31 mar 2011

MIB alle 15,00

Questa era la situazione prima dell'apertura di Wally. Siamo scesi sotto la linea dei massimi e ci stiamo avvicinando alla chiusura di quel buchetto a 21460. Ora l'indice si è ripreso a 21680, ma la situazione mi sembra abbastanza pesante.
Stamane in apertura sono uscito dal Levmib con un più 9% (meno di quello che mi aspettassi ieri). Ora ho solo il rammarico di aver inserito avant'ieri l'Xbear a 28,00= con un minimo toccato a 28,01. (mai prendere la cifre tonde, mai). 

29 mar 2011

UBI

Vi interessa un titolo per domani ? Questo.

E' innegabile che dopo un meno 12% - DODICI - che trovo anche immotivato nella  sua quantità, in quanto un aumento di capitale sociale potrà essere indigesto, ma è meglio prevenire che curare, dopo - domani è alquanto probabile il rimbalzo del gatto morto. Io scommetto su un rimbalzo fra il 4 ed il 5%. Io oggi ho perso su questo titolo perchè ho scommesso al rialzo dopo la sospensione. Ho chiesto troppo - perchè il rimbalzo c'era - ed ho pagato. Ma domani ......ci riprovo.

27 mar 2011

....bombaroli e profittatori franco/inglesi ......

Ritengo che l'informazione di parte giochi sempre un ruolo fondamentale per giustificare azioni volte a cambiare un regime od un governo. E' corretto scrivere anche altro ......perchè alzi la mano chi di noi conosce della libya o dell'egitto e della tunisia. Stranamente i paesi dell'africa che più hanno uno sviluppo economico, dove esistono aziende di produzione, dove esiste un turismo di massa e dove certe forze religiose sono sempre state combattute. A parte i bombaroli francesi - e sappiamo perchè sono intervenuti, per la loro grandeur assopita, ormai hanno perso tutto il loro appeal - a parte i bombaroli inglesi - che quando se la legano al dito non se la slegano facilmente ed anche loro hanno le colonie inaridite - non mi sembra che l'articolo che riporto qui sotto dia un quadro tragico della libya, anzi ......guardate la data del rapporto :

Rapporto del FMI sulla Libia

Il Consiglio d'Amministrazione del FMI conclude la Consultazione dell'Articolo IV per il 2010 con la Jamahiriya Araba Libica del Popolo Socialista
Bollettino d'Informazione Pubblica (PIN) No. 11 /23, 15 febbraio 2011

I Bollettini di Pubblica Informazione (PIN) fanno parte degli sforzi del FMI per promuovere la trasparenza dei punti di vista e delle analisi dello sviluppo e delle politiche economiche del fondo.
Con il consenso del paese (o dei paesi) coinvolti, i bollettini sono pubblicati dopo una discussione del Consiglio d'Amministrazione sulle consultazioni riguardo l'Articolo IV con gli stati membri, sulla loro sorveglianza dello sviluppo a livello regionale, sul monitoraggio successivo e le successive valutazioni dei paesi membri con gli accordi di programma a lungo termine. I bollettini sono inoltre redatti dopo discussioni del Consiglio d'Amministrazione su materie di interesse generale, a meno che non sia stato diversamente deciso in casi particolari dal Consiglio stesso.

Il 9 febbraio 2011 il Consiglio Direttivo del Fondo Monetario Internazionale ha terminato le consultazioni sull'articolo IV con la Jamahiriya Araba Libica del Popolo Socialista.1

