Quanti interessi dietro la favola dell'emergenza climatica.
La scorsa estate, i professori Uberto Crescenti, Giuliano Panza, Alberto
Prestininzi, Franco Prodi, Franco Battaglia, Mario Giaccio, Enrico
Miccadei, Nicola Scafetta
e numerosi altri cittadini hanno inviato una petizione al Presidente
della Repubblica chiedendo l'adozione di misure di protezione
dell'ambiente
coerenti con le conoscenze scientifiche, evitando di aderire a politiche
di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in
atmosfera.
In buona sostanza: benissimo adottare misure ecosostenibili e green, ma senza scadere nel catastrofismo gretino.
Come ricordano i docenti nella petizione, secondo la tesi prevalente, a partire dal 1900,
ci troveremmo in presenza di un riscaldamento globale del pianeta causato quasi esclusivamente dalle attività antropiche.
Questa è la tesi del “riscaldamento globale antropico” promossa dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite.
Quella del riscaldamento globale causato dalla CO2 antropica è però, spiegavano già la scorsa estate,
"solo una congettura non dimostrata, ma dedotta da alcuni modelli
climatici che sono complessi programmi al computer chiamati General
Circulation Models".
Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza
l’esistenza di una variabilità climatica naturale che questi stessi
modelli non sono in grado di riprodurre.
Una variabilità naturale che spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato nell’ultimo secolo.
Le tesi allarmistiche, osservavano, proposte come fatti scientifici, si
basano solo sui suddetti modelli che interpretano il riscaldamento
globale di circa + 0.9°C, osservato dal 1900,
come dovuto quasi unicamente alle emissioni antropiche. Ora gli stessi
docenti promotori dell'iniziativa spiegano perché quella petizione ha
scatenato la reazione dei climaticamente corretti.
"Gli interessi dietro la favola dell'emergenza climatica sono enormi" osserva il professor Franco Battaglia.
"Abbiamo sfidato i nostri detrattori a un confronto pubblico, si sono rifiutati.
I modelli climatici non hanno ricostruito il clima caldo del passato né l'arresto del riscaldamento degli anni 1940-75
e neppure hanno previsto il clima degli anni 2000-2019. La nostra petizione nega che sia stato dimostrato
che l'attuale riscaldamento globale sia dovuto alle emissioni antropiche".
Battaglia ricorda inoltre che
"non c'è prova che l'uomo abbia mai influito sul clima in modo misurabile. La CO2 è un gas serra ma dire che riscalda il pianeta
sarebbe come sostenere che chi mette un cent al giorno nei forzieri di Paperone può influire sulla sua ricchezza".
Sulla presunta origina antropica dei cambiamenti climatici, cavallo di
battaglia dei climaticamente corretti e e dei sostenitori dell'emergenza
climatica provocata dall'uomo,
il professor Nicola Staffetta spiega che
"l'uomo fa parte del sistema ma non c'è accordo tra gli scienziati su quanto egli contribuisca al cambiamento climatico.
Periodi caldi e freddi si sono alternati pure quando l'uomo non esisteva
ancora o quando comunque non c'erano problemi di emissioni di anidride
carbonica da combustibili fossili.
Settemila anni fa, sulle Alpi, i ghiacciai erano molto ridotti e sono
stati trovati alberi cresciuti ad altitudini di 100 o 200 metri
superiori a quelle dove crescono oggi".
La verità è che, come osserva il professor Uberto Crescenti, i catastrofisti del clima continuano a ignorare la storia.
I catastrofisti, sottolinea il professore,
"sostengono che l'aumento della temperatura vada limitato al massimo a due gradi, per evitare l'immane catastrofe",
ma in passato ci sono state fasi "più calde dell'attuale senza che si sia verificata la fine del mondo".
Centomila anni fa, in Inghilterra, ricorda, "vivevano ippopotami, elefanti, leoni e scimmie.
Nel Medioevo la temperatura era superiore di almeno 2-3 gradi rispetto a oggi".
Dati storici sistematicamente ignorati dai catastrofisti: e chi osa
ricordarli, diventa immediatamente un negazionista del clima.
Più che scienza, però, quella del climaticamente corretto sembra una fede.
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