21 feb 2012

FTSE MIB

Trovato l'accordo sulla Grecia.......ma si chiama ancora così ? Per me è diventata solo un land

Però ora cieli blu sembrano aprirsi sul nostro indice


....non fate caso al dato di chiusura....we trade non aggiorna la candela sul frame giornaliero.......


MILANO Ass.

Una volta la bisca era il Casinò.......poi non so se sono arrivate prima le Slot machine oppure
la Borsa.....ma di sicuro è un'ottima concorrente degli altri due.

Questa ha fatto "solo" il 50% in 20 giorni e "solo" il 25% ieri

BPSo

Questa è l'unica banca che controllo, che è sotto la media a 50 periodi.

Non so se ho scoperto l'acqua calda o forse è il periodo che stiamo vivendo, ma ho notato su parecchi titoli che la media a 50 fa da sparti-acque

17 feb 2012

LOVE ....ALL ALONE.....LOVE

Per la visione del filmato, si consiglia un monitor da 40 pollici.......

http://www.youtube.com/watch?v=-nthj2Q_bL4&feature=player_embedded

13 feb 2012

GRECIA

Non posso sapere, stando in Italia, da chi è composta la folla che ha preso d’assalto il centro di Atene. Avendo seguito tanti avvenimenti internazionali, ho imparato a non fidarmi delle versioni ufficiali, perlomeno non senza aver verificato e indagato. Sono davvero black bloc i giovani che sfidano la polizia, come titolano la maggior parte dei siti italiani?
Non lo so, però la folla è troppo grande per essere composta solo da teppisti.

Quella di queste ore non è la rivolta di un gruppo di estremisti, ma la ribellione condivisa, con il cuore e con la mente, dalla maggior parte dei greci. Di destra, di sinistra, apolitici. In queste ore sta esplodendo l’esasperazione di un popolo che vede di fronte a sè un abisso di povertà senza nessuna prospettiva di rinascita. Per pagare i debiti dovranno vivere in povertà per decenni. Non si fidano dell’Europa, del Fondo monetario internazionale, della Bce, della Banca Mondiale. I greci hanno dovuto subire per secoli l’occupazione ottomana e ora sono consapevoli che li attende un’altra occupazione che, sebbene non militare, è altrettanto cruenta e usurpatrice.

Ho l’impressione che a scendere in piazza non siano pochi giovani fanatici, ma un popolo intero, che per sua natura non è violento ma non vuole cedere ad altri il proprio destino. Il segnale è forte, per molti versi preoccupante anche se non sorprendente.

Mi chiedo, anzi, vi chiedo: se foste greci voi cosa fareste?

E poi: Toccherà anche all’Italia?
Marcello Foa

12 feb 2012

I WILL ALWAYS LOVE YOU

http://youtu.be/oyQdCJwJZck

...Lei scelse l'amore........

9 feb 2012

TRA IL DIRE .....ED IL FARE

GIOVANNI MONTI (figlio di Mario)




39 anni. A poco più di 20 anni è già associato per gli investimenti bancari per la Goldman Sachs, la più potente banca d’affari americana, la stessa in cui il padre Mario ricopre il ruolo apicale di International Advisor. A 25 anni è già consulente di direzione da Bain & company, dove rimane fino al 2001. Dal 2004 al 2009, vale a dire fino al suo approdo alla Parmalat, Giovanni Monti ha lavorato prima a Citigroup e poi a Morgan & Stanley: a Citigroup è stato responsabile di acquisizioni e disinvestimenti per alcune divisioni del gruppo, mentre alla Morgan si è occupato in particolare di transazioni economico-finanziarie sui mercati di Europa, Medio Oriente e Africa, alle dipendenze dirette degli uffici centrali di New York.



SILVIA DEAGLIO (figlia di Elsa Fornero)



37 anni. A soli 24 anni, mentre già svolgeva un dottorato in Italia, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il prestigioso college di Boston. La figlia del ministro inizia ad insegnare medicina a soli 30 anni. Diventa associata all’università di Torino a 37 anni con sei anni di anticipo rispetto alla media di accesso in questo ruolo. Il concorso lo vince a Chieti, nel 2010, nella facoltà di Psicologia, prima di essere chiamata a Torino, l’università dove insegnano mamma e papà, nell’ottobre 2011. alla professoressa Deaglio ha certamente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all’Hugef, ottenuto nel settembre 2010 quando era ancora al gradino più basso della carriera accademica, e a ridosso dell’ultima riunione della commissione di esame che l’ha nominata docente di seconda fascia. Come detto, l’Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all’epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero.