Sguardo d'insieme

La crescita non dovuta agli idrocarburi è stata solida, rispetto a una decrescita della domanda interna. E' cresciuta di una stima del 6% nel 2009, dovuta principalmente agli investimenti in infrastrutture e servizi. Nel frattempo, l'offerta di idrocarburi è calata in modo significativo a causa dell'adesione alle quote OPEC, il che ha provocato una contrazione del Prodotto Interno Lordo per una stima dell'1,6%. La crescita complessiva si è attesta a circa il 10%, in conseguenza di un forte incremento nella produzione di petrolio. La crescita non dovuta agli idrocarburi si è inoltre rinforzata (per circa il 7%) come risultato di una forte spesa pubblica. Comunque, la disoccupazione è rimasta elevata, particolarmente tra i giovani. L'inflazione si stima che abbia raggiunto un picco del 4,5% nel 2010, mentre le maggiori entrate fiscali petrolifere hanno aumentato la liquidità interna e sono anche aumentati i prezzi delle materie prime.
Dopo un elevato declino del 2009, il surplus fiscale si stima che sia cresciuto nel 2010, principalmente per l'incremento delle entrate legate al petrolio. Il surplus fiscale si è ridotto di circa il 7% del PIL nel 2009 come risultato di un rapido declino nelle entrate fiscali petrolifere più che per una riduzione della spesa pubblica. Quest'ultima è dovuta a un forte calo nella spesa in conto capitale e a un minore incremento nelle uscite correnti. Nel 2010, la spesa corrente è incrementata per una stima del 19% rispetto al 2009, principalmente a causa di sussidi energetici e da un 15% di incremento degli stipendi. La privatizzazione in corso dei progetti d'investimento ha permesso un incremento nella spesa capitale per circa un 18%.
Il surplus dei conti con l'estero è aumentato nel 2010 per circa il 20% del PIL contro il 16% registrato nel 2009. Le entrate per le esportazioni sono rimbalzate in linea con l'incremento della produzione e dei prezzi. Le importazioni, anche se aumentate per una forte domanda interna, sono rimaste più stabili e sono ancora circa un terzo delle esportazioni. Gli investimenti all'estero della Banca Centrale Libica (CBL) e dell'Autorità degli Investimenti Libici (LIA) si stima che abbiano raggiunto 150 miliardi di $ alla fine del 2010 (l'equivalente di circa il 160% del PIL).
La massa monetaria è cresciuta di circa il 10% nel 2010, rispetto all'11% del 2009. I prestiti delle banche commerciali al settore privato e alle iniziative pubbliche di tipo non finanziario sono state ridotte dalla mancanza di adeguata documentazione da parte dei richiedenti, da una stretta alle regolamentazioni e da un'alta liquidità del settore pubblico. La domanda di quest'ultimo di servizi bancari è stata fortemente limitata da lettere di credito e da fideiussioni. L'eccesso di liquidità è rimasto alto nel sistema bancario e l'intermediazione finanziaria è debole rispetto agli Stati vicini.
Un programma ambizioso di privatizzazione bancaria e di sviluppo del nascente settore finanziario è in corso d'opera. Le banche sono state parzialmente privatizzate, i tassi di interesse liberalizzati, e la competizione incoraggiata. Gli sforzi sostenuti per ristrutturare e modernizzare la Banca Centrale Libica sono tuttora in corso con l'assistenza del Fondo. I mercati finanziari e quello dei capitali, comunque, sono ancora sottosviluppati con un ruolo molto limitato nell'economia. Non c'è mercato per il debito privato e del governo e gli scambi con l'estero sono limitati.
Le riforme strutturali in altri campi hanno fatto progressi. Sono state approvate nel primo periodo del 2010 un numero di leggi ambiziose per incoraggiare lo sviluppo del settore privato, e per attrarre investimenti dall'estero. Il successo delle nuove leggi, comunque, è affidato alla promozione di una coordinazione tra le agenzie e di un'aperta consultazione tra il corpo legislativo e i gruppi d'affari, al fine di formare organismi permanenti per monitorare, valutare e supervisionare l'implementazione. Una forte riforma è necessaria per distribuire stipendi più adeguati e per fare in modo che le politiche del lavoro siano indirizzate ai bisogni di una forza lavoro giovane e numericamente crescente.
I recenti sviluppi nei vicini Egitto e Tunisia hanno avuto un impatto limitato sulla Libia fino a questo punto. Per compensare l'impatto dell'incremento dei prezzi dei generi alimentari, il governo ha abolito, il 16 gennaio, le tasse e i dazi doganali sulle derrate prodotte e importate. Successivamente, in Gennaio, il governo ha inoltre annunciato la creazione di un cospicuo fondo plurimiliardario per gli investimenti e lo sviluppo locale che sarà focalizzato nel fornire abitazioni alla popolazione in crescita.

