17 ott 2019

CHI SONO I LADRI

Anthony Mann lo avrebbe chiamato “Il Regno del Terrore”.

Il governo giallo-rosso, dopo sei ore di Consiglio dei ministri terminato alle cinque del mattino,
ha licenziato il testo del Documento programmatico di bilancio (Dpb) e quello del decreto fiscale collegato, inviandoli a Bruxelles per ottenerne l’approvazione.

Due provvedimenti che instaurano un regime di Terrore fiscale.

Se la Commissione non solleverà questioni, e non lo farà visto che peggio di così per gli italiani non potrebbe essere,
Dpb e decreto fiscale entreranno nella Legge di bilancio 2020, che passerà al vaglio delle Camere.

Gran parte delle misure contenute nell’attuale versione del Dpb e del decreto fiscale collegato saranno quelle in vigore dal 1° gennaio del prossimo anno.
Vediamo le più importanti:

Quota100: la misura non è stata né abrogata né rinnovata, quindi resterà in vigore fino ad esaurimento della stessa nei termini previsti dalla precedente manovra, cioè fino al 2021.
Ciò comporterà una disparità di trattamento tra lavoratori, infatti centinaia di migliaia di questi potranno andare in pensione fino al 2021
con 38 anni di contributi e 62 di età, mentre tutti gli altri, cioè coloro che non matureranno tali requisiti nei prossimi due anni,
saranno collocati a riposo di nuovo con la Legge Fornero (67 anni di età).
Al momento il governo sta ragionando anche ad un’altra ipotesi, cioè al superamento graduale di Quota100 con un paio di finestre ad hoc. Nulla sul punto però è stato deciso.

Reddito di cittadinanza: niente di sostanziale è stato modificato, quindi varranno le previsioni della precedente Legge di bilancio
con un ampliamento delle risorse da utilizzare, ma nei limiti di quanto già previsto con la finanziaria dell’anno scorso.
Il governo si regge sull’accordo con il M5s e dunque questo punto non si poteva neppure toccare.

Lotta all’evasione fiscale: questo è l’intervento più incisivo contenuto nel decreto fiscale collegato al Dpb.
Tutti coloro che adottano il regime Iva ordinario, dal 1° gennaio potranno usufruire delle detrazioni fiscali
(cioè potranno scaricare le spese detraibili nelle misure consentite) solo se le prestazioni saranno pagate con strumenti che garantiscono la tracciabilità,
cioè bancomat, carte di credito e bonifici. Il pagamento in contanti non sarà più utilizzabile per chiedere la detrazione.

Ciò produrrà un comportamento difensivo da parte delle partite Iva, invogliate a dichiarare di meno per evitare di rendere conveniente la detrazione,
decidendo di non richiederla pur di non pagare con carta. Sarà invece possibile detrarre, in misura minima (tra il 10 ed il 19%),
le spese del parrucchiere, dell’idraulico e del ristorante, ma la questione è ancora oggetto di discussione.

Poi ci sarà la “lotteria degli scontrini”, una specie di gioco a premi – tipo estrazione del lotto – per chi pagherà con carta di credito,
con conseguenti sanzioni per chi non accetterà pagamenti col Pos. Tutte misure che, accompagnate dall’onere della prova a carico del contribuente,
introdotta dal governo Monti nel 2012, porrà milioni di inermi cittadini sotto la continua vessazione del fisco.

Sui cosiddetti “grandi evasori”, invece, il testo del decreto fiscale prevede la sola intenzione da parte dell’esecutivo
di aumentare le pene fino ad otto anni di reclusione, ma sul punto manca ancora l’intesa nel governo. I

l problema delle soglie di punibilità, qualora fossero ridotte proposto del ministro Bonafede, non riguarderebbe in realtà i “grandi evasori”,
bensì centinaia di migliaia di piccoli contribuenti che rischierebbero di finire nelle patrie galere.

