1 feb 2012

KRUKKEN

Cambiamento di regime




Il "cambiamento di regime" ("regime change"), il cambio di regime con un altro, di solito era un concetto associato ai progetti dei falchi imperialisti degli Stati Uniti, con mano libera sulle forze armate, diretti ai regimi avversari o indipendenti di tutto il mondo. Storicamente è un concetto di lunga tradizione europea, sia nell'epoca coloniale che dopo la decolonizzazione. Promosso dalla Germania, l’ipotesi ora spunta dal centro dell'Unione Europea, per essere applicato ai paesi della sua periferia. Il risultato è una svalutazione democratica, e alcuni dei momenti più significativi si stanno già attuando, con la smaccata perdita di sovranità vissuta in cinque paesi dell'eurozona (e in molti paesi ancora più deboli e dipendenti dell’Est Europa) a nome di una "democrazia concorde al mercato".

Questo concetto ("Marktkonforme Demokratie") venne coniato da Angela Merkel il 1° settembre in un'intervista con la stazione radio pubblica tedesco Deutschlandfunk. Disse che, "viviamo in una democrazia parlamentare e, quindi, la formazione del bilancio è un diritto basilare del Parlamento, ma comunque troveremo un modo per trasformarlo in modo tale che possa concordare col mercato".

Da allora il concetto di "democrazia concorde al mercato" trionfa in Germania. È stata dichiarata terza "frase dell'anno” da un'iniziativa della Società della Lingua Tedesca (GfdS) che ha ricordato criticamente come "la democrazia è una norma assolutamente incompatibile con qualsiasi conformità". Nel sito web del SPD, il partito socialdemocratico tedesco, si legge che questo concetto “significa solo che non sono più i cittadini, da elettori, a poter determinare una direzione, ma gli speculatori, i mercati finanziari, gli hedge funds e le banche".

La "Marktkonforme Demokratie" è un concetto tedesco per il cambiamento di regime, dunque, attraversoil "patto fiscale" e la "regola d’oro" (il tetto del passivo di bilancio stabilito come precetto costituzionale), il dogma neoliberista diventa legge fondamentale. Qualunque politica neokeynesiana che aspiri a dare allo Stato un ruolo finanziario attivo sarà proibita dalla costituzione.

È un passo importante, un duro colpo, e il nuovo libro dell'illustre storiografo catalano Josep Fontana, “Por el bien del Imperio", ci spiega che tutto ciò fu ordito sin dalla fine degli anni ’70, quando fu avviata, prima negli Stati Uniti e poi nel Regno Unito, la distruzione del patto sociale del dopoguerra che forma l'identità dell’"Europa sociale".

La Germania è giunta in ritardo nell'intrapresa di questo processo - lo iniziò dopo la riunificazione del 1990, una volta morta la DDR che tanto ispirò il capitalismo sociale del "Modello Deutschland" - ma ora è il simbolo di qualcosa di simile a un cambio di regime in Europa. Le sue conseguenze sono imprevedibili: sia una ribellione come nel 1848, come un ritorno all'Europa bruna e di estrema destra degli anni ’30.

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