30 giu 2010

Ancora sul valore "Tempo"

Di primo acchito, si potrebbe credere che il valore temporale di una opzione, traslato su un asse cartesiano, assuma la forma di una linea retta, inclinata in maniera proporzionale al trascorrere del tempo. Non è così.
A questo punto, si è già intuito che il valore di una opzione è dato dalla somma di due valori: uno intrinseco allo strumento medesimo, dato dalla semplice differenza algebrica tra il prezzo corrente del sottostante e il valore di strike e l'altro, dipendente dalla funzione "Tempo", la cui rappresentazione richiederebbe complesse formulazioni di tipo differenziale. Senza avventurarci in questioni complesse, vediamo di spiegarne la dinamica in maniera intuitiva.
Ognuno di noi conferisce al "Tempo" un valore soggettivo: ciò può dipendere da innumerevoli fattori che congiuntamente interferiscono sulla psiche dell'investitore. Per esempio: un investitore, abituato ad investimenti a lungo termine, avrà ragionevolmente maggior timore di una scadenza a breve di quanto possa dimostrarne un trader. Ecco quindi che i due assegnerebbero un diverso indice di pericolosità alla funzione "Tempo". Se guardiamo la cosa da un altro lato: ponendosi nell'ottica di acquisto di una medesima opzione, i due si porrebbero diversi limiti di prezzo all'acquisto e, visto che, come si è detto, il valore intrinseco è una questione puramente algebrica, non resta che ricondurre il tutto ad una diversa valutazione del valore finanziario del "Tempo". Il "Tempo" ha quindi una valenza soggettiva e questo fa sì che la sua quantificazione, in termini finanziari, non disegni un andamento lineare ma subisca violenti decrementi nelle fasi iniziale e terminale della vita di uno strumento finanziario. Tutto questo, in fondo, è facilmente intuibile.
Se inizialmente, sul valore alto all'emissione dell'opzione gioca l'interesse dell' emittente, nella fase terminale, il valore temporale viene abbattuto dall'evidente esaurimento delle speranze di incremento dei guadagni. E' del resto evidente che, in presenza di un periodo discretamente lungo sussistano ragionevoli probabilità che un titolo possa compiere escursioni di prezzo anche significative ciò non è più attendibile in un arco di tempo molto limitato. Se vogliamo fare un paragone, possiamo pensare alle nostre rispettive performances di studenti. Ricordate? A inizio dell'anno scolastico grandi promesse e aspettative poi, ben presto, si ripiegava nel solito tran-tran dove ogni giorno era in fondo uguale al precedente e al successivo. La data dell'esame si avvicinava inesorabilmente eppure questo non scuoteva più di tanto i nostri animi se non nelle ultime settimane. A ben vedere, ognuno di noi, altro non faceva che assegnare un soggettivo valore temporale all' opzione "Maturità".
Visto che il prezzo di una opzione è inizialmente stabilito dall'emittente, è evidente che quest'ultimo sarà egoisticamente portato ad assegnarle il massimo valore temporale ed è per questo (ma vi sono anche altri motivi che vedremo in seguito) che, salvo casi particolari, non è cosa saggia acquistare un'opzione alla sua emissione o poco dopo: il prezzo è ancora troppo alto e difficilmente recupereremmo tutto il capitale investito.
Altrettanto delicato è acquistare l'opzione quando è prossima alla scadenza: mano a mano che trascorrono le sedute, il valore temporale decresce rapidamente quindi i rischi di perdita tornano ad essere elevati.
Diciamo che l'arco temporale meno pericoloso, lungo la vita di un'opzione, è quello compreso tra quattro e un mese dalla scadenza. Prima e dopo, potrebbe risultare alquanto difficile recuperare completamente un eventuale errore di timing. Questo non toglie che si possa investire, con opportunità di guadagni decisamente elevati, anche in opzioni dalla vita residua molto breve (anche una o due settimane) ma necessita tantissima esperienza e le perdite potrebbero essere ingenti anche a fronte di una corretta individuazione del trend. Ma queste cose le comprenderemo ancora meglio quando parleremo del "Market Maker" e dei suoi giochetti decisamente poco leali.
Con questo, credo di aver raggiunto lo scopo di sensibilizzare ognuno circa l'importanza di valutare correttamente il tempo, anche nei dettagli, quando si investe in opzioni. Ora passeremo ad esaminare il vero avversario, quello in carne ed ossa, che non possiamo vedere ma, vi garantisco, talvolta ho l'impressione di udire sogghignare o imprecare dentro al monitor (a seconda di chi l'ha spuntata nell'occasione).

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