

 L’Italia si allinea, così, agli altri Paesi europei che guidano la transizione verso la carbon neutrality dell’acciaio

  come la Svezia, Germania e Francia, dove sono in fase di progettazione impianti di produzione di preridotto.

 Quindi, assistiamo a una tipica altalena programmatica

 da un lato, siamo in presenza senza dubbio di un grande obiettivo strategico 

ma, contestualmente, leggiamo ancora segnali sistematici di non immediata azione attuativa.