20 feb 2014

C'E' CHI PREDICA (male) E CHI RAZZOLA (peggio)

Vediamo se capite chi è il personaggio .......
Nonostante tutto questo impegno ha il tempo di fondare una società di consulenza e produzione, la Archimede, che chiude nel 1998.
Intanto i suoi guadagni crescono: nel 1999 per Quelli che il calcio incassa circa 1,3 miliardi di lire e 500 milioni per Sanremo; quindici anni dopo i suoi compensi sono più che raddoppiati: 1,8 milioni per «Che tempo che fa» e circa 600 mila euro per la kermesse canora.
Nel 2001, mentre conduce un comizio di Massimo D’Alema, irride la tv commerciale: «Tra la prima e la seconda parte della costituzione Berlusconi ci metterà la pubblicità?» domanda.
Ma la politica non gli fa mai dimenticare la borsa e così proprio in quei giorni, accompagnato dal suo avvocato, mette a punto un contratto miliardario con la neonata 7 del dalemiano Roberto Colaninno. Dopo neanche tre mesi il suo Fab show viene annullato e lui se ne va con 28 miliardi tra buonuscita e penali.
Ma che cosa ci ha fa con tutti questi soldi?
Da uomo oculato sceglie investimenti sicuri. Come il mattone.
Per esempio ha comprato casa nell’amata Parigi.
Nel 2002 ha fondato persino un’immo – biliare, la Apparvest srl, che nel 2008 è stata liquidata.
Di quella avventura restano due lussuosi appartamenti a Milano, in zona Porta Romana, rispettivamente di 8,5 e 9,5 vani.
Nel savonese bisogna aggiungere sei vani ad Albissola Marina e altre due grandi appartamenti a Varazze (8,5 e 9,5 vani), di cui sono usufruttuari i genitori.
Oculata amministratrice è la moglie Gioia, 46 anni, laureata in lingue.
I due si sono conosciuti nel 1986 durante un concorso di canzoni tra liceali savonesi (Fabio era in giuria e lei vinse) e sposati nel 1994.
Oggi vivono sulle colline di Celle ligure in un vecchio cascinale riattato a supervilla (classe A8), una casa un po’ da cumenda che nel 1998 aveva suscitato diverse polemiche.
(…) La magione è salita a 13 vani e a questa si sono aggiunti due mini appartamenti di 2 e 3 stanze.
Il tutto circondato da 7 mila metri di uliveti.
Va detto, però che, per chi osserva dall’alto, la principale attrattiva risulta la piscina oversize, quasi un laghetto artificiale.
Che, forse, ha ispirato il sermone sulla bellezza con cui F ha aperto l’ultimo Sanremo.