Valutazioni del Consiglio d'Amministrazione

I componenti del Consiglio sono d'accordo con il senso delle valutazioni dello staff. Si sono complimentati per la buona performance macroeconomica della Libia e il progresso nel rafforzare il ruolo del settore privato nel sostenere la crescita non dovuta al petrolio. Il bilancio fiscale e quello del commercio estero rimangono in sostanziale surplus e ci si aspetta che si rafforzino nel medio termine; la previsione per il futuro dell'economia libica rimane favorevole. I membri del Consiglio considerano che il bisogno di fornire adeguate opportunità di lavoro a una forza lavoro giovane e numericamente crescente sia la sfida principale, oltre alla rapida implementazione delle riforme per diversificare l'economia e ridurre la dipendenza dalle entrate petrolifere.
I componenti del Consiglio sostengono la politica fiscale e evidenziano che l'incremento nella spesa in conto capitale nel 2010 sosterrà lo sviluppo del settore privato. Allo stesso tempo, enfatizzano il bisogno di contenere l'incremento nella spesa corrente e di assicurare la qualità della spesa. I componenti incoraggiano inoltre le autorità a forgiare politiche fiscali nel medio termine per minimizzare l'impatto della volatilità dei prezzi.
I componenti lodano gli sforzi per rafforzare il management finanziario pubblico, includendo una nuova e semplificata legge fiscale e un'effettiva unificazione dei budget correnti e degli investimenti. Incoraggiano le autorità a proseguire con i loro progetti per la stabilizzazione dei conti del Tesoro, a migliorare la consistenza della classificazione del budget e a stabilire procedure più snelle per migliorare le politiche di spesa. Questi passi faciliteranno anche il coordinamento delle politiche fiscali e monetarie.
I componenti plaudono all'emissione da parte della Banca Centrale Libica (CBL) di un nuovo certificato di deposito a 28 giorni e all'introduzione di una overnight facility come strumenti per rafforzare il quadro delle politiche monetarie. Hanno evidenziato l'importanza di occuparsi dei fattori che creano un largo eccesso di liquidità nel sistema bancario, anche stabilizzando i conti del Tesoro e riformando le Istituzioni di Credito Specializzato (SCI) con l'obbiettivo di ridurre le loro attività on-lending e di abbreviare le allocazioni del budget. I componenti sostengono le autorità nel proseguire nel rafforzamento della supervisione bancaria, concentrandosi su una coordinazione rafforzata tra le unità di controllo interne ed esterne.
I componenti concordano che l'aggancio del dinaro allo Special Drawing Rights (SDR) sia ancora appropriato nel fornire un forte ancoraggio monetario. Segnalano che le asserzioni dello staff indicano come il tasso di cambio del dinaro sia ampiamente allineato con i fondamentali.
I componenti danno il benvenuto all'approvazione della legge sull'Autorità degli Investimenti Libica, la quale rafforza la sua cornice regolamentaria e operativa. Mentre riconoscono il ruolo che i fondi d'investimento hanno giocato nella strategia di diversificazione in Libia, i componenti denotano che i fondi d'investimento fuori dal budget possono complicare le politiche della spesa pubblica. Sarebbe inoltre importante assicurare che il coinvolgimento della Banca Centrale Libica con questi fondi non entri in conflitto con gli obbiettivi di politica monetaria.
I componenti incoraggiano le autorità nell'avanzare riforme strutturali per sostenere lo sviluppo del settore privato. Si congratulano con le autorità per i loro ambiziosi piani di riforma, e sono interessati all'effettiva implementazione delle molte importanti leggi promulgate l'anno passato, abbinate a politiche utili ad adattare la forza lavoro alla trasformazione economica.
I componenti incoraggiano le autorità nel continuare a migliorare le statistiche finanziarie ed economiche.

.....anche la sinistra era per la Libya ......

Vorrei ricordare a certi signori che hanno sputato sentenze, questo articolo apparso tempo fa sul Sole 24 ore :

"Che il nuovo corso dei rapporti tra Italia e Libia abbia un vero e profondo carattere strategico lo si è visto chiaramente questa mattina alla Farnesina. Nel palazzo del ministero degli Esteri è confluita buona parte del gotha della finanza italiana e della politica, a testimoniare la forza del Trattato di Amicizia firmato il 30 agosto scorso a Bengasi tra il leader della rivoluzione, Muhammar Gheddafi, e il premier Silvio Berlusconi (che ha raccolto anche il lavoro avviato da Romano Prodi).

Per l'occasione - patrocinata dalla fondazione Medidea - è arrivato a Roma il figlio del leader libico, Seif Al-Islam Gheddafi, che ha confermato che gli enti libici di investimento sono in contatto con Telecom Italia e altre grandi società italiane (tra cui Generali, ma si parla anche di Terna e Impregilo) per l'eventuale acquisto di quote azionarie. Insomma, dopo l'ingresso in Unicredit - ieri erano presenti Alessandro Profumo e Dieter Rampl - i fondi libici intendono investire di più.

Strada aperta sempre più anche nell'energia: «Senza gli accordi politici tra Italia e Libia il nostro lavoro non sarebbe sufficiente per realizzare i nostri programmi in quel Paese», ha dichiarato l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, che ha ricordato le relazioni di amicizia storiche di Eni con la Libia. «Risale al 1959 il primo accordo di Mattei con la Libia. Questo dimostra quanto lunga sia la storia dei nostri rapporti con quel Paese. Eni è il primo produttore internazionale in Libia. Abbiamo concluso degli accordi strategici fino al 2042 per il petrolio e fino al 2047 per il gas». Il manager ha, inoltre, ricordato che «gli investimenti di Eni in Libia per i prossimi dieci anni, ammontano a 28 miliardi di dollari». Scaroni ha poi sottolineato l'impegno del gruppo italiano anche nel campo del sociale: «In sette anni investiremo in iniziative sociali circa 150 milioni di dollari». Soddisfatto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che ha ribadito come la ratifica del Trattato arriverà da parte del Parlamento in tempi brevi.

A sorpresa durante il breve convegno nella sala delle Conferenze Internazionali, una rivelazione ufficiale da parte del ministro degli Esteri libico, Abdel-Rahman Shalgam, di un evento che in verità era conosciuto da anni: il giorno prima del bombardamento statunitense su Tripoli nel 1986 l'Italia informò la Libia di quello che stava per avvenire, e consentì al leader di salvarsi. «Non credo di svelare un segreto se dico che il 14 aprile del 1986 l'Italia ci informò della gravità della situazione e che vi sarebbe stata un'aggressione americana contro la Libia». Giulio Andreotti, presente in sala e storico amico della Libia, ha confermato che l'Italia avvertì la Libia dell'imminente bombardamento statunitense su Tripoli nel 1986. Secondo Andreotti - che all'epoca dei fatti era ministro degli Esteri del Governo Craxi - il raid Usa fu «un'iniziativa impropria, un errore di carattere internazionale».

