25 mar 2010

Drogati di Borsa, quando il trading diventa dipendenza. di Andrea Franceschi

Riporto la 1a parte di questo articolo, pubblicato su Il sole 24 ore. Rileggerlo ogni tanto ci farà solo del bene.

Come si diventa schiavi di Borsa?


Chi è il trader compulsivo?

Non è possibile stilare un profilo del giocatore in Borsa patologico. Non ci sono dati o statistiche. Ma dalle testimonianze che abbiamo raccolto è emerso che questo disturbo interessa sia dilettanti del trading, come Fabio, che di lavoro fa il commesso, che professionisti della finanza. …..…. La conferma di come la dipendenza da trading sia un problema da cui non sono immuni gli addetti ai lavori arriva anche da …….., psicologo terapeuta del Laboratorio Famiglia di Roma. «Tra i miei pazienti ho avuto studenti di economia e commercio e professionisti - fa sapere – persone estremamente competenti che, proprio per la loro conoscenza approfondita del funzionamento dei mercati si sentivano troppo sicuri di se e hanno finito per rovinarsi».

Non è raro poi che professionisti della finanza si rivolgano a specialisti anche quando il problema non ha raggiunto un livello di gravità tale da essere considerato patologico. «Ho avuto in cura un consulente finanziario e un trader professionista che lavora in una società di broker» dice ……. «Hanno chiesto il mio aiuto perché, nonostante un altissimo livello di competenza nel loro lavoro, non riuscivano ad essere lucidi ed efficienti come volevano. Abbiamo fatto sedute di psicologia comportamentale. Successivamente gli ho insegnato delle tecniche di rilassamento per aiutarli a gestire meglio il momento della decisione».


Allenare la mente per evitare i rischi

Abbiamo consultato diverse banche e società finanziarie sull'argomento. Il trading compulsivo è un disturbo poco o per niente conosciuto e non ci è stato segnalato nessun caso dalle aziende. Un po' perché è il fenomeno è marginale e difficilmente individuabile. Un po' perché episodi di questo genere tendono a passare sotto silenzio.

C'è poco interesse agli aspetti psicologici del gioco in Borsa da parte delle aziende. Ma negli ultimi anni qualcosa si sta muovendo. …uno dei primi broker telematici in Italia, da un paio di anni ha inserito nei suoi corsi di formazione per operatori professionisti e aspiranti trader, una lezione sugli aspetti psicologici del gioco in borsa. Durante i seminari, la psicologa ........ spiega quali sono i rischi dietro l'eccesso di trading e come prevenirli. «Le piattaforme per fare investimenti su internet sono studiate apposta per indurre l'utente all'azione. Ci sono diversi stimoli percettivi come luci, colori e suoni. Questo fa si che nelle operazioni sia maggiore efficienza. Tuttavia il sovraccarico di informazioni può spesso indurre all'errore. Nei miei seminari faccio presente questi "effetti collaterali" e do qualche dritta su come evitarli. Tutto si gioca sulle emozioni. Quando il trader individua e riconosce i suoi stati d'animo nei momenti di stress, è anche più in grado di controllarli».

Anche Banca ……, nel piano formativo ha inserito un seminario simile. Il titolo del corso è "Dalla psicologia della finanza all'allenamento mentale per il trader: idee e tecniche operative". Durante l'incontro-laboratorio si cerca di aiutare i trader ad adottare un metodo efficiente per operare sui mercati finanziari con razionalità, controllando la propria emotività.

«La notte facevo fatica ad addormentarmi. Aspettavo solo che facesse mattino per collegarmi e fare i primi ordini. Durante il lavoro poi, appena potevo, tornavo a casa a controllare l'andamento delle azioni. Compravo, vendevo, speculavo. Arrivavo a muovere più di diecimila euro al giorno. Qualche volta andava bene, qualche altra meno. Ma alla fine mi sono trovato senza più un soldo». La storia che Fabio (nome di fantasia) ci ha raccontato, è quella di una passione sfociata in dipendenza. Un pallino, quello del trading online, diventato schiavitù simile all'alcolismo o alla droga, anche se forse il paragone più azzeccato è con il gioco d'azzardo. Fabio ha puntato i suoi soldi su azioni e strumenti finanziari complessi al "tavolo verde" della Borsa Italiana. Operazioni rischiose, fatte solo con un portatile e una connessione a internet, che gli hanno fatto perdere oltre 150mila euro.

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