SUCCEDE ANCHE QUESTO

E verità venne a galla.
Riporto questo articolo di Riccardo Galli.
SANREMO –”Noti alle forze dell’ordine per truffa per assenteismo dal posto di lavoro”, così la Questura che li conosce.
Ma come, non erano disoccupati disperati?
Sì, ma anche no: in questo simpatico paese può ormai anche capitare che Fabio Fazio conduttore a Sanremo legga in diretta televisiva la lettera-protesta di un gruppo, diciamo così, di professionisti.
Professionisti di cosa?
Del farsi arrivare in uno modo o nell’altro soldi pubblici a casa a fine mese.
Non prendono lo stipendio, è vero, da quasi un anno e mezzo.
E’ anche vero però che per anni lo stipendio lo hanno sì preso, ma in sostanza per non far nulla.
Al netto della vetrina mediatica, del giusto e vero disagio che è figlio della crisi e di un pizzico di piagnisteo che ci contraddistingue, è questa la verità meno nobile ma più reale sulla condizione del gruppetto di dimostranti che ha animato la prima serata di Sanremo.
Non organizzata da mamma Rai, come ha accusato Beppe Grillo, ma forse una sorpresa non così sgradita da viale Mazzini, visto il crollo d’ascolti registrato nella seconda serata, quella senza minacce suicide.
Maria Rosaria Pascale, Antonio Sollazzo, Marino Marsicano e Salvatore Ferrigno.
Sono questi i nomi dei quattro che nella serata d’apertura del Festival della Canzone hanno messo in atto la loro protesta.
La dinamica dei fatti è ormai nota: la Pascale finge un malore per distrarre la security, evidentemente non attentissima, e gli altri ne approfittano per arrampicarsi sulle impalcature e da lì minacciare di gettarsi se non fossero stati ascoltati.
Il tutto per denunciare la condizione loro e dei loro colleghi del Consorzio Unico di bacino delle province di Napoli e Caserta (Cub, si occupa di rifiuti), senza retribuzione da 16 mesi.
I quattro, ovviamente identificati, sono stati denunciati.
Quello che è meno noto però è il loro curriculm, non tanto professionale, quanto quello noto alle forze dell’ordine.
Secondo la questura i quattro sono infatti già noti alle forze dell’ordine per vari reati: truffa per assenteismo dal posto di lavoro, reati contro il patrimonio, interruzione di pubblico servizio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata.
Sono stati sottoposti a Daspo, il provvedimento che impedisce di assistere a manifestazioni sportive ed ora hanno avuto anche una sorta di Daspo canoro, perché la polizia gli ha consegnato il foglio di via obbligatorio per tre anni da Sanremo.
Un curriculum ricco che, anche tolti i reati potenzialmente connessi a forme di protesta come la manifestazione non autorizzata e persino l’interruzione di pubblico servizio e le violenze e minacce a pubblico ufficiale, stride e non poco con le rivendicazioni portate all’Ariston.
E su tutte la voce che più stride è quella di truffa per assenteismo dal posto di lavoro.
Basterebbe questo per rendere grottesca una siffatta protesta, una protesta perché senza stipendio fatta da chi dal lavoro, quando lo pagano, si assenta senza motivo. Ma non così la pensavano i quattro, evidentemente.
Ma c’è di più. Come scrive Renato Franco sul Corriere della Sera: “I consorzi di bacino (quelli per cui lavorano o lavoravano i quattro ndr.) sono finiti tempo fa sotto la lente di ‘Report’ e anche della magistratura perché negli anni hanno assunto dipendenti in numero esorbitante.
Situazione diventata ancora più scandalosa quando il servizio di raccolta differenziata è stato affidato alla municipalizzata Asia.
Di fatto i dipendenti del Consorzio erano pagati per non lavorare”.
E quando erano pagati per non far nulla, cosa che sarebbe anch’essa una lesione dei propri diritti, di protestare i lavoratori in questione non ne hanno sentito il bisogno.
E poi ci sono i reati contro il patrimonio e il Daspo dagli stadi.
Un reato ed una sanzione che difficilmente si immagina come possano essere collegati con le rivendicazioni dei lavoratori e che, anche a non voler pensar male, lasciano supporre che i soggetti in questione non siano esattamente degli stinchi di santo.