26 mar 2011

MAIRE

Qualche giorno fa mi ero perso Landi perchè non la stavo seguendo. Ma Maire non me la sono lasciato scappare. Entrato il 15 marzo a 2,60 netti. La vorrei vendere non prima di 2,95, anche 2,98 che era il livello di fine febbraio. Gli indicatori non segnalano nulla di anomalo, anzi. I volumi mi sembra ci siano. Incrocio le dita .........

per il morale...


Christina from Greg Kadel Studios on Vimeo.


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 Ogni tanto ci sono  anca my   ....Lei è  Cristina ..ripresa da Kadel..la musica è

Lost Control dei Joy Division. ( caso mai qualcuno fosse interessato)... direi che le mejo della borsa al moment.. tanto issa sappiamo como va ...nu poco su ..nu poco giù... na rottura de maroni...

S P 500

Qui sembrano messi meglio di noi, anche se la candela odierna non mi ha proprio soddisfatto. E' pur sempre sopra tutte le medie indicate ed ha chiuso sopra la trend line passante dai massimi di periodo. I 3 indicatori sono tutti positivi, anche se sotto c'è un gruviera da chiudere, ma .....come detto nel post di prima .....per questo ci sarà tempo.

Se c'è ancora qualcuno che segue, potrebbe dare il suo commento. Ciao a tutti

FTSE MIB

Vediamo un po' se riesco a  capirci qualcosa. L'indice ha toccato la media a 50 periodi, ma è stata ricacciata indietro. D'altra parte bisogna anche respirare - ogni tanto -. Il problema è se il respiro sarà particolarmente lungo. Il periodo è dei più propizi - chiusure annuali - e le trimestrali americane arriveranno fra 2 settimane. In questo lasso di tempo potrebbe andare a prendere quel 21460 lasciato aperto lì sotto. Però.......perchè fare questo ? Si potrebbero prima chiudere - in successione - quei 22260 e 22350. Cosa sarà mai una giornata su di 400 punti. Il Macd ha appena ora incrociato al rialzo. Lo Stokastico va proprio or ora a tagliare la media. Suvvia, un po' di ottimismo. Lunedì su, Poi ..... vedremo.
  

25 mar 2011

....ma siamo sicuri che non abbia ragione Lui ....

Nessuno ha notato che quel pazzo ha costruito un ENORME CONDOTTO DI ACQUA DOLCE fino alla regione di Bengasi? Stavano aspettando che finisse?

Il Progetto Grande Fiume Artificiale Libico, 1 Settembre 2010

…Nel 1960 durante un’esplorazione petrolifera nel profondo sud del deserto Libico, vaste riserve di acqua di alta qualità furono scoperte sotto forma di falde acquifere. ……In Libia ci sono quattro grandi bacini sotterranei, e cioè il bacino di Kufra, il bacino di Sirte, il bacino di Morzuk e quello di Hamada, di cui i primi tre messi insieme contengono una riserva di 35.000 chilometri cubi di acqua. Queste vaste riserve offrono una quantità quasi illimitata di acqua per il popolo libico.

Il 1 ° settembre segna l'anniversario della apertura della fase principale del Progetto Grande Fiume Artificiale Libico. Questo schema acquifero incredibilmente enorme e di successo e` praticamente sconosciuto in Occidente, tuttavia rivaleggia e addirittura supera tutti i nostri progetti di maggior sviluppo. Il leader dei cosiddetti paesi avanzati, gli Stati Uniti d'America si rifiuta di riconoscere il Fiume Artificiale Libico. L'Occidente si rifiuta di riconoscere che un paese piccolo, con una popolazione non più di quattro milioni di persone, possa costruire qualcosa di così grande senza prendere in prestito un solo centesimo da parte delle banche internazionali.

Il popolo della Libia, sotto la guida del loro leader, il Colonnello Muammar Gheddafi, ha avviato una serie di studi scientifici sulla possibilità di accedere a questo vasto oceano di acqua dolce. In principio si era presa in considerazione l’idea di sviluppare nuovi progetti agricoli vicino alle sorgenti d’acqua, nel deserto. Tuttavia, ci si rese conto che in scala necessaria a fornire i prodotti per l’autosufficienza, ci sarebbe voluta un’enorme organizzazione di infrastrutture. Oltre a questo, sarebbe stata necessaria una maggiore ridistribuzione della popolazione della fascia costiera. L’alternativa fu quella di “portare l’acqua alla gente”.

