«La questione non è sapere cosa scrive di me la stampa francese, 
ma 
conoscere i fatti che la storia attuale rivela. 
Il fatto è che gli Stati
 Uniti non sono stati in grado di produrre l’equipaggiamento militare di
 cui gli ucraini hanno bisogno, perché è un dato di fatto che il potere 
della loro industria è stato prosciugato dalla finanziarizzazione. 
È un 
dato di fatto che l’esercito ucraino è in ritirata 
ed è un dato di fatto
 che fatica a reclutare soldati. 
È un dato di fatto che le sanzioni 
economiche occidentali hanno fatto più danni all’economia europea che a 
quella russa
 ed è anche un fatto che la stabilità politica della Francia
 è oggi più minacciata di quella della Russia. 
La ristrutturazione 
dell’economia russa è stata resa possibile dal fatto che questo paese 
produce più ingegneri degli Stati Uniti e dal fatto che i paesi che non 
sono alleati o sudditi degli Stati Uniti hanno continuato a commerciare 
con la Russia. 
I commenti di buona parte della stampa francese sui miei 
sogni — “Le Monde”, “Libération”, “L’Express” etc. — suggeriscono che è 
lei che vive in un sogno. 
Il successo del mio libro in Francia 
suggerisce anche il fatto che questa stampa non è sempre presa sul serio
 dai francesi
Sono scomparse le ultime tracce dell’impianto sociale e morale di 
origine religiosa. 
È stato raggiunto lo stato zero della religione. 
L’assenza di credenze, norme e abitudini di carattere o origine 
religiosa, lascia però l’angoscia di essere un uomo, mortale, e che non 
sa cosa fa sulla terra. 
La reazione più banale a questo vuoto è la 
divinizzazione del vuoto: il nichilismo, che porta all’impulso di 
distruggere le cose, le persone e la realtà. 
Un sintomo centrale di ciò 
per me è l’ideologia transgender che porta le nostre classi medio-alte a
 voler credere che un uomo possa diventare una donna e una donna un 
uomo. 
Questa è un’affermazione del falso. 
La biologia del codice 
genetico ci dice che questo è impossibile. 
Parlo qui da antropologo, da 
studioso, e non da moralista. 
Dobbiamo proteggere gli individui che 
pensano di appartenere a un genere diverso dal proprio. 
Per quanto 
riguarda la parte LGB dell’ideologia LGBT (lesbismo, omosessualità 
maschile e bisessualità), queste sono preferenze sessuali che hanno la 
mia benedizione. 
È anche sorprendente ma significativo che, accettando 
l’inflessibilità del codice genetico, la scienza e la Chiesa siano oggi 
dalla stessa parte. 
Contro l’affermazione nichilistica del falso. 
Allo stato attuale non possiamo fare altro. 
È iniziata una 
guerra. 
È l’esito di questa guerra che deciderà il destino dell’Europa. 
Se la Russia venisse sconfitta in Ucraina, la sottomissione europea agli
 americani si prolungherebbe per un secolo. 
Se, come credo, gli Stati 
Uniti verranno sconfitti, la Nato si disintegrerà e l’Europa sarà 
lasciata libera.
 Ancora più importante di una vittoria russa sarà 
l’arresto dell’esercito russo sul Dnepr e la mancanza di volontà del 
regime di Putin di attaccare militarmente l’Europa occidentale. 
Con 144 
milioni di abitanti, una popolazione in calo e 17 milioni di kmq, lo 
Stato russo fa già fatica ad occupare il suo territorio. 
La Russia non 
avrà né i mezzi né il desiderio di espandersi, una volta ricostituiti i 
confini della Russia pre-comunista. 
L’isteria russofobica occidentale, 
che fantastica sul desiderio di espansione russa in Europa, è 
semplicemente ridicola per uno storico serio. 
Lo choc psicologico che 
attende gli europei sarà quello di comprendere che la Nato non esiste 
per proteggerci ma per controllarci.
E' partito tutto in Ucraina. 
Durante la guerra in Iraq, dopo il 
Kosovo, Putin, Schröder e Chirac hanno tenuto conferenze stampa 
congiunte. 
Questo terrorizzava Washington. 
Sembrava che l’America 
potesse essere espulsa dal continente europeo. 
La separazione della 
Russia dalla Germania divenne quindi una priorità per gli strateghi 
americani. 
Peggiorare la situazione in Ucraina è servito a questo scopo. 
Costringere i russi ad entrare in guerra per impedire l’integrazione di
 fatto dell’Ucraina nella Nato è stato, inizialmente, un grande successo
 diplomatico per Washington. 
Lo choc della guerra paralizzò la Germania e
 permise agli americani, nella generale confusione, di far saltare in 
aria il gasdotto Nordstream, simbolo dell’intesa economica tra Germania e
 Russia. 
Ovviamente, in una seconda fase, quella della sconfitta 
americana, il controllo americano sull’Europa sarà polverizzato. 
Germania e Russia si incontreranno di nuovo. 
Questo conflitto è in un 
certo senso artificiale. 
La cosa naturale, in un’Europa a bassa 
fertilità, con la sua popolazione che invecchia, è la complementarità 
tra l’industria tedesca e le risorse energetiche e minerarie russe.
Sono uno storico obiettivo. 
Voglio capire perché noi occidentali abbiamo
 provocato questa guerra e l’abbiamo persa, e con questa sconfitta 
abbiamo anche perso la presa sul mondo. 
Non sono filo-russo. 
Ma leggo i 
testi di Putin e Lavrov e penso di comprendere i loro obiettivi e la 
loro logica. 
Se i nostri leader avessero preso più sul serio i 
ricercatori come me e alcuni altri, non ci avrebbero portato a un simile
 disastro. 
Un Putinofobo intelligente potrebbe usare il mio libro per 
combattere la Russia. 
D’altra parte, quando un giornale come “Le Monde” 
nasconde ai suoi lettori – le élite francesi – la ripresa economica e 
sociale della Russia, come ha fatto, disinforma i nostri leader sulla 
stabilità e il potere russo e serve Putin.
L’oligarchia liberale non rappresenta per me un problema pratico. 
Non 
dimenticare che sono nato nell’establishment intellettuale francese. 
Mio
 nonno Paul Nizan pubblicava con Gallimard prima della guerra e aveva 
Raymond Aron come testimone di nozze. Sua moglie, mia nonna Henriette, 
era cugina di Claude Lévi-Strauss. Mio padre Olivier Todd era un grande 
giornalista del “Nouvel Observateur”. 
Fondamentalmente sono solo un 
membro dissidente dell’oligarchia intellettuale. 
Inoltre, amo 
appassionatamente il mio paese, la Francia, e vivrò lì finché il regime 
non sarà fascista o razzista, e non dovrò diventare un rifugiato 
politico. 
Se diventassi un rifugiato politico, non andrei negli Stati 
Uniti come era tradizione nella mia famiglia, perché stanno precipitando
 in qualcosa di peggio dell’oligarchia liberale, del nichilismo. 
Non ho 
gusto per la barbarie, sono troppo culturalmente conformista, troppo 
educato come dicono in francese. 
Penso che andrei in Italia, perché lì è
 tutto bello, o in Svizzera perché parte del paese parla francese. 
Cosa 
farei in Russia?