13 feb 2014

OCCHIO A COSA SI MANGIA

Ci sono alcuni alimenti che mangiamo tutti i giorni e sono potenzialmente letali per il nostro corpo, cibi innocenti come possono esserlo le mele, le ciliegie o le patate, che se mangiati in maniera sbagliata, in quantità eccessive o con una certa costanza possono portare anche alla morte.
Il primo alimento da inserire in questa lista sono le ciliegie, ma non il frutto in se quanto il nocciolo. A chi non è mai capitato di mangiare una ciliegia e ingoiarne il nocciolo? Quel nocciolo contiene acido cianidrico, sì, proprio cianuro. Per produrre però un’intossicazione vera e propria serve masticare il nocciolo bene quindi il solo ingoiarlo per poi espellerlo intero di per se non dovrebbe essere pericoloso, ma è sempre bene sapere quello che immettiamo nel nostro corpo.
Il secondo alimento da inserire in questa lista di insospettabili sembra altrettanto innocente: le mandorle selvatiche. A differenza delle mandorle coltivate, che sono più dolci, hanno un sapore più amaro e possono essere riconosciute facilmente. Anch’esse, come il nocciolo delle ciliegie, sono ricche di cianuro e, anche se non è facile trovarle, forse è più semplice masticarle rispetto al nocciolo della ciliegia, quindi fare sempre attenzione alla provenienza delle mandorle che mangiamo.
Ed eccoci alle mele, il cibo più innocuo del mondo, lo dice anche il famoso detto che una mela al giorno toglie il medico di torno. Evidentemente chi ha ideato il detto non sapeva che i semini delle mele contengono cianuro. Un semino o due, ovviamente non provocano la morte di nessuno, ma immaginate se ne mangiassimo a manciate…
Un altro cibo potenzialmente letale è il pomodoro, addirittura nel 1800 si pensava che l’intero pomodoro fosse velenoso, si è scoperto in seguito che vanno evitate le foglie e non il frutto della pianta. Le foglie del pomodoro contengono una sostanza, chiamata glycoalkaloid che causa dolori di stomaco e nervosismo, oltre a contenere atropina e altre sostanze tossiche.
Altro cibo potenzialmente dannoso per la nostra salute è il fagiolo. Finché è cotto tutto bene ma se ingerito crudo sprigiona una tossina che causa vomito, diarrea e nausea. Lasciarli quindi sempre in ammollo qualche ora e poi cuoceteli almeno 10 minuti a 100 gradi prima di mangiarli, e attenzione soprattutto ai bambini, che non li ingeriscano per gioco.
Patate, insospettabile alimento amato da tutti, soprattutto dai bambini, ingredienti di tantissime ricette golose e anche di dolci. Se mangiate verdi sono ricche di solanina, una sostanza che provoca vomito. Se le patate verdi sono mangiate in grandi quantità, posso portare, in rari casi, anche all’arresto cardiaco. Sempre parlando di patate: se lasciate troppo a lungo alla luce, o se troppo vecchie, sulla superficie esterna possono crescere dei germogli. Mangiarli potrebbe provocare crampi, mal di testa e in alcuni casi anche coma. 3-6 mg per Kg di peso possono essere letali.

-->

7 feb 2014

DARCI DEI FESSI E' POCO

Richard Antwi l’ha pensata così: apro una partita Iva, chiedo i soldi allo Stato e scappo. Gli è andata bene. Ora è in Ghana, nel villaggio ashanti di Jamasi che aveva lasciato nel 1991, e con quei 29 mila euro punta forse a fare il principe. Stessa scelta ha per un suo connazionale, Oscar Owusu, anche lui ghanese, anche lui protagonista di un mordi e fuggi con le casse pubbliche che gli ha fruttato 28 mila euro, incassati e portati in fretta fra le colline della foresta pluviale dell’Africa nera, dicono gli inquirenti. FINTO KEBAB - Mentre Youssef Mohamed avrebbe scelto il ritorno al suo deserto marocchino per ripartire da zero, o meglio, da quei 18 mila euro versati sul suo conto dall’Inps per finanziare un kebab che nessuno ha mai visto. Tre storie analoghe di altrettanti stranieri, forse solo i primi tre di una lunga lista nella quale potrebbero figurare anche vari italiani, come sospetta la procura di Padova dopo aver aperto in rapida successione diversi, distinti fascicoli. L’ipotesi è quella di una truffa colossale ai danni dello Stato italiano, sulla quale stanno indagando gli uomini della Guardia di Finanza coordinati dal pm Sergio Dini che ha deciso di passare al setaccio i registri delle partite Iva aperte negli ultimi anni per capire quanti sedicenti artigiani e imprenditori hanno ricevuto somme per ditte esistenti solo sulla carta ma di fatto fantasma. Negli uffici delle Fiamme Gialle stanno così affluendo i dati dell’Agenzia delle Entrate e delle Camere di Commercio che gli inquirenti dovranno incrociare. LA LEGGE - In sintesi: Antwi, Owusu e Mohamed avrebbero ottenuto le somme dall’Inps in modo fraudolento, sfruttando un articolo una legge, la 223 del 1991, che consente l’erogazione di finanziamenti pubblici a chi rimane senza lavoro se avvia una nuova attività. La forma è quella dell’anticipo in blocco dell’indennità di mobilità che altrimenti sarebbe diluita nel tempo. Nel caso specifico stiamo parlando di tre extracomunitari regolari, che hanno lasciato i loro paesi perché lì non vedevano un futuro; tre uomini che hanno lavorato molto e pagato le tasse in Italia, che si sono fatti ben volere a Tombolo, Cittadella e Campo San Martino, nel Padovano, dove hanno vissuto a lungo e dove si sono integrati e dove Antwi ha pure ottenuto la cittadinanza italiana. Tre operai di tre diverse imprese che hanno poi vissuto un dramma comune: il licenziamento. Detto questo, bisogna anche dire che hanno deciso di chiudere la loro esperienza italiana interpretando in un modo decisamente riveduto e scorretto la legge: con una truffa e una fuga.