Guerra al contante: fa parte delle misure per la lotta all’evasione, ma merita un approfondimento.
Il governo Conte-bis ha deciso di tornare ai livelli del governo Monti diminuendo il tetto di utilizzo del denaro contante,
per tutte le transazioni, a 1.000 euro a partire dal 2022. Dal 1° gennaio dell’anno prossimo, e per i soli anni 2020 e 2021, il limite sarà fissato a 2.000 euro.
Nel 2016 il governo Renzi aumentò questo limite a 3.000 euro ben sapendo che avrebbe incentivato i consumi, cosa che in effetti avvenne.

Ritornare, seppur progressivamente, alla misura montiana, produrrà l’effetto devastante che produsse all’epoca,
cioè la violenta contrazione dei consumi e quindi della domanda interna, con pesanti ripercussioni sull’occupazione e sui redditi.

Ne avranno giovamento le banche per via delle commissioni legate ai pagamenti con carta (anche se fossero ridotte),
oltre alle attività commerciali che si trovano extra-confine (Svizzera, Austria, Francia e Croazia),
soprattutto quelle legate al settore automobilistico, dentistico, alberghiero, vacanziero e dei beni di un certo valore (orologi, gioielli, pellicce etc).

Stanno commettendo lo stesso errore di sette anni fa.

Flat-Tax: viene cancellata quella prevista dalla precedente manovra che estendeva il regime, a partire dal prossimo anno,
allo scaglione reddituale da 65.001 a 100.000 euro con tassazione fissa al 20%.

Viene invece mantenuta (per il momento) quella fino a 65.000 euro con tassazione fissa al 15%, ma con tre correzioni rispetto all’anno in corso.

Prima. Salvo eventuali modifiche nei prossimi mesi da parte del Parlamento, le partite Iva che fino ad oggi hanno aderito al regime forfettario
(fino a 65.000 euro di reddito annuo) potranno continuare a restarvi anche l’anno prossimo solo se non detengono quote sociali (anche minime) in società a responsabilità limitata.
E’ il caso di decine di migliaia di operatori che hanno quote in aziende di famiglia, spesso per ragioni affettive piuttosto che economiche, ma che svolgono attività professionali differenti.

Seconda. Oggi le partite Iva in regime forfettario non hanno l’obbligo di detrarre nulla, sussistendo la detrazione in quota già prefissata (a seconda dell’attività svolta) sul reddito dichiarato.
Dal 1° gennaio 2020, invece, anche i forfettari dovranno conservare ricevute e scontrini per dimostrare la detrazione effettiva,
e non potranno spendere più di 5.000 euro annui per dipendenti e collaboratori e 20.000 euro per l’acquisto di beni strumentali connessi all’attività svolta.

Terza. In ogni fattura dovrà essere indicato il codice iban del conto corrente d’esercizio, in modo tale che a fine anno l’Agenzia delle Entrate
possa controllare i movimenti sul conto, in stile “Grande Fratello ”. Con l’introduzione della flat-tax era intenzione del precedente governo di ridurre la pressione fiscale,
ma l’attuale esecutivo la sta invece aumentando.

Renzi, Grillo, Conte e Zingaretti sono andati insieme al governo con la scusa di ridurre le tasse, e invece le aumenteranno.

Obbligo di fatturazione elettronica: già in vigore dallo scorso anno per il regime Iva ordinario,
l’Unione europea ha bocciato l’estensione di tale obbligo al regime forfettario (troppi oneri!), ma non è escluso
– come già si vocifera nei corridoi di Via XX settembre – che il governo la introduca anche per i redditi da lavoro autonomo al di sotto dei 65.000 euro annui, ma superiori ai 30.000.

Staremo a vedere. E qui, lo capirebbe anche un bambino, tutti avranno convenienza a dichiarare di meno per restare sotto-soglia
ed evitare nuove spese ed oneri derivanti dall’obbligatorietà della fatturazione elettronica.

