L'infarto miocardico acuto (anche noto come 'attacco di cuore') è uno dei più gravi eventi cardiovascolari. In Italia, ogni anno, se ne verificano all'incirca 120 mila, di cui una buona parte è letale.
Per chi viene colpito da infarto, ogni minuto è prezioso.
Più si aspetta, maggiore è la quantità di muscolo cardiaco che viene danneggiata, con importanti conseguenze sulla qualità di vita.
Le prime due ore dall’insorgenza dei sintomi vengono, non a caso, chiamate "golden hours”: se non viene ripristinato il flusso sanguigno entro questo lasso di tempo, aumenta in modo esponenziale il rischio di danni permanenti al muscolo cardiaco.
Un intervento successivo ai 90 minuti dall'esordio dei sintomi può infatti quadruplicare la mortalità.
Per ridurre il ritardo è fondamentale imparare a riconoscere rapidamente i sintomi.
I sintomi noti
La manifestazione più tipica dell’infarto è un dolore oppressivo al centro del petto, che duri oltre 20 minuti, sia insorto a riposo e in alcuni casi irradiato al braccio sinistro, al collo, alla mandibola, ai denti, al dorso.
Tuttavia, spesso l'attacco si presenta in maniera più subdola, come un dolore addominale o nella parte posteriore del torace.
Altri sintomi tipici sono: affanno improvviso (dispnea), sudorazione fredda, nausea e vomito, svenimento, vertigini improvvise, stato d’ansia, debolezza improvvisa (astenia).
Vediamo quali sono i sintomi meno noti e che possono manifestarsi anche di notte.
I sintomi meno noti
Apnea notturna
L'American Heart Association ha affermato che l'apnea notturna (quando il respiro si arresta ripetutamente per un tempo sufficientemente lungo da perturbare il sonno) è una malattia respiratoria che nel corso del tempo può avere conseguenze anche gravi per la salute, aumentando il rischio di numerose patologie tra cui l’infarto.
"L'apnea ostruttiva nel sonno - hanno spiegato gli esperti - è stata collegata a tassi più elevati di ipertensione, ictus e coronaropatia (qualsiasi alterazione, anatomica o funzionale, delle arterie coronarie, cioè dei vasi sanguigni che portano sangue al muscolo cardiaco).
Ci sono anche prove che l'apnea notturna possa causare la disfunzione diastolica del ventricolo sinistro, che aumenta il rischio di insufficienza cardiaca".
Sudorazioni notturne
Anche la sudorazione eccessiva durante la notte è considerata un segno di malattia cardiaca in alcune persone.
Le sudorazioni notturne sono un sintomo comune nelle donne con problemi cardiaci, sebbene sia talvolta scambiato per un segno di menopausa.
Solitamente la sudorazione notturna si associa a un dolore epigastrico (nella parte superiore dello stomaco) o al petto, che si irradia al braccio ed alla spalla sinistra, sensazione di vertigini e nausea: in tal caso potrebbe essere il sintomo di un infarto.
Minzione frequente
Urinare spesso la notte, un disturbo fastidioso detto 'nicturia', può essere innescata da una malattia cardiaca.
Questo perché durante l’arco della giornata si verifica un accumulo di liquidi e di sali che l’organismo durante la notte cerca di espellere provocando lanicturia.
"L'insufficienza cardiaca - spiegano gli esperti dell’Incontinence Institute (Usa) - rende difficile al corpo liberarsi dai liquidi.
Sdraiarsi migliora la funzionalità renale, rendendo più facile al corpo liberarsi dei liquidi che si sono accumulati durante il giorno.
Quando ci si sdraia per dormire, la funzionalità renale migliorata entra in azione, la produzione di urina aumenta e all'improvviso la vescica è piena, anche se si è fatto attenzione a non bere molti liquidi prima di andare a letto".
Dolore al petto
Uno dei segni più evidenti dell’infarto è il dolore al petto, che può restare localizzato e limitato al torace o irradiarsi alle spalle e alle braccia (più comunemente il sinistro), al collo, alla mandibola, ai denti, al dorso.
"Nella maggior parte dei casi - spiega il Sistema di assistenza sanitaria nel Regno Unito (NHS), il dolore al petto non sempre è un segnale di qualche condizione grave.
Se però il dolore è acuto e lancinante, e peggiora quando si inspira profondamente o ci si sdraia, potrebbe essere un segno di infarto o di pericardite, un'infiammazione del rivestimento che circonda il cuore".
"La pericardite - continuano gli esperti - può manifestarsi nei seguenti modi: il dolore al petto è acuto o lancinante; si diffonde alle spalle, alle braccia o alla pancia; peggiora quando si inspira profondamente, si deglutisce, si tossisce o ci si sdraia (soprattutto quando ci si sdraia sul lato sinistro); migliora quando ci si piega in avanti".
Fiato corto
Un altro sintomo dell’infarto è l’improvvisa comparsa di fiato corto in assenza di condizioni di sforzo, oppure affanno dopo uno sforzo che continua a peggiorare.
"Questo - spiega l’NHS - può verificarsi dopo l'attività o a riposo; può essere peggiore quando si è sdraiati, e può causare il risveglio durante la notte per la necessità di riprendere fiato".
Tachicardia
La tachicardia è una condizione di frequenza cardiaca accelerata, con un numero di battiti al minuto superiore a 100 a riposo.
Potrebbe insorgere per una grave cardiopatia, come un infarto miocardico o una cardiomiopatia, e potrebbe durare da alcuni secondi ad alcune ore.
La Sindrome delle gambe senza riposo
La sindrome delle gambe senza riposo (RLS) è un disturbo neurologico legato ai momenti di relax.
Gli episodi di fastidio si presentano frequentemente prima dell'addormentamento o al risveglio.
Il NHS la descrive come "una condizione comune del sistema nervoso che provoca un bisogno irrefrenabile di muovere le gambe".
Alcune ricerche hanno suggerito che potrebbe essere collegata a un aumento del rischio di malattie cardiache, tuttavia l'American Heart Association ha affermato che "sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno e confermare tale relazione".
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