SIAMO PROPRIO FESSI

Allora vi giro quello che mi confidato un cliente palestinese... Un pinco pallo in genere pachistano o indiano,apre una kebaberia.....siccome ovviamente in Italia non esistono professionalità locali adatte a riempire un cono di carta di carne di serie c,fa domanda per regolare assunzione di un suo connazionale,che giunge quindi in Italia con regolare permesso di soggiorno e famiglia. Una volta sul posto di lavoro,il dipendente non solo lavorerù n mesi gratis per pincopallo,ma avrà dato a pincopallo stesso una cifra -sui 30mila euri- in nero,per avere diritto ad essere chiamato regolarmente in Italia. D'altra parte il dipendente questi soldi in qualche modo li ri ha indietro,perchè potrà fare affidamento sia lui che la sua numerosa famiglia sul generoso stato sociale italiano: edilizia popolare,sanità,asili,mense,scuole,assegni sociali eccetera..... Finiti gli n mesi di lavoro a salario zero,Pincopallo licenzia il dipendente...poco dopo ne richiama un altro dal paese di origine,e la ruota compie un altro giro. Il motivo per cui proliferano le kebabberie è proprio questo......il profitto deriva dalla svendita indiretta dello stato sociale italiano che fanno i proprietari ai loro dipendenti,non certo dall'intascare 3 euri a panino.....

6 feb 2014

23 gen 2014

Cartelle Esattoriali

Pagare senza interessi e senza mora. Parte l'operazione sanatoria per le cartelle di Equitalia che riguarderà non solo i tributi erariali, ma anche tributi come il bollo auto e le multe per la violazione del codice della strada. Esclusi, invece, i debiti Inps e Inail. La scadenza è fissata per il 28 febbraio ma sono già 200 i contribuenti che hanno aderito. Secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità, entro fine febbraio i contribuenti hanno la possibilità di pagare in un'unica soluzione, senza interessi di mora e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 ad Equitalia per la riscossione. I cittadini interessati dovranno valutare la loro situazione e scegliere se aderire. In caso di dubbi Equitalia si impegna a fornire assistenza. Si potranno regolarizzare le entrate erariali come l'Irpef e l'Iva e, limitatamente agli interessi di mora, anche le entrate non erariali come il bollo dell'auto e le multe per violazione al codice della strada elevate da Comuni e Prefetture. Restano invece escluse le somme dovute per effetto di sentenze di condanna della Corte dei Conti, i contributi richiesti dagli enti previdenziali (Inps, Inail), i tributi locali non riscossi da Equitalia.