Sanità: entro la fine del 2020 (aspetta e spera) scomparirà il super-ticket, cioè quella spesa di 10 euro per ciascuna ricetta
che le Regioni applicano per le prestazioni mediche specialistiche e diagnostiche.
Probabile l’introduzione di un ticket a seconda del reddito. Nuove mazzate in arrivo per il ceto medio.

Green-economy e investimenti produttivi: la vulgata verde ha travolto anche il governo italiano.
Aumenterà il costo della plastica, delle sigarette, del diesel e del gioco d’azzardo in modo da recuperare risorse necessarie per finanziare le misure
per un più vasto piano ecologista previsto a partire dal prossimo anno, con maggiore espansione dal 2021.

Aria fritta, ma intanto costerà di più la benzina ai nostri già massacrati agricoltori.

Per quanto riguarda gli investimenti produttivi sono previsti, col “Piano Industria 4.0”, incentivi per la sostenibilità ambientale
ed il rinnovo degli impianti attraverso agevolazioni fiscali, rimodulazioni e crediti d’imposta.
Niente che faccia intravedere una seria politica industriale.

Entro il 31 dicembre il Parlamento potrà in teoria modificare ciò che vuole, ma la maggioranza che sostiene il governo
– benché il Consiglio dei ministri abbia approvato entrambi i documenti “salvo intese” – blinderà sicuramente il testo per evitare che cambi qualcosa di sostanziale.

Per dicembre aspettiamoci un maxi-emendamento sul quale il governo porrà la fiducia.

In breve: più tasse e manette per tutti. Una manovra da Stato di Polizia Tributaria come quella del governo Monti. Un governo Monti senza Monti.

16 ott 2019

MANOVRA

Alle 4:39 di stanotte, è terminato il Consiglio dei ministri che ha deciso la manovra del 2020, la famosa legge di bilancio. Sono trascorse sei ore di riunione per l’approvazione del Documento programmatico di bilancio che poi darà vita al decreto legge vero e proprio. Insieme ad esso, è stato approvato il decreto legge fiscale allegato alla manovra. Ora, il documento passa a Bruxelles.
“Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale [il famoso "decreto fiscale”] e per esigenze indifferibili e il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022″. Si legge nella nota del Cdm iniziato alle 23.02 e terminato alle 4.35.
“I due provvedimenti -si spiega- compongono la manovra finanziaria e trovano la loro traduzione sul piano contabile nel Documento programmatico di bilancio per il 2020, che viene quindi trasmesso alla Commissione europea. La manovra che ne risulta non si limita all’eliminazione della clausola di salvaguardia sull’Iva per il 2020, ma contiene importanti provvedimenti per il lavoro, l’ambiente, gli investimenti, la famiglia e la disabilità, avviando l’attivazione delle politiche contenute nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza”.
Di seguito i punti principali dei provvedimenti: 

CANCELLAZIONE CLAUSOLA IVA 2020

Al fine di evitare un aumento delle imposte a carico dei consumatori, con ripercussioni sulla distribuzione e il commercio, gli incrementi dell’Iva pari a 23,1 miliardi di euro previsti a legislazione vigente per il 2020 sono stati completamente sterilizzati, senza ricorrere a interventi sulle rimodulazioni delle aliquote capaci di aumentare il gettito di tale imposta.

CUNEO FISCALE

Si riduce già dal 2020 il cuneo fiscale a carico dei lavoratori, avviando un percorso di diminuzione strutturale della pressione fiscale sul lavoro e di riforma complessiva del regime Irpef per tutti i lavoratori dipendenti.
Sul punto leggi Bonus 50 euro in busta paga.
Il taglio del cuneo partirà dal 1° luglio 2020 con una dote di 3 miliardi che per l’intero 2021 diventano circa 5,5-6miliardi. Il vantaggio andrà anzitutto ai 4,5 milioni di lavoratori con redditi tra i 26.600 euro e 35mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi: avranno fino a circa 50 euro in più al mese. Vale a dire 500 euro in più nel 2020 e mille euro in più nel 2021. Mentre ai 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8mila euro a 26.600 euro che già lo percepiscono, il bonus Renzi che vale fino a 960 euro annui sarà confermato, ma potrebbe essere rimodulato in detrazione fiscale: dal taglio del cuneo avranno, invece, solo 40-50 euro annui. In realtà, se si optasse per la detrazione Irpef, i redditi tra 8 e 15mila euro avrebbero un’imposta negativa, ma si sta ragionando di riconoscere il beneficio sotto forma di assegno. Per gli incapienti, due ipotesi in campo: la loro esclusione, o il riconoscimento di un assegno di valore crescente fino a 80 euro mensili.