Nell’ottobre del 1983, fu creata l’ Autorità del Grande Fiume Artificiale e investita della responsabilità di prendere acqua dalle falde acquifere, nel sud, e convogliarla con i mezzi più economici e pratici per l’uso, prevalentemente per l’irrigazione, nella fascia costiera libica.
Nel 1996 il Progetto Grande Fiume Artificiale aveva raggiunto una delle sue fasi finali, lo sgorgare d’ acqua dolce non inquinata nelle case e nei giardini dei cittadini della capitale della Libia, Tripoli. Louis Farrakhan, che prese parte alla cerimonia di apertura di questa importante fase del progetto, descrisse il Grande Fiume Artificiale come “un altro miracolo nel deserto”. Parlando alla cerimonia di inaugurazione ad un pubblico che includeva libici e molti ospiti stranieri, il Colonnello Gheddafi disse che il progetto “ era la più grande risposta all’America…che ci accusa di avere a che fare con il terrorismo”.

Il Grande Fiume Artificiale, il più grande progetto di trasporto d’acqua mai intrapreso, e` stato descritto come “ottava meraviglia del mondo”. Trasporta più di cinque milioni di metri cubi al giorno alle aree costiere attraverso il deserto, incrementando enormemente la quantità di terra coltivabile. Il costo totale del grandioso progetto dovrebbe superare i 25 miliardi di dollari (USA).


Composto da una rete di tubi interrati per eliminare l’evaporazione, di quattro metri di diametro, il progetto si estende per 4.000 km all’interno del deserto. Tutto il materiale è progettato e prodotto localmente. Acqua sotterranea è pompata da 270 pozzi profondi centinaia di metri in serbatoi che alimentano la rete. Il costo di un metro cubo di acqua è pari a 35 centesimi. Il metro cubo di acqua desalinizzata è di $ 3,75. Gli scienziati stimano la quantità d’acqua equivalente al flusso di 200 anni di acqua del fiume Nilo.

L’obiettivo del popolo libico arabo, incarnato nel progetto del Grande Fiume Artificiale, è quello di rendere la Libia una fonte di ricchezza agricola, in grado di produrre cibo ed acqua adeguati al proprio fabbisogno e di dividerli con i Paesi confinanti. In breve, il Fiume è letteralmente il “buono pasto” per l’autosufficienza della Libia.

Autosufficienza?!? Non è assolutamente ammissibile. Ai bankster non piace per niente.

Questo progetto è stato in opera per molti anni. Ne avevate mai sentito parlare? Noi no, fino ad oggi.

“Acqua Fossile” Sotterranea in Esaurimento, National Geographic, Maggio 2010 . La Libia da` il via al Grande Fiume Artificiale, di Marcia Merry, pubblicato nell’ Executive Intelligence Review, Settembre 1991 .

EUROSTOXX 50

Aziende appartenenti al DJ EURO STOXX 50
Azienda   Paese   Peso


Aegon Paesi Bassi 0,8569 %
Air Liquide Francia 0,9728 %
Alcatel-Lucent Francia 0,6393 %
Allianz Germania 2,8864 %
ArcelorMittal Lussemburgo 1,8906 %
Assicurazioni Generali Italia 1,6821 %
AXA Francia 2,2919 %
Banco Santander Spagna 3,8237 %
BASF Germania 2,0405 %
Bayer Germania 1,8939 %
BBVA Spagna 2,6643 %
BNP Paribas Francia 2,7738 %
Carrefour Francia 1,1118 %
Crédit Agricole Francia 0,8480 %
Daimler Germania 3,2084 %
Deutsche Bank Germania 1,8585 %
Deutsche Börse Germania 0,9305 %
Deutsche Telekom Germania 1,8084 %
E.ON Germania 3,7418 %
Enel Italia 1,4645 %
Eni Italia 2,6204 %
Fortis Paesi Bassi 2,1084 %
France Télécom Francia 2,0646 %
Danone Francia 1,2043 %
Société Générale Francia 2,2123 %
Iberdrola Spagna 1,8598 %
ING Group Paesi Bassi 2,8442 %
Intesa Sanpaolo Italia 2,0427 %
L'Oréal Francia 0,9810 %
LVMH Francia 0,9663 %
Munich Re Germania 1,2433 %
Nokia Finlandia 4,6212 %
Philips Paesi Bassi 1,3128 %
Renault Francia 0,9404 %
Repsol YPF Spagna 0,9028 %
RWE Germania 1,8997 %
Saint-Gobain Francia 1,1788 %
Sanofi Aventis Francia 2,6475 %
SAP Germania 1,4368 %
Schneider Electric Francia 1,0006 %
Siemens Germania 3,3314 %
SUEZ Francia 2,2420 %
Telecom Italia Italia 1,0206 %
Telefónica Spagna 4,0605 %
Total Francia 5,3141 %
UniCredit Italia 3,1820 %
Unilever Paesi Bassi 1,6476 %
Vinci Francia 1,0935 %
Vivendi Francia 1,5406 %
Volkswagen Germania 1,0920 %

Paese   N. di aziende   Peso

Francia   19   32,0236 %
Germania 13   27,3716 %
Spagna   5   13,3111 %
Italia   6   12,0123 %
Paesi Bassi 5   8,7699 %
Finlandia 1 4,6212 %
Lussemburgo 1 1,8906 %

....e questo indice sarebbe rappresentativo dell'Europa ?

