6 apr 2015

LINUS

Linus.
I cinquant'anni della rivista che nacque a Milano, nell'aprile del 1965 in un clima di grande fervore culturale.
Un esperimento creativo, fra fumetto, scrittura e tanta intelligenza.

Gio­vanni Gan­dini, tut­to­fare edi­to­riale, importa dagli Stati Uniti i Pea­nuts di Char­les M. Schulz e li pub­blica prima in un libro (Arriva Char­lie Brown, 1963, maglietta a righe come quelle dei ragazzi di Genova ’60, ma Schulz non poteva saperlo), poi su una rivi­sta creata per l’occasione: linus (rigo­ro­sa­mente minu­scolo, di molto ante­ghezzi). Siamo nell’aprile del 1965.
L’editore della rivi­sta, come del pre­ce­dente volume, è Milano Libri, entità allora cono­sciuta come libre­ria in via Verdi, accanto alla Scala, gestita da Anna­ma­ria Gre­go­rietti, moglie di Gan­dini.
Linus però non si limita a ospi­tare le stri­sce di Linus (van Pelt, con coperta appog­giata alla guan­cia, immor­ta­lata sulla prima coper­tina), Char­lie Brown, Lucy e il brac­chetto Snoopy (alle prese con il suo romanzo dall’incipit dive­nuto cele­ber­rimo «era una notte buia e tem­pe­stosa»), ci sono altri fumetti per grandi: Li’l Abner, Crazy Cat, Popeye.
Nei numeri imme­dia­ta­mente suc­ces­sivi si affac­ciano altri nomi impor­tanti come Guido Cre­pax e la sua Valen­tina, Enzo Lunari e Giri­ghiz, la pre­i­sto­ria di B.C., Pogo, il mago Wiz e ancora Copi, Feif­fer, Wolin­ski. Un’escalation irre­si­sti­bile. Senza tra­scu­rare la pagina dei Wutki, gio­chi mate­ma­tici, non­sense magi­strali e gli inar­ri­va­bili lime­rick curati da Ser­gio Morando.

1 commento: