Iniziamo ora a parlare del Market Maker. E' la parte più complessa, che nei manuali online viene pressoché del tutto ignorata, pur essendo una componente importantissima, direi fondamentale. D'altro canto, un manuale può trattare le questioni da un punto di vista prettamente tecnico mentre quella contro il Market Maker è una lotta tra esseri umani, dove contano qualità quali l'esperienza e l'astuzia, in misura pari, se non addirittura superiore, alle conoscenze tecniche. Ma andiamo con ordine: iniziamo con lo spiegare chi è il Market Maker.
Il Market Maker è un intermediario finanziario, il cui compito è quello di garantire che sul book sia sempre presente almeno una quantità minima prestabilita di titoli trattabili, sia in lettera che in denaro, con uno spread contenuto entro un dato range. Ovviamente, tale figura è un soggetto nominato dall'emittente perché è l'emittente che ha sottoscritto, per accettazione, il regolamento Consob. Risulta quindi evidente, come prima cosa, l'esistenza di un conflitto di interessi tra il Market Maker e l'investitore; tant'è vero che, in ogni avviso e prospetto di inizio negoziazione, tale conflitto è chiaramente menzionato tra i rischi connessi allo strumento. Il Market Maker è quindi uno o più soggetti reali, operanti per conto di una società finanziaria, il cui interesse è evidentemente correlato a quello dell'emittente. La questione non è di poco conto perchè questo significa che non si opera in regime di libero mercato ma ci si deve confrontare con un regime di prezzi imposti; imposti da chi? Dall'avversario. Sul book non troverò un dinamico alternarsi di domanda e offerta ma troverò semplicemente un prezzo denaro e un prezzo lettera; al massimo, sporadicamente, può accadere che qualcuno piazzi una offerta entro lo spread del Market Maker ma nulla di più. I prezzi si muoveranno seguendo l'andamento del sottostante ma saranno sempre i prezzi imposti dal Market Maker. Se nel mercato azionario, almeno sul piano teorico, il prezzo è governato dai sentimenti eterogenei degli investitori, nel mercato opzionario i prezzi sono imposti, nei fatti, da un unico soggetto: il Market Maker. E' quindi evidente che non è sufficiente saper individuare tempestivamente il trend ma occorre saperlo anticipare. Se, per acquistare una call, per esempio, attendo la conferma del rimbalzo sul supporto, il prezzo della call sarà già salito, al punto che l'operazione potrebbe risultare non più conveniente; dovrò invece agire un attimo prima, quando il suo prezzo è ancora calante e il Market Maker non ha ancora invertito il trend dei prezzi dell'opzione. Tenuto conto che, su un siffatto mercato, risulta tecnicamente impossibile impostare uno Stop-Loss, ne risulta chiara la necessitò di un'attenzione continuativa ai movimenti del mercato e il grado di rischiosità insito nell'operazione. Considerato il non indifferente spread tra denaro e lettera, un errato ingresso su un supporto mancato, anche nel caso di una tempestiva uscita, può facilmente comportare una perdita intorno al 10% del capitale investito. Diverso è il caso in cui ci trovassimo in una situazione di trend di lungo ben definito: allora limiterei il rischio entrando a rimbalzo confermato, pagando un prezzo più alto, perché il guadagno atteso prometterebbe di coprire ampiamente la maggiore spesa. Finora abbiamo guardato alle opzioni come oggetto di speculazione ma, di questi strumenti, se ne può fare anche un altro uso, molto più tranquillo e per niente rischioso anzi protettivo, molto utile in periodi di congestione ed elevata volatilità dei mercati azionari come di questi tempi. Supponiamo che un certo titolo abbia rimbalzato sul supporto e, a ragion veduta, decidiamo di investire ma il mercato è sottile, il trend è incerto, i rischi, nonostante tutto, restano elevati. Mettiamo lo Stop-Loss ma questo, pur limitando i danni, comporterebbe comunque una perdita significativa; come ci possiamo proteggere? La soluzione, tutto sommato, è semplice: acquistiamo una put. Con un poco di esperienza, potremmo mettere al sicuro l'intero investimento: se il titolo salirà, coprirà la perdita sulla put (che bisognerà però scaricare quanto prima); se il titolo scenderà, lo Stop-Loss bloccherà la perdita mentre la put, nel frattempo, recupererà il denaro perso sull'azione.
Abbiamo visto chi è il Market Maker ed abbiamo avuto un primo approccio con l'avversario. Prossimamente inizieremo a vedere le varie fasi della seduta e il comportamento del Market Maker.
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