24 mar 2011

Riporto questo articolo ......

SARKOZY MANOVRA LA RIVOLTA LIBICA

Di FRANCO BECHIS
libero-news.it

Prima tappa del viaggio. Venti ottobre 2010, Tunisi. Qui è sceso con tutta la sua famiglia da un aereo della Lybian Airlines Nouri Mesmari (nella foto sopra), capo del protocollo della corte del colonnello Muammar El Gheddafi. È uno dei più alti papaveri del regime libico, da sempre a fianco del colonnello.
L`unico- per capirci- che insieme al ministro degli Esteri Mussa Koussa aveva accesso diretto alle residence del raìs senza bisogno di bussare.
L`unico a potere varcare la soglia della suite 204 del vecchio circolo ufficiale di Bengasi, dove il colonnello libico ha ospitato con grandi onori il premier italiano Silvio Berlusconi durante le visite ufficiali in Libia. Quello sbarco a Tunisi di Mesmari dura poche ore. Non si sa chi incontri nella capitale dove ancora la rivolta contro Ben Ali cova sotto le ceneri.
Ma è ormai certo che proprio in quelle ore e in quelle immediatamente successive Mesmari getti i ponti di quella che a metà febbraio sarebbe diventata la ribellione della Cirenaica.
E prepara la possibile spallata a Gheddafi cercando e ottenendo l`alleanza su due fronti: il primo è quello della dissidenza tunisina. Il secondo è quello della Francia di Nicholas Sarkozy.
Ed entrambe le alleanze gli riescono.
Lo testimoniano alcuni clamorosi documenti della Dgse (direzione generale della sicurezza estera), il servizio segreto francese e una clamorosa serie di notizie fatte circolare in ambienti diplomatici francesi da una news letter loro dedicata, Maghreb Confindential (di cui esiste una versione sintetica e accessibile a pagamento).
Mesmari arriva a Parigi il giorno successivo, 21 ottobre. E da lì non si muoverà più. In Libia non ha nascosto il suo viaggio in Francia, visto che si è portato dietro tutta la famiglia. La versione è che è a Parigi per delicate cure mediche e probabilmente per un`operazione. Ma di medici non ne vedrai mai nemmeno uno. Quel che vedrà invece ogni giorno sono funzionari del servizio segreto francese.
La riunione Sicuramente ai primi di novembre sono visti entrare all`Hotel Concorde Lafayette di Parigi, dove Mesmari soggiorna, alcuni stretti collaboratori del presidente francese Sarkozy. Il 16 novembre c`è una fila di auto blu fuori dall`hotel. Nella suite di Mesmari si svolge una lunga e fitta riunione. Due giorni dopo parte per Bengasi una strana e fitta delegazione commerciale francese. Ci sono funzionari del ministero dell`Agricoltura, dirigenti della France Export Cereales e della France Agrimer e manager della Soufflet, della Louis Dreyfus, della Glencore, della Cani Cereales, della Cargill e della Conagra.
Una spedizione commerciale, sulla carta, per cercare di ottenere proprio a Bengasi ricche commesse libiche. Ma nel gruppo sono mescolati anche militari della sicurezza francese, travestiti da business man.
A Bengasi incontreranno un colonnello dell`aereonautica libica indicato da Mesmari: Abdallah Gehani. È un insospettabile, ma l`ex capo del protocollo di Gheddafi ha rivelato che è disposto a disertare e che ha anche buoni contatti con la dissidenza tunisina.
L`operazione è condotta in gran segreto, ma qualcosa giunge agli uomini più vicini a Gheddafi. Il colonnello intuisce qualcosa. Il 28 novembre firma un mandato di cattura internazionale nei confronti di Mesmari.
L`ordine viene trasmesso anche alla Francia attraverso i canali protocollari.
I francesi si allarmano, e decidono di eseguire formalmente l`arresto.
Quattro giorni dopo, i12 dicembre, viene fatta filtrare la notizia proprio da Parigi. Non si indica il nome, ma si rivela che la polizia francese ha arrestato uno dei principali collaboratori di Gheddafi. La Libia si tranquillizza sulle prime. Poi viene a sapere che Mesmari è in realtà agli arresti domiciliari nella suite del Concorde Lafayette. E il raìs comincia ad agitarsi.
La furia del raìs Quando arriva la notizia che Mesmari ha chiesto ufficialmente alla Fancia asilo politico, Gheddafi si infuria fa ritirare il passaporto perfino al suo ministro degli Esteri, Mussa Kussa, accusato di responsabilità nella defezione e nel tradimento di Mesmari.
Poi prova a inviare suoi uomini a Parigi con messaggi per il traditore: "torna, sarai perdonato". Il 16 dicembre ci prova Abdallah Mansour, capo della redio-televisione libica. I francesi però lo fermano all`ingresso dell`Hotel. I123 dicembre arrivano altri libici a Parigi. Sono Farj Charrant, Fathi Boukhris e All Ounes Mansouri.
Li conosceremo meglio dopo il 17 febbraio: perché proprio loro insieme ad Al Hajji guideranno la rivolta di Bengasi contro i miliziani del colonnello.
I tre sono autorizzati dai francesi a uscire a pranzo con Mesmari in un elegante ristorante sugli Champs Elysèe. Ci sono anche funzionari dell`Eliseo e alcuni dirigenti del servizio segreto francese. Tra Natale e Capodanno esce su Maghreb Confidential la notizia che Bengasi ribolle (in quel momento non lo sa nessuno nel mondo), e perfino l`indiscrezione su alcuni aiuti logistici e militari che sarebbero arrivati nella seconda città della Libia proprio dalla Francia. Oramai è chiaro che Mesmari è diventato la levain mano a Sarkozy per fare saltare Gheddafi in Libia. La newsletter riservata su Maghreb comincia a fare trapelare i contenuti della sua collaborazione.
Mesmari viene soprannominato " Libyan Wikileak", perché uno dopo l`altro svela i segreti della difesa militare del colonnello e racconta ogni particolare sulle alleanze diplomatiche e finanziarie del regime, descrivendo pure la mappa del dissenso e le forze che sono in campo.
A metà gennaio la Francia ha in mano tutte le chiavi per tentare di ribaltare il colonnello. Ma qualcosa sfugge. Il 22 gennaio il capo dei servizi di intelligence della Cirenaica, un fedelissimo del colonnello, generale Aoudh Saaiti, arresta il colonnello dell`aeronautica Gehani, il referente segreto dei francesi fin dal 18 novembre.
Il 24 gennaio viene trasferito in un carcere di Tripoli, con l`accusa di avere creato una rete di social network in Cirenaica che inneggiava alla protesta tunisina contro Ben AL. È troppo tardi però: Gehani con i francesi ha già preparato la rivolta di Bengasi.