21 gen 2014

AUGURI

18 gen 2014

Mandiamola a casa

CARTA VETRATA/KYENGE A LECCO TRA FALSI DEMOCRATICI
E FAZZOLETTI VERDI SUGLI OCCHI

Ce l’hanno per la pelle e non per l’inutilità operativa del Ministro.
Per le sue origini piuttosto che, nei fatti, per il vuoto spinto prodotto da questo Ministro senza portafoglio portata in giro dal suo fan club come un santino, una reliquia: “noi siamo tolleranti, brave persone, democratiche, noi, infatti, stiamo con la Kyenge”.

Le tappe dell’adorazione toccheranno Osnago e il capoluogo.

Ed è subito scandalo. Comunicati di difesa e di indignazione.

Aiuto, vergogna: è caccia alle streghe dicono i democratici o chi si ritiene tale. (Che non mi pare un bel complimento).

E perché mai?
Qual è il modo alternativo per sapere quando incontrare un politico, un Ministro nella propria città?
Gli telefoniamo?
Ci chiama Lei/Lui?

Non mi pare che la Questura sia priva di strumenti per vietare una manifestazione e tutelare chi vuole incontrarla, ascoltarla.
Ma il dissenso?
E’ vietato?

E chi lo decide di ‘sto passo che questo o quell’altro politico non si può fischiare?

I democratici applaudono.
I democratici si applaudono. Da soli.
Il Ministro Kyenge è lo strumento per sentirsi dalla parte buona.
Chissenefrega che è vuoto spinto di retorica e inconcludenza?

Qui l’aspetto più antidemocratico e ipocrita è proprio quello di un Governo che mette una donna di colore a capo del Ministero dell’Integrazione.
E che caspita. Saremo finalmente democratici sul serio quando non li sbatteremo nel ghetto dell’ovvio, della retorica, ma quando li troveremo soprattutto altrove. In altri Ministeri.

E basta questi (pseudo)democratici in coda dal Ministro, per far credere di esserlo, che si schierano contro le contestazioni perché loro sono per l’integrazione, la pace e la bontà.
Come se fosse un prodotto del supermercato.
Riempiono i loro bagagli a mano di coscienza pulita e solidarietà: “Le chiediamo di proseguire con forza nella sua attività di governo per l’integrazione contro ogni forma di discriminazione, il riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia da genitori stranieri (ius soli), il superamento della Bossi-Fini, la chiusura dei CIE, cioè l’attuazione di quei principi di civiltà dei quali l’Italia non può più fare a meno”

Ecco benissimo, applausi. Per non ridurlo a caso televisivo, a questione di puro ordine pubblico e di puro disordine verbale, presentate la proposta di Legge. Ci vuole un soffio di tempo, potete poi continuare ad andarci in tv. Superate la Bossi-Fini, cancellatela (siete al Governo) e ricordatevi che i Cpt/Cie li avete creati voi, voi democratici, – gli stessi delle bombe e delle missioni finto umanitarie, dei miliardi spesi per cacciabombardieri F35 e tolti alle pensioni e alle politiche sociali, sì voi che ora vi riempite la bocca di “principi di civiltà dei quali non si può fare a meno”.

Basta chiacchiere. A lavorare.

16 dic 2013

Quale pacchetto Vorresti scartare ?

.......nel senso di aprire :-))

23 nov 2013

GENITORI SVEGLIA

Sarebe il caso di riflettere seriamente sul contenuto di questo articolo e sarebbe il caso che i genitori si attivino per insegnare ai propri figli le conoscenze che hanno avuto in dote dai loro nonni.