LOTTA ALL’EVASIONE

Vengono messe in campo politiche di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali in più settori. Si prevede un inasprimento delle pene per i grandi evasori. Si introducono misure per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera e l’aggiramento della normativa contrattuale in tema di appalti da parte di cooperative o imprese fittizie, che in tal modo evadono l’Iva e non procedono al versamento delle ritenute sui redditi dei lavoratori. Si rafforzano le misure contro le frodi nel settore dei carburanti. Si implementa il contrasto all’evasione e all’illegalità nel settore dei giochi, attraverso l’istituzione del registro unico degli operatori del gioco pubblico e il blocco dei pagamenti per i soggetti che operano dall’estero senza concessione, anche attraverso l’istituzione dell’agente sotto copertura.

CONTANTI

Scende a 2mila euro la soglia d’uso del contante, o meglio “2mila euro nei primi due anni, quindi mille euro a partire dal terzo anno”.

SOSTEGNI AFFITTI

Viene previsto un nuovo piano casa che prevede un’articolazione di misure: dal sostegno agli affitti per le famiglie disagiate alla proroga di ecobonus e sismabonus, dal recupero di immobili a veri e propri piani di «rinascita urbana». L’obiettivo è riattivare un intervento pubblico in tema di abitazione avviando e finanziando contemporaneamente progetti di riconversione di immobili e spazi pubblici e privati oggi inutilizzati, manutenzioni straordinarie, miglioramento sismico, co-housing, residenze per studenti. Saranno attivati dal ministero delle Infrastrutture bandi per finanziamenti concessi a comuni (con popolazione superiore a 60mila abitanti) entro il limite di 20 milioni per ciascun progetto. I piani saranno cumulabili con altre misure a favore della casa, come ecobonus e sismabonus.

PIANO CASHLESS

Con l’obiettivo di aumentare i pagamenti elettronici, si predispone un piano che prevede, tra l’altro, l’introduzione di un super bonus da riconoscersi all’inizio del 2021 in relazione alle spese effettuate con strumenti di pagamento tracciabili (bonifici, carte di credito, bancomat, assegni non trasferibili) nei settori in cui è ancora molto diffuso l’uso del contante, nonché l’istituzione di estrazioni e premi speciali per le spese pagate con moneta elettronica e sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di credito o bancomat.
Nella manovra “c’è un articolato piano -‘Italia cashless’- che, senza penalizzare nessuna categoria produttiva o rendere più difficoltosa la vita ai cittadini, incentiva l’utilizzo di moneta elettronica in modo da favorire l’emersione dell’economia sommersa e realizza un piano corposo di contrasto all’evasione”. Lo dice il premier Giuseppe Conte subito dopo il via libera del Cdm alla manovra e al dl fiscale.

FAMIGLIE

Vengono destinate ulteriori ingenti risorse agli interventi per la famiglia, che saranno oggetto di un piano di razionalizzazione e semplificazione.
“Seicento milioni aggiuntivi per la famiglia, per una serie di misure a partire dalla gratuità asili nido per gran parte della popolazione” oltre a “un piano per la costruzione di nuovi asili nido”. Sono alcune delle misure annunciate dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al termine del Consiglio dei ministri.