Franco Bechis
Fonte: http://www.libero-news.it/

23.03.2011

....e questo

DI MIGUEL MARTINEZ
kelebeklerblog.com

L’attacco alla Libia ha probabilmente molte cause, che non conosceremo finché non potremo leggere le carte segrete; e quando potremo leggere le carte segrete, non gliene importerà più niente a nessuno, come avviene oggi con il Vietnam.
La nostra ipotesi – non la verità, la nostra ipotesi - è che l’attacco alla Libia sia in buona parte quello che la buonanima di Lenin avrebbe chiamato un conflitto inter-imperialista.
In sostanza – le grandi imprese italiane, fortemente appoggiate dal governo, hanno investito fortemente in Libia; e la Libia ha garantito l’energia che manda avanti la famosa Azienda Italia. Che poi è quella che permette al centrodestra di sopravvivere elettoralmente.
Per farlo, le aziende italiane hanno accettato condizioni molto favorevoli al governo libico, creando problemi seri alle aziende francesi. E queste ultime hanno un rapporto storico con uno Stato ben più serio di quello italiano.
Sia chiaro, se gli imprenditori francesi decidono di scippare quelli italiani, la cosa non ci fa soffrire particolarmente, e non tifiamo minimamente per i secondi. Però, più che tifare, a noi interessa capire.
Mentre l’Italia poteva permettersi il lusso di tifare per gli attacchi all’Iraq o all’Afghanistan, qui per la prima volta dovrà pagare un prezzo altissimo; e i primi a doverlo pagare saranno gli imprenditori italiani.
Da qui, una conseguenza assolutamente sorprendente. Certo, ci sono voci isolate di sinistra contro la guerra; ma la vera opposizione, dovuta a cause molto materiali, proviene dalla base del centrodestra, e viene cavalcata dalla Lega e dal quotidiano Libero.
Franco Bechis è un giornalista di Libero che fa da guardia del corpo mediatico di Silvio Berlusconi.
Lo fa però documentando le contraddizioni e le meschinità degli avversari del barzellettiere nazionale, e quindi presenta spesso materiali interessanti per chi, come noi, considera con lo stesso disprezzo gli esponenti di entrambe le fazioni.
Basandosi su documenti dei servizi francesi e su un articolo della newsletter (a pagamento) Maghreb Confidential, Bechis racconta la storia di Nouri Mesmari, capo del protocollo di Gheddafi, fuggito in Francia dove lavora con il Dsge - i servizi segreti francesi – alla preparazione di una curiosa spedizione mista di imprenditori e militari francesi a Benghasi. La delegazione incontra a Benghasi Abdallah Gehani, un colonnello dell’aeronautica che avrebbe poi preparato la rivolta libica.
Bechis racconta poi degli incontri tra Mesmari, il Dsge e i futuri dirigenti della rivolta…
Noi non crediamo, in genere, che una singola pista o una singola serie di incontri spieghi realtà enormi come una guerra.
Ma Franco Bechis presenta comunque un’interessante documentazione per una futura ricerca sulle vere cause di questa guerra: come sempre, noi ci troviamo già in guerra, prima ancora di sapere perché.