All'inizio degli anni Novanta le scienze umane sono state fatte sparire dall'orizzonte dell'informazione di massa, semplicemente con il silenzio, non parlandone più \. Dato l'enorme entusiasmo che avevano suscitato nel periodo che va dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni Novanta, il fatto che nessuno abbia fatto rilevare questa sparizione sarebbe «strano» se non rappresentasse la conferma che la sparizione è stata voluta.
Le cattedre ovviamente sussistono, ma le loro scienze non fanno più notizia \. Contemporaneamente sono state eliminate dalle scuole, per ordine dell'Ue, antiche, nobilissime e essenziali discipline come la geografia, la letteratura latina e greca con le lingue corrispondenti, riducendole tutte a fantasmi, innocui brandelli di un sapere inesistente.
Perfino la storia, privata di tutti i contributi metodologici di cui l'epoca moderna l'aveva arricchita, sembra diventata un residuo d'altri tempi, impotente a dare agli uomini quella consapevolezza di se stessi che ne è il frutto principale, conquista fondamentale della civiltà europea. Anche questo è stato deciso e messo in atto nel più completo silenzio.
Sembra di vivere in una società di analfabeti, dove nessuno è in grado di valutare e di esprimere un giudizio su simili provvedimenti.
Eppure anche soltanto il corpo insegnanti italiano (ma il decreto riguarda tutte le scuole dell'Ue) è costituito da circa un milione di persone. Come mai non hanno protestato, non hanno espresso il loro parere su una decisione così grave?
Di fatto i governanti, provvedendo a educare tutti con le scuole di Stato, hanno dettato anche il tipo di insegnamento cui i sudditi debbono essere sottoposti, tipo d'insegnamento che possiamo riassumere nel dato che segue: gli studenti debbono studiare in modo da non imparare nulla, o quasi.
Per prima cosa non debbono imparare a «pensare», a che cosa serva «pensare», a che cosa serva «conoscere»; di conseguenza, debbono imparare tutto senza imparare nulla su di sé, sulla propria vita, sul proprio ambiente, sul proprio gruppo, sulla propria storia, sulle istituzioni e sul potere che le regge.
Sembra evidente che tutto questo sia stato programmato in vista dell'ideologia di chi comanda in Europa, o almeno di quello che si suppone sia questa ideologia: l'omogeneizzazione mondiale, la formazione di persone tutte uguali: i «cittadini del mondo».
È obbligatorio, pertanto, insegnare ai ragazzi quale sia la verità sul sesso stabilita dal Potere. Non quella che il bambino vede, sente, tocca su di sé da quando è nato, quella della natura che ha fornito il pene e l'utero per la prosecuzione della specie, Dna diversi fra maschi e femmine, così come ha fornito gli occhi per vedere, i polmoni per respirare, ma quella del gender (termine che non viene mai tradotto vista la sua ambiguità).
Che poi è ovviamente quella imposta dagli omosessuali «maschi» e che l'Italia ha approvato: si è maschi o femmine, o anche trans, se l'individuo crede o pensa o desidera, o «sente» di esserlo. Il Consiglio d'Europa ha fornito la traccia obbligatoria per tutti. Al Policlinico di Bari si effettuano cambiamenti di sesso con 170mila euro a intervento forniti dalla Regione Puglia, stanziamento che naturalmente serve a incrementarli. Perché si vogliono rendere più frequenti e «normalizzare» i cambiamenti di sesso caricandone la spesa sulle spalle della società? La spiegazione va cercata nel loro desiderio di integrazione. Le tecniche chirurgiche odierne facilitano questo scopo, anche se si tratta di operazioni di per sé molto complesse, e che lasciano sempre, o quasi sempre, conseguenze negative fisiche e psicologiche.
Una cosa, però, la si può dedurre con sicurezza da questi comportamenti: nella direzione di senso impressa all'Europa dal Laboratorio per la Distruzione l'uguaglianza finale non sarà soltanto quella delle idee, della lingua, della religione, della Patria, ma anche fisica.
L'uguaglianza che si persegue, però, è il più possibile «indistinta», di cui il modello è il «trans» \. Quello che abbiamo davanti oggi, dunque, in Occidente, è il mondo della non-forma che pretende di diventare modello prevalente sulla forma. È ciò cui tende il Laboratorio per la Distruzione: nulla è più debole della non-forma. Come è ovvio, sul grigio cui si sta riducendo l'Europa, debolissimo di per sé, vincerà il «nero».
Si tratta, dunque, di preparare i giovani a non appartenere a nulla, a non identificarsi in nulla, a non sapere orientarsi sessualmente ma anche geograficamente, come è stato affermato con semplicità eliminando la geografia dagli insegnamenti scolastici: a che servirebbe visto che il pianeta appartiene a tutti?
Perfino della psichiatria e del problema dei malati di mente, di cui si era discusso in Italia con grande passione dal '68 in poi a causa delle teorie di Franco Basaglia sulla necessità di chiudere i manicomi e di liberare i pazienti da una vita presso a poco carceraria, adesso non si sente più parlare. Non esistono più malati di mente? Come si curano? Come se la cavano i parenti nell'assisterli? Non lo sappiamo.
È evidente che l'informazione in proposito è stata messa a tacere.