SALUTE

Si prevede la cancellazione del cosiddetto superticket in sanità, a partire dalla seconda metà del 2020, con un corrispondente incremento delle risorse previste per il sistema sanitario nazionale, destinate comunque ad aumentare nel prossimo triennio.

PREVIDENZA E WELFARE

Si conferma il sussidio economico che accompagna alla pensione categorie di lavoratori da tutelare (cosiddetta APE Social) e la possibilità per le lavoratrici pubbliche e private di andare in pensione anticipata anche per il 2020 (la cosiddetta ‘Opzione Donna‘). Viene confermata anche l’esenzione dal canone Rai per gli anziani a basso reddito.

PERSONE DIVERSAMENTE ABILI

Per le politiche di sostegno alle persone diversamente abili vengono stanziate le risorse necessarie all’attuazione della delega in materia. Allo stesso tempo, nuove risorse sono previste in tre distinti fondi per la tutela del diritto al lavoro, per l’assistenza e per le esigenze di mobilità.

INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI E AMBIENTE

Si istituiscono due nuovi fondi per finanziare gli investimenti dello Stato e degli enti territoriali e un fondo per contribuire (con garanzie, debito o apporto di capitale di rischio) alla realizzazione di investimenti privati sostenibili nell’ambito del green new deal. A queste risorse vanno aggiunte quelle relative al sostegno degli investimenti privati sotto forma di contributi e di incentivi.

MEZZOGIORNO

Vengono destinate risorse ad interventi per incentivare gli investimenti delle imprese, alle infrastrutture sociali e al risparmio energetico nelle regioni del Mezzogiorno.

IMPRESE E INNOVAZIONE

Si stanziano le risorse necessarie a proseguire gli incentivi del programma ”Industria 4.0” per sostenere gli investimenti privati e favorire il rinnovo dei sistemi produttivi: tra questi il Fondo centrale per le piccole e medie imprese; il super e l’iper ammortamento (per beni tecnologici, software ed economia circolare); il rifinanziamento della legge Sabatini; il credito di imposta per la ”Formazione 4.0”.

DETRAZIONI

Vengono prorogate le detrazioni per la riqualificazione energetica, gli impianti di micro-cogenerazione e le ristrutturazioni edilizie, oltre a quelle per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata a seguito di ristrutturazione della propria abitazione. Viene introdotta per il 2020 una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (il ‘bonus facciate’) per dare un nuovo volto alle nostre città.

RINNOVO DEI CONTRATTI PUBBLICI

Sono ampliati gli stanziamenti del triennio 2019-2021 per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego del comparto Stato.

Reazioni

“E’ stato un lavoro impegnativo ma sono molto soddisfatto perché siamo riusciti ad approvare una manovra che, nonostante una clausola di salvaguardia molto rilevante, è riuscita nell’intento di sterilizzare completamente l’aumento dell’Iva e a introdurre misure importanti per la crescita, per l’innovazione e la coesione sociale e territoriale. Una manovra che mette 3 mld già nel 2020 per la riduzione cuneo fiscale per aumentare le risorse in busta paga per milioni di lavoratori”. Lo dichiara il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al termine del Consiglio dei ministri.

