Del doman non v’è certezza. Ma del presente sì. L’allarme recentemente lanciato dalla Corte dei Conti sulla tenuta del sistema pensionistico italiano non è da sottovalutare. Per niente. Le “crescenti forme di precarietà del mercato del lavoro, nei posti e nelle retribuzioni, che incidono sui futuri trattamenti pensionistici, soprattutto per le fasce più deboli (giovani e donne)” – si legge nel rapporto sull’Inps – “avranno riflessi su adeguatezza delle prestazioni e sostenibilità sociale del sistema”. A rincarare la dose ci pensa, poi, la Banca d’Italia la quale prevede che nel 2012 almeno 1/3 delle aziende chiuderà coi bilanci in rosso e qualcosa come 3 milioni di partite Iva, per la maggior parte artigiani e commercianti, verranno cancellate con preoccupanti effetti sul futuro gettito contributivo per le casse dell’Inps. Tradotto: non ci saranno più soldi per pagare gli assegni. Basta guardare quello che è successo in Grecia per farsi un’idea. Ma il Presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, uomo da oltre 1 milione di euro all’anno di retribuzione per i vari incarichi che ricopre, e il commovente Ministro del Welfare Elsa Fornero ci dicono che non è vero, che il sistema previdenziale è in equilibrio, nonostante l’Inps abbia dovuto ingoiare l’ex istituto nazionale per i dipendenti pubblici (Inpdap) che portava in dote un deficit da 5,8 miliardi di euro. Cifra che è stata spesa per le pensioni dei dipendenti civili e militari dello Stato senza che realmente vi fossero in cassa.
L’Inps incorpora l’Inpdap per nascondere 5,8 miliardi di deficit
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