Notte

Dedicata

21 nov 2013

DIVULGATE QUESTO ARTICOLO

Nel giro di 10 anni del nostro Paese non rimarrà più nulla. O quasi. E’ la conclusione catastrofica cui giunge nella sua analisi il professore Roberto Orsi della London School of Economics and Political Science (LSE). Che cosa ci sta portando alla dissoluzione e all’irrilevanza economica? Una classe politica miope che non sa fare altro che aumentare le tasse in nome della stabilità. Monti ha fatto così. E Letta sta seguendo l’esempio. Il tutto unito a una ”terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa”.
L’ANALISI DI ORSI
“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.
Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo.Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.
Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori.
La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.
L’Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell’UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabiled’Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese. Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani.
La scomparsa dell’Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L’Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l’opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.
L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi – collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica, che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale.
L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia.
In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato. Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell’Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare.
I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l’Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all’interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l’idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.”
Fonte http://www.affaritaliani.it/economia/london-school-economics171013.html

18 nov 2013

Titoli da monitorare

Buongiorno. Ad inizio della settimana, diamo un'occhiata a quei titoli che si trovano sotto la media a 50 periodi e pertanto più sensibili ad un rimbalzo.

In prima fila troviamo gli Istituti bancari.





10 nov 2013

MISTIFICAZIONI E FALSE INFORMAZIONI

In Italia, Saccomanni e le banche spingono a pensare che siamo indietro nel porre limiti all'uso del contante. Forse però non tutti sanno che abbiamo il limite più basso al mondo e in Germania non esistono soglie massime. E’ di una settimana fa l’affermazione del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, secondo cui l’Italia sarebbe indietro rispetto agli altri paesi nei limiti legali al pagamento in contanti. Parole che avevano scatenato la reazione indignata di parte della maggioranza, tanto che lo stesso ministro ha dovuto smentire che il governo stesse preparando una nuova stretta anti-cash. Tuttavia, da quando è stata prevista la limitazione all’uso del contante oltre i mille euro, la grande stampa, le associazioni bancarie e la stessa politica ci bombardano di affermazioni univoche: limitare il contante serve a combattere l’evasione fiscale, siamo in ritardo sul resto del mondo. Abolizione contante: la verità sugli altri paesi europei In realtà, non è così. Non solo vantiamo la soglia più bassa al mondo, ma in stati come la Germania non esiste alcun limite nell’utilizzare il cash e recentemente la Bundesbank, non certo un movimento populista, ha tenuto un convegno sul tema, difendendo il diritto del cittadino la modalità dei suoi pagamenti. Con la conseguenza che in Germania l’economia nera ammonterebbe al 13,5%, contro l’oltre il 20% dell’Italia. Insomma, non sarebbe la guerra al contante la soluzione per stanare gli allergici alle tasse. In paesi come Francia e Spagna, poi, il limite è fissato tre volte sopra quello italiano. Ciò che