SVEGLIA

Le decisioni di politica monetaria appena adottate sono state approvate dalla BCE con ampie divisioni interne 
ed è stato diramato un documento a firma 
dell’ex capo economista della BCE Jürgen Stark (tedesco), 
dell’ex vice governatore della banca centrale Herve Hannoun (francese) , 
dell’ex componente del comitato esecutivo della BCE Otmar Issing (tedesco), 
dell’ex governatore della banca centrale austriaca Klaus Liebscher, 
dell’ex presidente della Bundesbank Helmut Schlesinger (tedesco),
 dell’ex governatore della banca centrale olandese Nout Wellink e
 dell’ex governatore della banca centrale francese Jacques de Larosiere.
(per verificare la notizia basta digitare “draghi attaccato dagli ex governatori” e trovate un’ampia serie di articoli delle principali testate giornalistiche)
In questo documento draghi viene attaccato pesantemente per aver sbagliato diagnosi ed approccio 
(SECONDO LORO E I LORO MANDANTI FRANCO TEDESCHI e gli accoliti, per convenienza, olandesi e austriaci) 
nell’assicurare il mandato della BCE, che è solo quello di garantire la stabilità dei prezzi.
Per non aver tenuto conto degli effetti devastanti dei tassi di interesse negativi.
Per aver finanziato indirettamente gli stati con il Q.E.
La questione è che Draghi fra due settimane non sarà più il capo della BCE.
Quindi il messaggio e l’avvertimento sono per il nuovo capo della BCE, la francese Lagarde (E SOTTOLINEO FRANCESE)
La conseguenza sarà un irrigidimento della parte tedesca, olandese, francese ed austriaca della BCE 
e se diventerà realtà pratica, non potrà che portare ad un attacco speculativo verso i debiti pubblici del Sud Europa, 
anche per ridare fiato alle banche nord europee esangui per tassi negativi: 
perché con tassi negativi il rendimento per una banca dov’è?
Quindi le banche nord europee stanno saltando come birilli di un bowling 
e la crisi finanziaria in arrivo potrebbe avere l’effetto di uno tsunami.
La realtà è che le politiche monetarie di Draghi hanno salvato (per ora) l’Euro 
che con l’esplosione incontrollata degli SPREAD sarebbe saltato entro il 2012 inizio 2013.
La soluzione quale sarà per l’impero franco-tedesco?
Fare gli Eurobond europei per una svolta negli investimenti ambientali che sono stati preparati dal pupazzo Greta, 
così l’asse franco-tedesco prende 5 e più piccioni con una fava:
1) si stimola la propria economia prostrata da decenni di psicotica austerity.
2) si stimola la domanda interna UE senza la quale i prodotti tedeschi “a chi li vendi?” 
visto che Trump non si fa più fregare dal finto Marco svalutato artificialmente dai tedeschi 
grazie alla stupidità/empia collaborazione dei governanti degli altri paesi che si sono fatti ingabbiare nella trappola Euro. 
E fa apparentemente una bella figura “ACCHIAPPA CITRULLI” come politica magnanima, mentre in realtà c’è il mega trappolone:
3) si creano Eurobond che verranno caricati come debito pubblico aggiuntivo o sostitutivo (di BTP in scadenza) 
per paesi come l’Italia che così, come già accaduto alla Grecia, si ritroverà debito pubblico in diritto e valuta straniera 
nel caso che l’euro salti, con un grave danno usurocratico.
4) la svolta “ecologica” verrà impostata su una valanga di norme europee che schianteranno definitivamente queste “maledette” 
 (pensiero franco-teutonico) PMI italiane che non mollano e, nonostante i governi di sinistra italiani per conto del 4 REICH 
le abbiano tartassate e massacrate in ogni modo ( e il nuovo governo di viceré PD e M5S ha ripreso il massacro, 
perfino i commercialisti per la prima volta hanno “scioperato” e ora protestano contro le assurde e vessatorie proposte governative), 
continuano in gran parte ad esistere e a dare filo da torcere ai potentati economici franco-teutonici.
Ma con la svolta “ecologica” le mettiamo finalmente fuori mercato perché mai potranno avere i mezzi economici 
per ristrutturare le aziende come “DIRETTIVE” del 4 REICH 
(anche perché le banche italiane ormai a controllo straniero non forniranno i prestiti necessari o lo faranno a tassi insostenibili).
5) le banche del Nord Europa con gli euro bond che fanno media con i rendimenti più alti imposti con lo spread al Sud Europa, 
potranno riavere dei tassi positivi e potranno avere rendimenti in patria e utili facendo man bassa dei titoli emessi dai P.I.G.S.,
 trasformati in titoli di debito pubblico in diritto estero e quindi garantiti dal crollo eventuale dell’euro!
Ci sarebbero altri punti ma è meglio fermarsi qui perché il nocciolo della questione è chiaro ormai:  
bisogna impedire che all’Italia vengano rifilati titoli di stato in diritto estero 
perché altrimenti ci ritroviamo totalmente schiavi dell’Usurocrazia franco-tedesca.
Il governo ed il viceré dell’economia italiano ha già parlato del piano di investimenti da 1000 miliardi di euro in Eurobond per l’Eurozona!
Se riescono a ri-denominare il nostro debito pubblico in diritto estero (magari lussemburghese!!) 
siamo finiti e diventiamo come la Grecia.
Ci vuole una forte campagna di informazione per creare una reazione popolare 
e anche per informare i parlamentari che in stragrande maggioranza di questi meccanismi fraudolenti
 NON CAPISCONO NULLA da decenni.
Da decenni hanno svenduto l’orto allo straniero 
e si accontentano come servi pezzenti dei torsoli e delle ossa lanciati dalla tavola franco – tedesca. 
Una tavola cui prima dello SME e soprattutto dell’Euro eravamo a capotavola.
Spettacolare fu la sintesi di Andreotti che a domanda sulla corruzione, ormai più che ottantenne rispose:
Beh…anche noi mangiavamo ma…almeno sapevamo stare a tavola.”
Poi con una diabolica “tangentopoli” a furor di popolo (artificialmente aizzato dalla finanza speculativa come utile idiota) 
quella classe politica corrotta sì, ma competente e che difendeva strenuamente l’interesse nazionale 
é stata spazzata via e rimpiazzata da docili viceré ( a libro paga o incompetenti).
Ora questo governo sta montando l’odio popolare verso gli evasori, 
un altro tassello della programmata devastazione delle P.M.I. italiane che hanno una tassazione totale media del 64,8%!!! 
Dato che subito inizierà la battaglia su questa cifra pazzesca 
cito la fonte che direi è autorevole, cioè l’agenzia regionale dell’ONU!
E vai, siamo primi al mondo! 