PIERGIORGIO PELUSO (figlio di Annamaria Cancellieri)



Appena laureato viene catapultato subito all’Arthur Andersen. Un fenomeno della natura. Da lì balza a Mediobanca. Passa poi per diversi enti e dirigenze bancarie tra cui Aeroporti di Roma (consigliere d’amministrazione), Gemina (consigliere) Capitalia, Credit Suisse First Boston e Unicredit per finire, poco tempo fa, alla Fondiaria Sai dove ricopre il ruolo di direttore generale con compenso da 500mila euro all’anno.



MICHEL MARTONE (figlio di Antonio)



Figlio di Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, amico di Previti e Dell’Utri e Brunetta, già nominato da Brunetta presidente dell’authority degli scioperi, ruolo da cui si è dimesso dopo essere stato coinvolto come testimone nell’inchiesta P3. Il superaccomandato Michel Martone ha una carriera universitaria molto rapida: a 23 anni ha un dottorato all’università di Modena. A 26 anni diventa ricercatore di ruolo all’università di Teramo. A 27 anni diventa professore associato. Al concorso, tenutosi tra gennaio e luglio 2003, giunse al secondo posto su due candidati, in seguito al ritiro di altri 6. Presentò due monografie, una delle quali in edizione provvisoria (ossia non ammissibile); ottenne 4 voti positivi su 5, con il parere negativo di Franco Liso, contro i cinque voti positivi ricevuti dall’altra candidata, 52enne con due lauree e 40 pubblicazioni. Tuttavia fu Martone ad ottenere il posto da ordinario. A 37 anni diventa viceministro del governo Monti.

8 feb 2012

2 feb 2012

1 feb 2012

KRUKKEN

Cambiamento di regime




Il "cambiamento di regime" ("regime change"), il cambio di regime con un altro, di solito era un concetto associato ai progetti dei falchi imperialisti degli Stati Uniti, con mano libera sulle forze armate, diretti ai regimi avversari o indipendenti di tutto il mondo. Storicamente è un concetto di lunga tradizione europea, sia nell'epoca coloniale che dopo la decolonizzazione. Promosso dalla Germania, l’ipotesi ora spunta dal centro dell'Unione Europea, per essere applicato ai paesi della sua periferia. Il risultato è una svalutazione democratica, e alcuni dei momenti più significativi si stanno già attuando, con la smaccata perdita di sovranità vissuta in cinque paesi dell'eurozona (e in molti paesi ancora più deboli e dipendenti dell’Est Europa) a nome di una "democrazia concorde al mercato".

Questo concetto ("Marktkonforme Demokratie") venne coniato da Angela Merkel il 1° settembre in un'intervista con la stazione radio pubblica tedesco Deutschlandfunk. Disse che, "viviamo in una democrazia parlamentare e, quindi, la formazione del bilancio è un diritto basilare del Parlamento, ma comunque troveremo un modo per trasformarlo in modo tale che possa concordare col mercato".

Da allora il concetto di "democrazia concorde al mercato" trionfa in Germania. È stata dichiarata terza "frase dell'anno” da un'iniziativa della Società della Lingua Tedesca (GfdS) che ha ricordato criticamente come "la democrazia è una norma assolutamente incompatibile con qualsiasi conformità". Nel sito web del SPD, il partito socialdemocratico tedesco, si legge che questo concetto “significa solo che non sono più i cittadini, da elettori, a poter determinare una direzione, ma gli speculatori, i mercati finanziari, gli hedge funds e le banche".

La "Marktkonforme Demokratie" è un concetto tedesco per il cambiamento di regime, dunque, attraversoil "patto fiscale" e la "regola d’oro" (il tetto del passivo di bilancio stabilito come precetto costituzionale), il dogma neoliberista diventa legge fondamentale. Qualunque politica neokeynesiana che aspiri a dare allo Stato un ruolo finanziario attivo sarà proibita dalla costituzione.

È un passo importante, un duro colpo, e il nuovo libro dell'illustre storiografo catalano Josep Fontana, “Por el bien del Imperio", ci spiega che tutto ciò fu ordito sin dalla fine degli anni ’70, quando fu avviata, prima negli Stati Uniti e poi nel Regno Unito, la distruzione del patto sociale del dopoguerra che forma l'identità dell’"Europa sociale".

La Germania è giunta in ritardo nell'intrapresa di questo processo - lo iniziò dopo la riunificazione del 1990, una volta morta la DDR che tanto ispirò il capitalismo sociale del "Modello Deutschland" - ma ora è il simbolo di qualcosa di simile a un cambio di regime in Europa. Le sue conseguenze sono imprevedibili: sia una ribellione come nel 1848, come un ritorno all'Europa bruna e di estrema destra degli anni ’30.