accade all’estero, invece, è che mediamente si paga molto meno con il contante, mentre una percentuale di pagamenti di gran lunga superiore a quella in Italia è effettuata con carte di credito. Negli USA, ad esempio, l’uso del contante è pari a circa un quinto del totale dei pagamenti, mentre nel nostro paese il rapporto è inverso. Ma, attenzione: parliamo di un uso “volontario” dell’uno e dell’altro metodo di pagamento, non di una forzatura normativa. Ed è tutto da dimostrare che pagare con carta di credito sarebbe più “evoluto” che pagare con banconote cash. Far transitare tutti i pagamenti dalle banche, infatti, può certamente offrire maggiore sicurezza “fisica” che andare in giro con le banconote, ma il contante non ha costi. E’ gratuito. L’uso di bancomat e carte di credito, invece, è oneroso. Non solo. L’uso del contante garantisce una percezione e una consapevolezza immediate del livello dei propri consumi, mentre la stessa cosa non si può dire dei pagamenti con carte di credito o altro. E c’è un aspetto che viene spesso sottovalutato, ma che si dovrebbe considerare maggiormente. Pagamenti alternativi all’uso del contante forniscono alle banche una mole di informazioni enorme, che queste potrebbero utilizzare per scopi commerciali, cedendoli ad agenzie di marketing o a società di produzione di beni e servizi, monetizzando da esse. In sostanza, terzi saprebbero cosa compri, quanto spendi, quando spendi e in che luogo. Nei fatti, si corre il rischio di creare una società non libera, o meglio, in cui la garanzia di riservatezza non sarebbe più assicurata, nonostante le leggi certamente restrittive in tale campo. Sarebbe come se vivessimo tutti sotto le telecamere vigili di un Grande Fratello fiscale e finanziario, che oltre tutto pagheremmo noi con le nostre commissioni. Sono diversi e trasversali i movimenti politici e non, che considerano un diritto fondamentale della persona l’uso del contante. A quanti sostengono che per combattere l’evasione fiscale, lo stato deve poter sapere come e quanto spendi, potremmo rispondere semplicemente che dovremmo essere noi contribuenti a pretendere di sapere come lo stato spende i nostri soldi.

31 ott 2013

EURO SCETTICI

A sinistra sono proprio degli struzzi ........

30 ott 2013

Geronimo

Ti porterò sempre con me. At salud.

L'Arte della Guerra

Come in guerra, anche nella vita di tutti i giorni la migliore battaglia è quella che vinciamo senza combattere.

La guerra, lo scontro, la competizione di forze, apparentemente riferibili al solo ambito militare, e dunque alla dimensione sociale e collettiva del vivere, in realtà, ad un più profondo esame, rimandano a una dinamica interiore, personale, propria di ciascuno di noi.

Per questo, le istruzioni contenute nell'Arte della Guerra vanno intese come precetti di profonda saggezza, applicabili a qualsiasi aspetto della realtà (interna ed esterna, soggettiva e oggettiva, individuale e sociale) che si presenti sotto la forma dinamica del conflitto.

Insegnamenti permeati dal pensiero fondante della filosofia orientale: quel principio dell'armonia tra gli opposti che, se crea continuamente polarizzazioni, tensioni, guerre, tende comunque a ricomporsi e a considerare il conflitto come un'eccezione, una violazione di quell'equilibrio naturale che dovrebbe trovare altri modi per sussistere.

Non a caso, proprio le prime parole dell'Arte della Guerra sono una severa messa in guardia contro qualsiasi impresa militare concepita e attuata alla leggera, oppure pensata come la via più breve per raggiungere un risultato:

“La guerra è di vitale importanza per lo stato, è materia di vita o di morte, una scelta che può condurre al successo o alla rovina. E’ un campo di studio e di riflessione che non può essere affrontato con leggerezza”.

RCS

Altro titolo che potrebbe diventare interessante, in seguito alla vendita delle proprietà immobiliari.