Nel massacrare le nostre P.M.I.!
E se per sopravvivere fanno una parte in nero? IN GALERA!
Se riusciranno ad approvare la finanziaria come è prevista il 2020 sarà l’anno in cui chiuderanno più imprese dall’Unità D’Italia, 
con un crollo verticale delle entrate fiscali dalle imprese (e dai relativi lavoratori, fornitori, ecc.): 
una catastrofe che porterà l’Italia a gran velocità nello scivolo INFERNALE GRECO:
Patrimoniali e tagli draconiani alla spesa pubblica cioè scuola, sanità, pensioni, ecc., ecc. 
(per compensare il crollo del gettito fiscale) = 
il film già visto in Grecia, anzi gli italiani cosa è successo in Grecia nel dettaglio 
NON LO HANNO VISTO, PERCHE’ E’ STATO CENSURATO!
 (p.s.: messaggio per i dipendenti RAI: “in Grecia la tv di stato è stata chiusa e i dipendenti licenziati!! Penso sia il caso di riflettere sulla cosa”).
Il tutto ci porterà alla miseria e devastazione sociale Greca.
Esattamente il progetto del 4 REICH per l’Italia! 

Per poter poi FINIRE di banchettare come iene sulla nostra carcassa, 
sui nostri giganteschi patrimoni fisici (es. quasi 8.000 km di pregiata costa mediterranea con il gigantesco indotto turistico!),
 infrastrutturali (porti e areoporti, linee ferroviarie ad alta velocità, autostrade, ecc., ecc.) 
e economici (es: la gigantesca quantità di eccellenze agro alimentari con enormi potenziali turistici accessori, basta pensare al solo vitivinicolo), 
ecc., ecc.. COME HANNO FATTO IN GRECIA!
Alla faccia della cooperazione e solidarietà Europea! 