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebeklerblog.com
Link: http://kelebeklerblog.com/2011/03/23/libia-come-i-servizi-francesi-prepararono-la-rivolta/

23.03.2011

21 mar 2011

...ancora di più contro francesi ed inglesi

"La Lega Araba ha ribadito il sostegno alla risoluzione 1973 ma anche la preoccupazione che civili libici possano essere colpiti dai raid. Una puntualizzazione che ha fatto dire al ministro tedesco, Guido Westerwelle, che la Germania aveva «buone ragioni» per temere questa offensiva."

"Critiche all'intervento militare sono arrivate dalla Russia, il cui premier Vladimir Putin ha definito la risoluzione Onu una «chiamata medievale alle crociate»"

Per Gheddafi l’attacco subito dalla Libia non ha giustificazioni, se non quelle, nascoste, dell’economia: «Non lasceremo che l’Occidente si appropri del petrolio libico». Poi ha definito «una crociata» i raid: «Questi sono metodi terroristi, se si combatte si combatte sul terreno e non da migliaia di chilometri di distanza».


La Libia appare sempre più divisa tra Ovest ed Est. Per quanto tempo? Le due anime del Paese sono separate dal 395 dopo Cristo, quando la Cirenaica fu inclusa nell’Impero romano d’Oriente e la Tripolitania in quello d’Occidente. E il confine passava proprio dove oggi si fronteggiano insorti e uomini di Gheddafi.

20 mar 2011

...e la chiamano operazione di controllo dello spazio aereo

Questa non è un'operazione di controllo dello spazio aereo.

Questa è una vera e propria operazione di guerra con bombardamenti della città di tripoli.

E mi stupisco che nessun movimento pacifista muova un dito per fermare questo scempio a due passi da casa nostra. Quelli che muoiono non sono forse esseri umani ?

Stiamo tenendo la candela in bilico su una polveriera, solo per dire "anche noi abbiamo fatto la nostra parte". Peccato però che i tedeschi si siano defilati subito, i russi stiano condannando l'operazione, come i cinesi.

.....il bravo obama muove le marionette francesi (le elezioni sono molto vicine) e inglesi......mentre danesi e canadesi reggono il moccolo.


Chi è il bellone : "Come bambini che hanno appena combinato una grossa sciocchezza, i Francesi sono troppo occupati a trovare delle scuse, per ammettere l’ampiezza dei danni e la loro ingenuità. Ancor più rifiutano di vedere chi sia veramente Nicolas Sarkozy proprio quelli che da molto tempo avrebbero dovuto rendersene conto.Il fatto è che l’uomo è abile. Come un illusionista, egli ha distolto la loro attenzione offrendo in spettacolo la sua vita privata e posando sui rotocalchi fino a far loro dimenticare il suo percorso politico.

16 mar 2011

UCG

Giovani, cosa vedete su in alto ? Proprio là sopra ……bim bum bum bam patapum ……i fuochi d’artificio. E così oggi è stato. Me ne sono andato alle 14,00 perchè era un dormire ……poi …..ma mi ha mica preso la chiusura dello short. Proprio così, sono venuti a prendermi. Mi attacco alle 17,00. Acquistate. E adesso ? Sta a vedere che mi scende ancora sino a 1,65



15 mar 2011

FTSE MIB

...mannaccia...vorrei sapere a cosa mi serve questo ribasso, quando UCG è rimasta lì. Adesso abbiamo rotto tutto, saltato sotto la trend line dei minimi, ma domani ....si torna sopra e ucg andrà sù......mannaccia

14 mar 2011

LANDI

Mi è balzata all'occhio en passant, tra una videata e l'altra. Devo approfondire, ma di primo acchito direi che è proprio il caso di seguirla. Non so se ha già dato i dati annuali. Guarderò stasera, ma un occhio tenetelo. L'indicatore dello stoka dice che potrebbe esserci ancora un piccolo ritraccio.

11 mar 2011

GEOX

Vi sembrerà impossibile, ma .....arrivo sempre dopo. E' da un bel po' di tempo che ogni tanto le volgevo uno sguardo e dicevo " mah è sempre lì, strano" . A fine dicembre il segnale era lì, bello chiaro, ma il movimento successivo non era stato granchè. A metà gennaio, idem. Mi son detto "tornerà giù per la terza volta" ......eh sì .....è andata.
30% in due mesi.....ed ora ? Il top è a 4,60

10 mar 2011

UCG

Certo che sono bastardi forti ....bastava un niente per arrivare ad 1,73 e poi ci sarebbe 1,66.
Fibonacci è a 1,74 e poi a 1,68
(Io sono posizionato ad 1,71 - troppo ottimista ?)

x TE



".....non chiedere al sole di brillare due giorni non può, c'è la notte ;
non chiedere ad un uomo di vivere cent'anni,  non può c'è la morte ;
non chiedere a me di dimenticarti, non posso ti amo.....Anonimo"