Questa è una guerra nascosta ma disumana e spietata 
(nascosta dalle regole brutalmente liberiste che sono state imposte nella UE) 
che la Germania, assetata in modo psicopatico di rivincita e di dominio, 
sta conducendo con grande e diabolica lucidità contro gli altri stati Europei, 
che sta devastando, marginalizzando e ridimensionando economicamente l’Europa rispetto al resto del mondo.

11 ott 2019

QUELLO CHE NESSUNO SCRIVE

Nessun accenno ai veri costi da tagliare. Indecorose arlecchinate dei 5stalle.

Si tagliano un po' di parlamentari ma non si toccano i dipendenti di Camera e Senato,
il vero fortino di privilegi che il M5s però ha deciso di non inimicarsi.

Eppure gli stipendi del personale pesano molto più di quelli dei 345 parlamentari eliminati.

Parliamo di cifre astronomiche:
180 milioni di euro per gli emolumenti del personale solo della Camera,
altri 99 milioni per i loro colleghi del Senato.

Finora i dipendenti del Palazzo hanno sempre sfangato ogni tentativo di calmierare i loro stipendi, cresciuti del 50% negli ultimi 13 anni di crisi (ma non per loro).

Nel 2014 una delibera dell'Ufficio di presidenza aveva stabilito dei tetti massimi per gli stipendi del personale.
Tetti molto generosi:

172mila euro l'anno per gli stenografi,

99mila euro per i commessi,

166mila euro per i segretari,

240mila euro (il compenso del capo dello Stato) per i consiglieri parlamentari.

Un affronto intollerabile per i dipendenti di Camera e Senato che hanno mitragliato una serie di ricorsi e alla fine sono riusciti a sventare il ritocco.

Che infatti è stato giudicato valido soltanto tre anni.

Dal 1 gennaio dell'anno scorso - nel silenzio dei grillini che volevano «aprire il Parlamento come una scatola di tonno»
e invece il tonno hanno imparato ad apprezzarlo -, commessi, uscieri, barbieri, stenografi, tecnici, ragionieri, assistenti e consiglieri
sono tornati a guadagnare come top manager di una multinazionale, con progressioni automatiche di retribuzione impressionanti
per cui ogni dieci anni in sostanza raddoppiano lo stipendio.

Basti guardare il documento pubblicato dal sito della Camera con il Quadro delle retribuzioni annue lorde dei dipendenti suddivise per anzianità e qualifica.

Un documentarista appena assunto prende 40mila euro,
dopo dieci anni di lavoro lo stipendio gli vola in modo automatico a 81mila euro,
dopo altri dieci sale inesorabilmente fino a 155mila,
se poi la salute regge e rimane alla Camera fino al 30esimo anno di anzianità si porta a casa 214mila euro,
per arrivare a fine carriera a 240mila euro
.

Mentre il commesso dovrà accontentarsi di soli 140mila euro.

E poi c'è il paradosso.

Il giorno in cui si tagliano i parlamentari, le Camere sono pronte ad assumere altre 360 persone
tra consiglieri, segretari, documentaristi, e assistenti. Bandi freschi freschi.


E i Cinque Stelle che festeggiano con forbici giganti di cartone per i risparmi del taglio dei parlamentari, che dicono?

Il presidente grillino Fico lo aveva fatto capire fin dal suo insediamento, gli stipendi dei dipendenti di Montecitorio sono «costi della democrazia», quindi da non toccare.

L'unico intervento della presidenza ha riguardato le pensioni, con il blocco delle pensioni anticipate per i dipendenti della Camera a partire dal 2022
e poi un taglio di quelle in essere, sopra i 100mila euro, come per i normali pensionati italiani peraltro.

Ma sul ricco piatto degli stipendi dei dipendenti non si è mossa più una foglia.

Più facile tagliare i parlamentari che togliere qualche euro ai dipendenti, difesi da nove sigle sindacali.

Anche Di Maio voleva abolire i barbieri della Camera ed ora ne è un assiduo cliente.

Questo tonno è veramente di qualità, val la pena approfittarne.